Domenica, 15 Giugno 2025 08:56

Serra, il reliquiario della chiesa Matrice è tornato al suo antico splendore

Scritto da Bruno Greco
Letto 1481 volte

Avere a che fare con un’opera d’arte che necessita di tornare al suo antico splendore è già, di per sé, un compito piuttosto arduo. Se poi l'opera custodisce tantissime reliquie – alcune delle quali date in dono a San Bruno direttamente da Adelasia (Adelaide) del Vasto, la moglie del Conte Ruggiero – l’incombenza aumenta in modo esponenziale. Il restauratore Antonio Adduci aveva già dato seguito al «restauro più dolce della sua vita» dopo aver messo mano al busto argenteo del santo di Colonia, le cui reliquie – calotta cranica compresa – metterebbero in soggezione perfino lo stesso Papa. Ma, nonostante tutto, ritrovarsi al cospetto di nuove pignora sanctorum (leggi qui), custodite nell’antico reliquiario della Chiesa Matrice di Serra, ha rigettato l’ormai navigato restauratore nella primordiale emozione che susciterebbe una prima volta. D’altronde, la sua “esordio” serrese in qualità di professionista lo aveva già condotto, anni addietro, proprio davanti al reliquiario della Chiesa Matrice, opera d’arte risalente al XVIII secolo (ampliata rispetto all’originale). Ora, dopo circa 10 mesi di lavoro certosino (è il caso di dirlo) il restauro sul reliquiario della Matrice è terminato. Il tutto è stato possibile grazie al progetto “Restituzioni” della banca “Intesa-San Paolo” e alla collaborazione sinergica tra la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia, l’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, l’Arcipretura parrocchia San Biagio di Serra e l’Adduci Restauri. 

Le reliquie presenti all'interno del reliquiario della chiesa Matrice

Il viaggio grazie al progetto Restituzioni

Il 15 maggio scorso il lavoro è stato presentato alla XXX edizione del Salone internazionale del restauro tenutosi nella città di Ferrara.
«Sono stato invitato dalla fondazione intesa San Paolo – spiega al Vizzarro Adduci – per presentare gli esiti del restauro alla XXX edizione del salone internazionale del Restauro, dove il “nostro” reliquiario a tabella è stato selezionato per la presentazione (fra 400 opere restaurate) per la sua singolarità e complessità di intervento». Un importante momento di confronto tra professionisti del settore – promosso anche dal Ministero della Cultura – dedicato alla tutela e alla valorizzazione dei beni restaurati. La mostra conclusiva del progetto si terrà a Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni, dal 4 ottobre 2025 fino a gennaio 2026, con l’esposizione dei capolavori restaurati in tutta Italia tra cui il reliquiario serrese.

Fasi del lavoro e curiose scoperte

Secondo quanto raccontato da Adduci, il restauro ha visto susseguirsi diverse fasi tra cui, oltre agli interventi conservativi, la ricognizione canonica delle sacre reliquie. Le tecniche utilizzate hanno incluso la disinfestazione e il consolidamento strutturale, la manutenzione delle reliquie, la pulitura chimica e meccanica controllata, la protezione finale dei materiali, il tutto secondo un approccio rigorosamente non invasivo e reversibile. Alla domanda se e dove abbia riscontrato maggiore criticità nella fase del restauro Adducci ha risposto: «La maggiore criticità è stata rappresentata dalla delicata condizione delle reliquie interne. La manutenzione di queste è stata eseguita a norma delle disposizioni ecclesiastiche contenute nel Codice Pio Benedettino: non solo nella forma diretta degli elementi esposti alla pubblica venerazione ma anche nella forma indiretta di raccolta e stoccaggio di quanto accidentalmente vi fosse venuto a contatto, pulviscolo incluso. Altra fase delicata – ha continuato il restauratore – ha riguardato lo smontaggio e catalogazione di ogni elemento decorativo soggetto a forti ossidazioni e fragilità strutturale». Un lavoro estremamente delicato sia dal punto di vista materico che dal punto di vista della manutenzione delle reliquie soggette alle rigide regole del diritto canonico. Un lavoro che ha portato alla luce anche delle curiose scoperte: «Durante la fase di pulitura – ha spiegato Adduci – sono emersi dettagli decorativi dei piccoli reliquiari nel vano interno, tra cui una porzione di scultura in argento, una piccola icona su lastra d’argento e una medaglia dorata recante una preghiera a San Demetrio, con caratteri misti greco-cirillici, di cui non si conosceva l’esistenza, e di cartigli completamente nascosti da depositi superficiali».

La fase di manutenzione delle reliquie

Per poterlo nuovamente ammirare nella cittadina della Certosa, il rientro del reliquiario avverrà al termine dell’esposizione romana (gennaio 2026) compatibilmente ai tempi di organizzazione e logistica, in quanto il trasferimento dovrà essere fatto secondo le modalità previste per il corretto ricollocamento liturgico e conservativo. A ricollocazione effettuata sarà prevista una valorizzazione espositiva al fine di evidenziarne sia il rinnovato stato conservativo sia il significato devozionale originario. Saranno pertanto predisposti supporti informativi e un’illuminazione adatta alla corretta fruizione da parte della comunità e dei visitatori.

Con la speranza che l’occhio conservativo di Adduci possa presto cadere su nuove opere serresi che meritano di riscoprire il loro antico vigore.

[Clicca qui per guardare il video con le fasi del restauro].

Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova

Reg. n. 4/2012 Tribunale VV

redazione@ilvizzarro.it

Seguici sui social

Associazione "Il Vizzarro”

via chiesa addolorata, n° 8

89822 - Serra San Bruno

© 2017 Il Vizzarro. All Rights Reserved.Design & Development Bruno Greco (Harry)