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Giovedì, 20 Settembre 2012 11:42

Serra, la polemica dei fiorai: 'Esclusi dalla sfilata'

Scritto da Bruno Vellone
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mini bouquetSERRA SAN BRUNO – Si è conclusa anche quest’anno la festa di Maria Santissima dei Sette Dolori a cui nella cittadina della Certosa è dedicata una splendida chiesa in stile barocco, costruita in granito locale. Era il 1694 quando il cappuccino Padre Antonio da Olivadi, come testimonia la lapide che si trova all’interno della stessa chiesa, a fondò a Serra San Bruno l’Arconfraternita di Maria SS. dei Sette Dolori. Successivamente, in onore della Madonna dal manto nero che ne indica la vedovanza, venne costruita la splendida chiesa dell’Addolorata, un tempio in granito grigio locale, a croce latina e mononavata, in stile barocco e dal frontespizio a forma semiellittica, costruito dopo il 1775 su progetto dell’architetto serrese Biagio Scaramuzzino. Ma quest’anno le cose non sono andate per il verso giusto e la festa si è conclusa con alcuni strascichi polemici.

Sul banco degli imputati la sfilata di abiti da sposa avvenuta nella serata di martedì quando per lo stradone centrale di Corso Umberto I, alcune coppie improvvisate hanno rievocato i costumi nuziali di un tempo attraverso alcuni abiti da sposa per l’eccezione rimessi a nuovo. Per l’occasione, secondo quanto affermano alcuni fiorai serresi che hanno diffuso un documento alla stampa, pare che non gli sia stata data la possibilità di contribuire all’addobbo dello splendido scenario cittadino che è stato teatro della sfilata. «Gli organizzatori – si legge nel documento - hanno sottovalutato di comune accordo i fioristi di Serra San Bruno, che più o meno rappresentiamo una fattiva presenza ad aver le attività commerciali ubicate in questo territorio e sopratutto specializzati in addobbi floreali per cerimonie e non solo». I fioristi serresi si chiedono quindi «come mai non siamo stati in grado di esplicare la nostra professionalità, in quanto di tutto l'addobbo floreale utilizzato per la serata (mazzetti da sposa, ciotole varie) se ne è occupata una fiorista di Torre di Ruggero. Siamo Stati definiti sin dal principio non idonei per poter abbellire la serata? Oppure i nostri concittadini preferiscono presentare le professionalità forestiere? E' questo – si chiedono ancora - il modo di incentivare l' economia serrese?». Fatto sta che, secondo alcuni fioristi serresi «alcuni di noi commercianti volevamo offrire come sponsor gli addobbi floreali , per far si che la serata diventasse una vetrina per gli sposi futuri, ma gli organizzatori hanno rifiutato la nostra offerta. Come si fa a ribadire sempre "Rivalutiamo il nostro territorio"? Se i presupposti sono questi? Noi non rimaniamo attoniti e in silenzio e difendiamo le nostre competenze».

(articolo pubblicato su Il Quotidiano della Calabria)

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