Quella di Maiolo è considerata dagli inquirenti una figura carismatica sul territorio delle Serre, nonchè soggetto socialmente pericoloso.
L'uomo - catturato stamane nell'abitazione della cognata, situata nel centro abitato di Acquaro - fu condannato nel luglio del 2014 in secondo grado (pena, poi, confermata in Cassazione il 15 settembre 2015) a due anni e sei mesi nel processo scaturito da "Luce nei boschi", la maxioperazione che ha coinvolto boss e affiliati dei clan delle Preserre.
Poche ore prima della sentenza della Cassazione, inoltre, Maiolo - che si trovava ai domiciliari - aveva spezzato il braccialetto elettronico che portava come strumento di controllo, per poi darsi alla latitanza.