Venerdì, 08 Giugno 2018 10:16

Vibo, il concorso per primario fa discutere. «C'è l'ombra della massoneria»

Scritto da Redazione
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Continua a far discutere il caso del concorso bandito dall’Asp di Vibo Valentia per l’incarico di primario di Pediatria dell’ospedale “Jazzolino”.

La vicenda - sollevata nei giorni scorsi dal Corriere della Calabria – riguarda un medico con una certa esperienza alle spalle, che ha preso carta e penna e ha scritto un esposto - depositato agli atti della Commissione speciale di vigilanza del consiglio regionale - che getta pesanti ombre sul concorso, per essersi vista «scavalcare ingiustamente» da un altro concorrente che, secondo il medico in questione, avrebbe «goduto delle “spinte” di una presunta lobby che avrebbe condizionato in maniera determinante l’esito del bando pubblico».

La commissione che ha giudicato i partecipanti al concorso era composta da quattro membri (il direttore sanitario dell’Asp vibonese e tre primari provenienti da altre Asp estratti a sorteggio) più un segretario, i quali avevano, tra le altre cose, il compito di valutare i curriculum di ogni partecipante e le relative esperienze professionali comprese attività di formazione, studio, ricerca e produzione scientifica. A giudizio del medico escluso, però, il curriculum del concorrente risultato poi vincitore del concorso sarebbe stato «illegittimamente sopravvalutato», visto e considerato che proprio la commissione avrebbe attribuito «un punteggio troppo alto rispetto ai criteri stabiliti nel bando». I curricula dei due dirigenti – colui il quale ha vinto il concorso e il medico che ha presentato la denuncia – sono stati già sottoposto a valutazione comparativa in due occasioni, nel 2012 e nel 2014. In entrambi i casi gli incarichi che erano stati messi a bando sono stati assegnati, stando all’esposto, a chi oggi è stato invece escluso. E in uno dei due casi, inoltre, la proroga dell’incarico in questione era stata poi sottoscritta con delibera da uno dei componenti dell’attuale commissione che, quindi, ora starebbe «sconfessando se stesso». Successivamente, sempre stando alla denuncia presentata dal medico escluso, sarebbe stata «sopravvalutata la casistica» del futuro primario, a cui i commissari avrebbero attribuito «un punteggio troppo alto rispetto al profilo professionale reale che lo stesso ha certificato nel proprio curriculum». Quest’ultimo, a differenza di altri concorrenti, non avrebbe «alcuna esperienza nella gestione di un reparto» e non sarebbe mai stato investito «di alcun incarico dirigenziale in seno alla struttura complessa». Il giudizio del commissari, insomma, sarebbe «inconfutabilmente errato», e la «prova granitica» di ciò sarebbe riscontrabile nel punteggio attribuito a un altro medico che ha partecipato al concorso – non l’autore dell’esposto – che «ha un’anzianità di servizio di ben 18 anni superiore» al vincitore e avrebbe «certificato una casistica nettamente superiore in termini quantitativi e qualitativi». Il bando infine sarebbe stato «palesemente violato» perché i commissari avrebbero «omesso di rendere “un giudizio complessivo, adeguatamente e dettagliatamente motivato”» sui curriculum dei candidati allegando semplicemente il cv senza di fatto spiegare le motivazioni del punteggio attribuito.

«La verità – è il passaggio finale dell’esposto – è che i commissari non potevano non incorrere in tutte le suesposte violazioni in quanto per favorire spudoratamente il dr. (…) e consentirgli di occupare il primo posto nella terna degli idonei, hanno dovuto svalutare i curricula degli altri partecipanti dando il massimo a chi valeva il minimo. Non si trascuri che Vibo Valentia, nonostante sia un piccolo capoluogo di provincia, è storicamente una città profondamente condizionata dalle lobby e tra queste spicca la massoneria che ivi vanta numerosi adepti. Orbene, stando alle “voci di paese”, la massoneria ha avuto un ruolo centrale nella determinazione della terna degli idonei in quanto è intervenuta in maniera decisa e determinata a favore del dr. (…)».

«Ad oggi – ha detto invece la dg dell'Asp Angela Caligiuri, interpellata dal Corriere della Calabria – la Commissione giudicatrice mi ha consegnato una graduatoria e io ho individuato il primo dei partecipanti. È chiaro che chi si sente leso ha il diritto di difendersi e in tal caso valuteremo il da farsi nelle sedi opportune. Chi si sente danneggiato può stare tranquillo, perché il nostro Ufficio legale valuterà tutto con molta attenzione. Ad ogni modo – ha concluso Caligiuri – io non ho ricevuto pressioni da nessuno, nella maniera più categorica».

Nei giorni scorsi, il giornale “Il Meridione” ha intervistato il medico escluso, la dottoressa Caterina Procopio, la quale si è detta «pronta» a tutelarsi «in tutte le sedi. Ho visto una palese violazione – è la denuncia della Procopio – non potevo stare in silenzio». Dal 2012 era alla guida del reparto di Pediatria e, in questi anni, ha sempre cercato di «dirigere la struttura nel miglior modo possibile, tutelando la salute, la privacy e il benessere psico-fisico dei piccoli pazienti».

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