Nello specifico, secondo quanto riferito dalla Gazzetta del Sud, il reato di invasioni di terreni viene contestato a Bruno Tassone, 58enne, rappresentante dell'impresa "Fratelli Tassone" di Spadola che, in sostanza, avrebbe occupato il suo demaniale realizzando dei muretti in cemento armato, al fine di consolidare gli argini del corso d'acqua nell'alveo del torrente "Rio Zucchi". Lo stesso 58enne, inoltre, è accusato di aver realizzato un gazebo, una tettoia ed un basamento in cemento con il varco di accesso diretto nell'alveo del torrente.

Sempre per il medesimo reato, è stato chiesto il rinvio a giudizio anche per Gabriele Tassone, 56enne, titolare dell'omonima impresa con sede a Spadola, e Antonio Tassone, 38enne, dell'azienda "Mastro Gabriele". Entrambi, in pratica, avrebbero occuopato il suolo demaniale idrico del torrente con muretti e coprendo, inoltre, l'alveo del corso d'acqua con lastre di cemento armato, oltre a realizzare un muro di recinzione, sempre nell'alveo del torrente, al confine con la sede della ditta "Fratelli Tassone sas". 

Di omissione d'atti d'ufficio dovranno, invece, rispondere 7 responsabili pro-tempore dell'ufficio tecnico del Comune di Spadola: si tratta di Giuseppe Parise, 53enne, di Serra; Bruno Filardo, 66enne, di Spadola; Francesco Teti, 63enne, di Filogaso; Giuseppe Barbara, 44enne, di Spadola; Cosimo Piromalli, 46 anni, nato a Vibo, ma residente a Gioia Tauro; Vittorio Procopio, 47 anni, di Davoli e Nicola Valelà, 60 anni, di Spadola. Tali indagati, secondo l’accusa, non avrebbero adottato alcuna attività di vigilanza a seguito delle opere realizzate nel 2013 dagli stessi Tassone.