Domenica, 31 Dicembre 2017 13:56

Capodanno (al freddo e al gelo) sulle Serre vibonesi

Scritto da Redazione
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SERRA SAN BRUNO – Prima degli auguri di capodanno, dobbiamo delle scuse ai lettori: quest’anno non siamo riusciti a realizzare la nostra consueta pubblicazione cartacea, una sorta di almanacco dei dodici mesi trascorsi che abbiamo sempre diffuso gratuitamente e che, come nel caso delle vignette del 2016, i serresi hanno sempre dimostrato di apprezzare. Ci dispiace non averlo fatto anche per il 2017 ma i molteplici impegni, e la necessità per alcuni di noi di doversi allontanare dalla Calabria per lavoro, non ce lo hanno permesso. Non rinunciamo, però, né ad augurarvi un buon 2018 né a continuare, anche oggi, a informarvi di ciò che succede sul nostro territorio. Così abbiamo deciso di raccontarvi una storia.

Si tratta di una notizia, che nessuno ha dato e che qualcuno ha tentato di non farci dare. Perché evidentemente, nonostante il Vizzarro sia una realtà da sei anni – il primo e il più longevo quotidiano online nato nelle Serre e in tutta la Provincia di Vibo – qualcuno non ha ancora capito di che pasta siamo fatti.

Nella mattinata del 29 dicembre riceviamo una segnalazione: ci dicono che al centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati “Belvedere” (territorio montano del Comune di Brognaturo) da tempo non ci siano né riscaldamenti e né acqua calda. La cosa ci sorprende: per accogliere quei ragazzi lo Stato elargisce 45 euro al giorno (a testa), com’è possibile che siano lasciati al freddo e al gelo in pieno inverno e in una struttura che si trova a poco meno di mille metri di altitudine? Come sempre facciamo, proviamo a verificare. Ci arriva una prima conferma: lassù stanno patendo il freddo, niente riscaldamenti, termosifoni spenti, e acqua calda aperta solo per pochi minuti alle sette di mattina. La fonte è attendibile, ma siccome non siamo malati di clic né siamo soliti sbandierare esclusive, prima di pubblicare proviamo a chiedere a chi di dovere. Ci rivolgiamo al sindaco di Brognaturo, Cosmo Tassone, tutore legale di quei minori, che, appresa la situazione, rimane di stucco. «Andrò subito a controllare, ovviamente senza avvisare», ci risponde subito Tassone. Lo conosciamo e ci fidiamo della sua parola, ma chiediamo e otteniamo che una persona a noi vicina (non un giornalista) lo accompagni nel “blitz”. Tassone autorizza questa persona ad andare con lui, la sera del 29 dicembre. Appena arrivano i termosifoni sono spenti e le cinque-sei stanze visitate sono evidentemente fredde. A confermarlo al Vizzarro è lo stesso Tassone la mattina seguente. Il sindaco aggiunge anche che al momento del blitz non era presente sul posto nemmeno il custode. Poco dopo il suo arrivo, inoltre, i termosifoni hanno “magicamente” cominciato a riscaldarsi, e qualcuno ha fatto notare che arrivava anche l’acqua calda. A testimonianza del fatto che questa non fosse una circostanza consueta uno dei ragazzi si è subito spogliato ed è corso a farsi la doccia.

La mattina del 30 dicembre, oltre alla conferma arrivata dal sindaco di Brognaturo, riceviamo alcune telefonate da Marco Martino (presidente della Cooperativa Opere San Giovanni Bosco, che gestisce il centro “Belvedere”) il quale nega che i riscaldamenti fossero spenti all’arrivo del sindaco e asserisce che invece uno dei ragazzi avesse «spento il termosifone e aperto la finestra». Martino poi minaccia querele nel caso decidessimo di pubblicare le notizie che abbiamo raccolto e verificato da fonti qualificate. Eccolo servito.

Ma non è certo per ripicca che raccontiamo questa storia, ché di minacce di querele ne abbiamo subite da persone che potevano intimidirci ben più di Martino, e neanche in quei casi abbiamo ceduto. Diamo questa notizia perché ci dicono che ancora oggi, 31 dicembre, poco o niente sarebbe cambiato in quel centro d’accoglienza. Ci si risparmino le accuse di preoccuparci solo dei migranti, perché non siamo mai stati buonisti e perché siamo e saremo sempre al fianco di chiunque abbia bisogno, sia bianco o nero, serrese o africano. E saremo sempre a fianco, quando ci verrà chiesto, delle associazioni e dei volontari che se ne occupano.
Semplicemente non è giusto ciò che sta accadendo nel nostro territorio e noi siamo qui ancora una volta a denunciarlo e a dare voce a chi non ne ha. Non è sui ragazzi che si possono ripercuotere le storture del “sistema” dell’accoglienza.

Noi queste storture non possiamo non vederle e non possiamo non informare i lettori, anche a capodanno.

Auguri dalle Serre vibonesi.

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