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Sabato, 07 Luglio 2012 14:57

Omicidio Fortuna: la 'ndrangheta che uccide sotto l'ombrellone

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mini omicidio_fortuna_vibo_marinaSotto l'ombrellone, con la calura soffocante e i bambini che giocano a fare castelli di sabbia. In riva al mare, quando l'obiettivo è nudo, disarmato. La 'ndrangheta in Calabria uccide anche così. Dal Tirreno allo Jonio. Davide Fortuna, 31 anni, è stato freddato ieri pomeriggio, intorno alle 17, sull'affollatissima spiaggia di Vibo Marina. Proprio come Ferdinando Rombolà, 40 anni, crivellato di colpi sulla spiaggia di Soverato il 23 agosto 2010. Fortuna, come Rombolà, era in spiaggia con la moglie ed i figli piccoli. A Soverato il killer, dopo aver sparato, gridò ai bagnanti terrorizzati: "State zitti e fermi". Ieri a Vibo Marina, dopo aver piantato cinque colpi di pistola nel petto del 31enne, il sicario ha sparato un colpo in aria per farsi strada nella fuga.

Poi la solita moto con il complice che aspetta, e via. Indisturbati, in pieno giorno, di fronte a centinaia di persone. Omicidi efferati, che apparentemente generano indignazione, ma in fondo solo paura, perchè fanno capire nel modo più eclatante che la 'ndrangheta è padrona del territorio, e lo Stato, in questo territorio, non c'è mai stato.

Fortuna aveva dei piccoli precedenti penali per droga e, pare, era legato ad un gruppo criminale di Piscopio che da mesi si sta scontrando in una faida cruenta con le 'ndrine di Stefanaconi. Tutto sembra essere esploso con l'omicidio di Fortunato Patania, il 18 settembre 2011. Probabilmente la faida covava da tempo, ma con quel delitto gli equilibri criminali sono saltati definitivamente. Negli ultimi mesi è stata una mattanza. Francesco Scrugli, anche lui pregiudicato, il 21 marzo è stato ucciso proprio mentre andava a casa di Davide Fortuna, a Vibo Marina; insieme a lui c'erano Rosario Battaglia e Raffaele Moscato, che furono feriti nell'agguato. E ancora, a Stefanaconi: Giuseppe Matina, ucciso il 21 febbraio; Francesco Calafati, gambizzato  il 21 marzo; Mario Longo, ucciso il 2 aprile; Francesco Meddis, ferito gravemente il 26 giugno. Tutti fatti che gli inquirenti ipotizzano essere collegabili alla faida Stefanaconi-Piscopio, che potrebbe coinvolgere l'intero hinterland vibonese. I turisti intanto fuggono a gambe levate, e la politica si mobilita solo per protestare contro la soppressione delle province. 

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