Lunedì, 21 Maggio 2012 17:23

Ruggine ed escrementi di ratti: prima del 2009 quasi nessun controllo dell’Asp ai serbatoi

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mini sequestro_alaco_3SERRA SAN BRUNO – Schiuma marrone, calcinacci cadenti, tane di ratti, ruggine, muffe, escrementi di ogni genere. In molti di quei serbatoi dislocati nei comuni allacciati all’Alaco, la situazione fotografata dai Nas e dal Cfs è di forte degrado igienico. L’Alaco, a monte, manda negli acquedotti comunali un liquido non meglio identificato che forse è un po’ azzardato definire “acqua”. A valle, poi, quel liquido passa per i serbatoi Sorical e comunali dove i controlli erano occasionali e la manutenzione a dir poco carente. Nel sistema idrico dell’Alaco, per ciò che riguarda la provincia Vibonese, rientrano 21 comuni. Tra questi, vi sono molti pozzi, soggetti ad analisi solo “occasionali”.

E i controlli, soprattutto dell’Asp, prima del 2009 sono pressoché inesistenti.

I dubbi sull’effettiva potabilità dell’acqua, nella cittadina bruniana, sono cominciati già nel 2008. Il consigliere comunale Mirko Tassone segnalò con un’interrogazione nell’estate di quell’anno che l’acqua che arrivava in molte case presentava colore e odore sgradevole. Negli atti della Procura vengono citati molti casi di denunce di cittadini che, a Vibo e in provincia, segnalavano i disagi dovuti all’acqua. Nel 2009, dal prelievo effettuato il 20 luglio nel comune di Serra, si riscontrava la non conformità di 4 dei 7 campioni prelevati, per la presenza di coliformi totali ed escherichia coli. Stessa situazione, negli stessi giorni, veniva rilevata nei comuni di Sorianello, Acquaro e Gerocarne. Il 21 agosto, sempre a Serra, veniva riscontrata la presenza di nitriti in misura superiore ai limiti di legge. Il 1° settembre 2009 ancora nitriti oltre la norma, all’entrata e all’uscita del serbatoio Sorical, con un’ulteriore anomalia: il valore dei nitriti in entrata del serbatoio era quasi il doppio del valore all’uscita, senza che nello stesso venisse immessa altra acqua che ne potrebbe diluire la concentrazione. Il 3 settembre a Brognaturo viene rilevata una presenza “non desiderata” di nitriti, e una presenza oltre la norma di batteri coliformi. Stessa situazione di batteri in eccesso, negli stessi giorni, viene riscontrata a Simbario, Vallelonga, Acquaro, Dinami e Pizzoni. Tra ottobre e novembre diversi prelievi confermano la presenza in eccesso di coliformi ed escherichia coli negli stessi comuni citati fin qui. I problemi continuano nel 2010: già da febbraio, da Sant’Onofrio a Serra, da Stefanaconi ad Arena, da San Gregorio a Gerocarne, viene rilevato un inquinamento batterico che verrà confermato anche a giugno, ad agosto e a settembre. Anche le analisi chimiche, in questo periodo, cominciano a rilevare presenza di ferro in eccesso nell’acqua. La situazione va avanti, anzi peggiora, nel 2011. Oltre a vari prelievi, nell’arco dell’anno gli inquirenti ispezionano diverse volte i serbatoi e effettuano sopralluoghi e perquisizioni all’impianto di potabilizzazione.

Il dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Vibo, per come emerge dagli atti della Procura, non rispettava affatto il calendario dei controlli. Nell’anno 2009, ad esempio, “nei comuni di Capistrano e Monterosso non è mai stato effettuato alcun controllo”. Spicca anche l’unico controllo annuale effettuato a Spadola, a Vazzano e a Nardodipace. L’anomalia è però che i controlli vengono effettuati a partire dal luglio 2009 (quando partirono gli accertamenti dei Nas). Prima di questo periodo, incredibilmente, “non sono presenti agli atti risultati di analisi per alcun comune”. Nel 2010 non risulta alcun controllo effettuato nei comuni di Arena, Capistrano, Monterosso, Nardodipace, Simbario, Soriano e Sorianello. Nel luglio 2010 non veniva effettuato nessun controllo in nessun comune. Il 3 gennaio 2011 veniva sequestrato il serbatoio in località “Tiro a Segno” a Vibo, dove fu rilevato un potenziale pericolo per la salute pubblica. Tutto ciò dimostra che è tutto il sistema Alaco a rappresentare una minaccia per la salute dei cittadini.

A Serra gli uomini dei Nas e gli specialisti nominati dalla Procura approfondiscono i controlli dal febbraio 2011. Qui, oltre a quello “Timpone” gestito da Sorical, ci sono altri 4 serbatoi gestiti dal comune e in cui si accumula l’acqua delle sorgenti comunali: Ninfo, Castagnari, Guido e Scorciatina. A Ninfo, sempre nel febbraio 2011, veniva riscontrata la presenza di materiale inerte nei pressi della vasca, tubature vistosamente arrugginite e una tana di “un non meglio individuato animale”. A Castagnari, oltre alle tubature arrugginite, veniva rilevata la formazione di muffe, la presenza di materiale inerte, il soffitto e le pareti scrostate, ed escrementi di ratti sui gradini della scala che dà accesso alla vasca. I problemi principali, rispetto ai campioni d’acqua prelevati, erano a Timpone e a Castagnari, che vennero sottoposti a sequestro preventivo il 1° marzo 2011 per l’elevata carica batterica riscontrata. Per le stesse criticità, il 7 marzo venne sequestrato anche il serbatoio di Ninfo. Nel corso degli anni, oltre all’inquinamento batterico, è stato costantemente riscontrato un inquinamento chimico da ferro e manganese. Rilevata, spesso, anche la una presenza anomala di ammoniaca, mentre alcune sostanze, come l’alluminio, molto spesso non venivano ricercate per inadeguatezza di strumentazione e carenza di personale qualificato.  

La situazione riscontrata nei serbatoi, dunque, è drammatica, e anche se nel frattempo in alcuni punti sono state avviate opere di manutenzione, ciò che è venuto fuori finora potrebbe essere nulla in confronto agli esiti di ulteriori fasi d’indagine che potrebbero finalmente portare alla luce la verità sull’acqua dell’invaso.    

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