Il provvedimento aveva di fatto bloccato il traffico di rifiuti in entrata ed in uscita dall’impianto ai cui punti d’accesso, gli uomini della Polizia giudiziaria del Corpo forestale dello Stato (sezione Tutela ambiente e territorio) congiuntamente ai colleghi del comando Stazione di Serra San Bruno, avevano applicato i sigilli. Consecutivamente era arrivato prima il provvedimento di convalida del sequestro, operato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vibo Valentia, ed ancora dopo il via libera per l’avvio delle attività di sgombero dell’ingente mole di immondizia depositata nella struttura: plastica, vetro, carta, rifiuti ingombranti, pneumatici, elettrodomestici, ferraglia e quant’altro, cumulati fra di loro come se si trattasse di una vera e propria discarica a cielo aperto. 

Una condizione questa che ha finito, nel corso dei mesi, per snaturare la funzione di isola ecologica per lo stoccaggio provvisorio dei rifiuti e che ha, presumibilmente, messo a repentaglio la qualità dell’area dove è ubicato l’impianto e dei terreni immediatamente limitrofi, molti dei quali destinati a coltura. La struttura, inoltre, è costeggiata dal torrente Leonà, affluente dell’Ancinale, che, anche questo, potrebbe aver risentito della cospicua quantità di percolato sprigionatasi dai rifiuti depositati a lungo alla mercé delle intemperie metereologiche.

Lo sgombero era stato, dunque, avviato nelle settimane passate, sotto la gestione del commissario prefettizio Sergio Raimondo, alla guida del Comune di Serra San Bruno dall’inizio dell’aprile scorso. Le attività sono procedute con un ritmo abbastanza spedito, tanto che in pochi giorni si è arrivati a liberare completamente la stessa struttura, sita sull’ex strada statale 110, dall’ammasso di immondizia. In particolare nella giornata di venerdì 13 maggio numerosi sono stati gli autotreni giunti in prossimità dell’impianto che, una volta caricati i rifiuti, hanno provveduto al trasporto degli stessi presso il centro di lavorazione di Lamezia Terme dove sono stati destinati allo smaltimento. 

Poche certezze arrivano al momento rispetto all’utilizzo futuro dell’impianto, ancora interessato dal provvedimento di sequestro, per il quale permane quindi il divieto di trasporto e deposito dei rifiuti. In ogni caso pare scontato che l’area necessiti di un’approfondita operazione di bonifica.