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Sabato, 14 Maggio 2016 10:49

Sei anni fa l'ultimo saluto a Pasquale Andreacchi

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SERRA SAN BRUNO – Tanti dubbi ed una sola certezza. Quella di un padre e di una madre che, esattamente sei anni fa, hanno dato l'ultimo ed estremo saluto ad un ragazzo che non avrebbe mai meritato di fare una fine simile.

Era, infatti, il 14 maggio 2010 quando, nella cittadina della Certosa, si svolsero i funerali di Pasquale Andreacchi, il 18enne serrese brutalmente ucciso nell'ottobre del 2009 e la cui morte è rimasta purtroppo impunita. Una folla oceanica e, al tempo stesso, commossa si strinse quel giorno attorno al dolore del padre, Salvatore, e della madre, Maria Rosa Miraglia che, ancora oggi, attendono di ricevere giustizia e di sapere, finalmente, chi si nasconde dietro la morte del proprio figlio.

Pasquale era un ragazzo introverso, sì, ma al tempo stesso amato da tutti. Trascorreva gran parte delle giornate al maneggio di famiglia, in compagnia del padre. Così come aveva fatto anche l'11 ottobre 2009, giorno della scomparsa, quando intorno alle 19, Pasquale – dopo essere rincasato – decide di uscire nuovamente per comprare le sigarette. Poche, centinaia di metri separano l'abitazione del giovane dal tabacchino situato praticamente nel centro del popoloso centro montano. Purtroppo, però, il 18enne non fa più ritorno. La mattina seguente, la madre, Maria Rosa, non vedendo il figlio a letto, inizia a sentire parenti e amici per capire se qualcuno lo avesse visto ma, non riuscendo ad avere notizie, i genitori di Pasquale decidono di recarsi presso il locale Commissariato di Polizia per sporgere denuncia. Dalle attività investigative portate avanti dagli inquirenti emerge un particolare di non poco conto: il 18enne, infatti, avrebbe avuto dei problemi con un pregiudicato della zona per la compravendita di un cavallo non pagato. Pasquale, infatti, amava i cavalli, la sua unica passione. E' stata questa, dunque, la pista inizialmente portata avanti dagli inquirenti per cercare di fare luce sulla scomparsa. Passano i giorni e si arriva, dunque, al 9 dicembre, data che rimarrà per sempre impressa nella memoria della famiglia Andreacchi: a due mesi di distanza dalla scomparsa, infatti, alcuni operai comunali scoprono in un cassonetto della spazzatura un cranio con un foro provocato da un colpo di pistola ed un femore spezzato piuttosto lungo. Il 27 dicembre, poi, vengono ritrovati altri resti umani ed il 15 gennaio successivo gli esami del DNA confermano che quei resti appartengono proprio a Pasquale.

Solo a maggio, poi, Serra ha potuto dare l'ultimo saluto ad un ragazzo alto quasi due metri, sulla cui morte ancora oggi ci sono troppi lati oscuri e poche, pochissime certezze.