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Martedì, 18 Giugno 2019 12:53

Serra, l'ambulanza che non arriva e quelle domande senza risposta

Scritto da Redazione
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Qualche anno fa sono stato testimone di un incidente avvenuto a Serra San Bruno, durante il quale una signora, bisognosa di cure urgenti, è stata fatta attendere a lungo distesa in strada a causa della non disponibilità dell’ambulanza e solo in seguito trasportata in ospedale con quella che a Serra chiamiamo l’“ambulanza di don Gerardo”.

In quella occasione scrissi una lettera aperta per esprimere la mia indignazione per l’accaduto e per invitare il primo cittadino di Serra San Bruno, in quanto responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio, a fare della battaglia per la sanità la battaglia principale del suo mandato. Leggo ora che in questi giorni è avvenuto un altro incidente, e anche in questo caso, con l’ambulanza non disponibile, a farsi carico del servizio, a quanto mi è sembrato di capire dalle immagini pubblicate dai giornali, è stata nuovamente l’ambulanza di don Gerardo. A distanza di anni, dunque, i medesimi disservizi si ripresentano puntuali, nonostante in questo ultimo periodo il sindaco abbia rilasciato dichiarazioni forti a riguardo, promettendo di impegnarsi attivamente su questo fronte.

Credo sia il caso, dunque, di riproporre ancora le domande che già posi all’epoca, e che al momento non hanno ancora avuto risposta, nella convinzione che la battaglia per la sanità si faccia con dati e fatti, non con dichiarazioni e affermazioni di circostanza. Chiedo, perciò: esiste una stima di quante e quali urgenze afferiscono al nostro ospedale? Esiste una stima di quanti e quali ricoveri ordinari vengono effettuati nel nostro ospedale? Esiste una stima di quanti dei pazienti ricoverati vengono poi trasferiti in altri ospedali e, soprattutto, perché? Esiste un piano per ottimizzare il servizio ambulanze, migliorando la qualità del lavoro degli operatori, e non solo la quantità di mezzi? Esiste un piano complessivo di medicina territoriale? Esiste una valutazione sul modo in cui sono garantiti i LEA (livelli essenziali di assistenza) che permetta di indirizzare tempo e risorse dove è più necessario?

Queste, a mio modesto avviso, sono le domande alle quali bisogna avere risposta prima di intraprendere iniziative come la conferenza dei sindaci; iniziative che, per quanto meritorie, sono destinate a rimanere lettera morta se non ci sono dati, fatti e valutazioni oggettive sul tavolo della discussione.

Salvatore Regio