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Lunedì, 14 Maggio 2018 17:46

Addio a Mastro Zeno, l'ultimo scalpellino serrese

Scritto da Alessandro De Padova
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SERRA SAN BRUNO – Con lui si chiude la grande epoca degli scalpellini serresi.

Un’intera comunità ha voluto rendere omaggio sabato scorso a Nazzareno Pisani, meglio conosciuto come “Zenu Pezza”, scomparso all’età di 85 anni. Un uomo di un’umiltà straordinaria che, a partire dagli anni ’40, ha iniziato l’attività di scalpellino facendo apprendistato assieme ad un altro grande scultore dell’epoca, Biagio Lo Moro. Dal 1° maggio 1953 al 3 ottobre dello stesso anno, ha frequentato il corso professionale di qualificazione per scalpellini, superandolo con 7 punti su 10, rilasciato dall’allora Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale. Un maestro come pochi, appartenente a quella generazione di artigiani che sono diventati col tempo i depositari dell’arte e dei saperi antichi che tanto hanno fatto apprezzare Serra in giro per il mondo.

Il fotografo serrese Brunello Tripodi lo conosceva bene e, assieme a lui, abbiamo ricostruito qualche aneddoto sulla vita di Mastro Zeno: «La mia esperienza legata a lui risale a quando ho iniziato a costruire casa mia. Volevo realizzare degli oggetti in pietra e a chi rivolgermi se non a Mastro Zeno? Ho deciso di coinvolgerlo al punto che ancora oggi sono in possesso di una sua pietra con tanto di firma: “Pezza”. Abbiamo trascorso circa un mese assieme e quegli incontri, quelle spiegazioni su come si lavora una pietra mi hanno insegnato davvero tanto; mi mostrava gli utensili da lavoro e quando ne ho avuto bisogno ho fatto sempre ricorso ai suoi insegnamenti. Custodisco gelosamente il ricordo di Mastro Zeno, un uomo di un’umiltà unica e con la sua morte si chiude un capitolo di storia molto bello, fatto di persone che hanno contribuito con i propri mestieri e i propri saperi a far conoscere Serra». Ma sono tanti gli scalpellini che hanno segnato la storia di Serra San Bruno: oltre a Mastro Zeno e a Biagio Lo Moro, Tripodi ricorda Gabriele Pileggi, che era anche un datore di lavoro di Mastro Zeno, le famiglie Drago e Mastropietro e tanti altri. «In quel periodo (parliamo degli anni in cui Nazzareno Pisani si è formato come scalpellino) c’era questa scuola di arti e mestieri a Serra – prosegue Tripodi – che ha poi fatto strada a coloro i quali avevano l’attitudine per i lavori manuali. Con mazza e scalpello in mano aveva una padronanza incredibile, anche nella fase di preparazione degli stessi scalpelli: diversamente da quanto avviene ai giorni nostri, a suo tempo dovevi andare dal fabbro per farti realizzare uno scalpello. Poi cosa succedeva? Che lavorando, lo scalpello perdeva il filo e, di conseguenza, non tagliava più. Quindi dovevi accendere il fuoco sul posto, far riscaldare lo scalpello e temperarlo sul posto. E c’era proprio l’addetto che si occupava della tempera. Sono tutte cose che mi ha raccontato Mastro Zeno».

Un grande scalpellino sì, ma Mastro Zeno era uno che ci sapeva fare anche con i piedi, visti i suoi trascorsi sui campi di calcio.

A distanza di anni, insomma, l’arte dello scalpellino è più che mai attuale, perché, come diceva anche Mastro Bruno Pelaggi, «tuttu allu mundu po’ viniri menu, ma no’ chidhu chi fa lu scarpidhinu!».

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