Secondo quanto riportato dall’Ansa, la richiesta di rinvio a giudizio oltre che per Salerno, è stata avanzata al gup Claudio Paris per altri 16 indagati, ai quali si aggiungono due società coinvolte nell’inchiesta.
Dalle indagini della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e del Ros di Catanzaro è emersa l'esistenza di un presunto “comitato d'affari” che avrebbe distratto i finanziamenti comunitari vincolati al progetto regionale “Credito sociale”, indirizzandoli su conti correnti di società private anche all'estero.
I reati contestati, a vario titolo, sono truffa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, peculato, turbativa d'asta ed abuso d'ufficio.
Lo scorso 30 novembre Salerno è stato reintegrato in consiglio regionale, nel corso della stessa seduta il politico di Serra San Bruno ha annunciato il passaggio da Forza Italia a Alternativa Popolare.
Oltre che per Salerno la Dda di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio, tra gli altri, anche per Pasqualino Ruberto, ex presidente di Calabria Etica ed ex consigliere comunale di Lamezia Terme; Vincenzo Caserta, ex direttore generale del Dipartimento Lavoro della Regione Calabria, e Damiano Zinnato, cognato di Luigi Mancuso, presunto boss dell'omonima cosca della 'ndrangheta.