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Mercoledì, 10 Luglio 2019 13:00

Omicidio Valenti, l'imprenditore arrestato avrebbe guidato l'auto dell'agguato

Scritto da Redazione
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I carabinieri della Compagnia di Tropea hanno eseguito stamattina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Salvatore Barone, imprenditore edile 29enne di San Calogero, al quale viene contestato il concorso nell’omicidio del 73enne Domenico Antonio Valenti avvenuto il 15 agosto 2016 nel paese del Vibonese.

La misura cautelare è stata emessa in virtù del quadro gravemente indiziario ricostruito dai militari, che ha permesso di delineare con precisione la condotta di Barone il quale, nel pomeriggio di Ferragosto del 2016, a seguito di una vera e propria «caccia all’uomo», avrebbe permesso all’indagato e al suocero, il 52enne Cosma Damiano Sibio, di individuare e quindi uccidere Valenti con numerosi colpi di arma da fuoco. La convergenza degli esiti derivati dalle perizie balistiche, dall’analisi delle registrazioni di videosorveglianza e dalle intercettazioni, a distanza di quasi tre anni, ha dunque cristallizzato il quadro accusatorio nei confronti di Barone, sconfessando, a giudizio degli inquirenti, il tentativo di Sibio di scagionare il futuro genero. L’arrestato, infatti, sarebbe stato alla guida dell’autovettura che il giorno dell'omicidio aveva intercettato la vittima. Da quell’auto - sulla quale si trovava anche Sibio - erano stati esplosi, in diversi momenti, numerosi colpi d’arma da fuoco che avevano provocato le ferite mortali a Valenti. Le indagini hanno coinvolto anche Natalina Lorella Sibio e Antonella Restuccia, rispettivamente moglie e suocera di Barone. Le due donne sono state denunciate a piede libero per le false dichiarazioni rese al pubblico ministero e il favoreggiamento personale nei confronti di Barone. La misura cautelare è stata emessa dal gip di Vibo su richiesta della locale Procura che ha concordato con le evidenze investigative riportate dai carabinieri. Già all’indomani dell’omicidio, le indagini avevano permesso di arrestare Cosma Damiano Sibio per l’uccisione di Domenico Antonio Valenti, reato per il quale è stato condannato in primo grado a 16 anni di reclusione, condanna poi ridotta a 12 in Appello con l'esclusione delle aggravanti della futilità dei motivi e della premeditazione, e con l'attenuante della provocazione.