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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Rione per rione, vicolo per vicolo, casa per casa. È una “fotografia” minuziosa e sorprendente della Serra San Bruno della seconda metà dell’Ottocento quella che restituisce un documento eccezionale ritrovato nei giorni scorsi nell’archivio comunale. Dalle vecchie carte, recuperate dall’Amministrazione comunale e riorganizzate nei locali della biblioteca “Enzo Vellone”, è venuta fuori una planimetria dettagliata del paese realizzata nel 1882 da Giuseppe Maria Pisani (esponente della nota famiglia di artisti di origine serrese, qui la biografia dal sito artistipisani.it) in scala 1:2000.
Si tratta di un originale, qualificato dall’autore come «Schizzo grafico del Comune di Serra San Bruno diviso in frazioni di censimento», che è verosimilmente il prototipo cartografico di alcune mappe a stampa successive, come quella inclusa nel Cenno geografico-storico sul Comune di Serra San Bruno di Carmelo Tucci, un saggio del 1890 utilizzato come libro di testo nelle scuole elementari (ne ha scritto qui Tonino Ceravolo). Al di là della straordinarietà del documento, realizzato a mano e tuttora in ottime condizioni, ne emergono già a prima vista notizie interessantissime sulla conformazione della Serra dell’epoca e sui mutamenti che sono intervenuti nei 143 anni che sono trascorsi da allora. Ci sarà tempo e modo, per chi ne ha interesse, di indagare sulla sorte di alcuni edifici che ancora esistono e di altri che non ci sono più, oppure sui percorsi sotterranei e superficiali dei corsi d’acqua che attraversavano il paese.
Nel lavoro di Pisani, per esempio, è già delineato con dovizia di particolari l’importante insediamento produttivo di Santa Maria. Si intuisce subito, inoltre, come il centro abitato terminasse all’epoca più o meno all’altezza dell’edificio noto come “La Lumera” e, dunque, non esistesse ancora tutta la parte moderna del rione Spinetto. Ne emerge poi qualche curiosità nota – l’ubicazione della casa comunale in piazza ten. Pietro Tedeschi – e qualcun’altra meno conosciuta, come la circostanza che ci fosse un Calvario diverso da quello che conosciamo oggi. E che si trovasse a qualche decina di metri di distanza dalla collocazione attuale, in posizione un po’ più ravvicinata rispetto al centro storico, proprio dove all’epoca finiva l’abitato.
Queste sono solo alcune delle considerazioni suggerite da chi ha trovato e cominciato a “studiare” la mappa di Pisani. Altre notizie si possono ricavare dal fascicolo in cui era inserita, nascosto tra i tanti faldoni polverosi dell’archivio comunale.
Innanzitutto si può dedurre – lo testimoniano alcune piccole ma evidenti lacerazioni agli angoli del documento – che la mappa del 1882 fosse appesa e incorniciata da qualche parte nella sede municipale dell’epoca. E lì probabilmente è rimasta per oltre 60 anni.
Poi, nel 1949, come emerge dal fascicolo in cui è stata trovata l’antica planimetria, il “Superiore Istituto centrale di Statistica” (oggi Istat), in vista del “IX Censimento generale della popolazione”, avviò la verifica dei confini dei Comuni. Per questo scopo, probabilmente, la mappa di Pisani potrebbe essere stata inviata all’Istituto Geografico Militare per elaborarne delle tavole in scala 1:1000 che sono contenute nello stesso fascicolo d’archivio e che, a riprova di questa ipotesi, ne richiamano evidentemente il contenuto.
Poi, con scelta infelice e poco lungimirante, il documento è stato ripiegato e conservato in archivio. Ora che – per fortuna ma anche grazie alla dedizione di chi lavora all’archivio – questo prezioso documento è stato riscoperto, potrà finalmente essere restituito al decoro che merita.
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