In particolare la ragazza, consapevole dei contributi elargiti dal Ministero dell’Istruzione in favore degli Istituti religiosi, avrebbe dapprima contattato la religiosa fingendosi una responsabile della Regione Calabria e chiedendole informazioni sui contributi. La religiosa, correttamente, ha risposto di non poter rilasciare informazioni in merito, dopodiché ha fornito i contatti della madre superiora a cui fare riferimento. La ragazza a questo punto ha ricontattato la suora fingendosi la madre superiora chiedendole di inviare tramite vaglia postale tutti i risparmi dell’Istituto.
La suora, però, insospettita dalla telefonata e dopo essersi confrontata con la sua madre superiora, si è recata insieme alla sorella presso la Caserma dei carabinieri dove ha provveduto a sporgere formale denuncia/querela.