Un “disguido” – almeno secondo quanto riportato dal Giornale.it – che ha visto dunque protagonista l’europarlamentare Salvini che, questa mattina, nella famosa piazza Rossa di Mosca, si è visto venire incontro diversi agenti di polizia. A far scattare l'allarme delle forze dell'ordine, che pattugliano regolarmente il punto più sensibile della capitale sovietica, pare sia stato il fatto che qualche minuto prima Salvini aveva srotolato un manifesto piuttosto vistoso riportante la scritta «Io voto No. A dicembre Renzi a casa».

Il leader della Lega Nord si trova infatti in Russia per far valere le ragioni del No al referendum sulla riforma costituzionale del prossimo 4 dicembre, promosse attraverso diversi incontri con gli italiani che vivono proprio in Russia. La legge russa vieta, però, di esporre striscioni con slogan politici senza una preventiva autorizzazione. Ed è proprio questo il motivo che avrebbe, quindi, spinto gli agenti a raggiungere l’europarlamentare e chiedere spiegazioni in merito, «trattenendo – riporta il Giornale.it – uno dei membri della delegazione leghista, l'imprenditore italiano, che lavora in Russia, Bruno Giancotti». Giancotti, assieme, ad altri italiani residenti in Russia, aveva affiancato Salvini negli incontri mattutini, tenuti precedentemente alla vicenda, con alcuni deputati della Duma, la Camera bassa del parlamento russo.

Lo stesso europarlamentare si era poi diretto in piazza Rossa per le foto di rito che hanno condotto però al singolare episodio che ha, quindi, visto direttamente coinvolto anche l’imprenditore originario di Serra San Bruno.