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Giovedì, 09 Agosto 2012 15:37

Il Prisma: da venerdì a domenica a Serra collettiva di fotografia con asta al ribasso

Scritto da Salvatore Albanese
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SERRA SAN BRUNO - mini manifesto_il_prisma_800Fotografie che parlano da sole. Per ciò che ritraggono, per quello che esprimono, per il modo con cui sono state scattate, per la filosofia che ispira chi ne è autore e che, a volte, traspare da esse. Visitare la prima mostra collettiva de ‘Il Prisma’, significa immergersi nella fotografia che è ricerca. È scoperta del mondo, di un mondo libero e autosufficiente che è indifferente alle nostre leggi. Perché non scorre. È bloccato. Perché fotografare significa fermare per sempre un istante che non tornerà mai più. Ogni giorno, dal 10 al 12 agosto, dalle quattro del pomeriggio nei pressi del Santuario di Santa Maria e dalle 21.00 sulla centralissima P.zza San Giovanni a Serra San Bruno, andrà in scena la prima Collettiva di Fotografia ‘Il Prisma’. La tre giorni trae ispirazione dalla rubrica fotografica settimanale curata su ‘Il Vizzarro’ da Filippo Rachiele, che costituisce il sodalizio artistico del trio di giovani fotografi serresi, assieme a Salvatore Federico e Biagio Tassone.

Salvatore Federico è principalmente, ma non solo, un fotografo naturalista, che focalizza proprio la natura come epicentro della bellezza. Capace di disegnare con la luce scenari incantevoli, rubati nel cuore dei massicci montani delle Serre e di rigettare con forza la dignità perduta da quella parte di mondo schiava della cementificazione a tutti i costi. I corsi fluviali, la vegetazione, i tramonti al di là delle punte imbiancate dei pini. I colori quasi sempre virati in bianco e nero che raccontano le sfumature ed i profumi del ciclo ameno delle stagioni. Meraviglie libere dalla contaminazione della mano umana, in cui è il soggetto stesso che emoziona. Una fotografia sciolta, capace di arricchire una bellezza che c'è già, trasmettendo emozioni che è la natura a generare nell'uomo e sull’uomo. Immagini eteree, limpide ed impalpabili. Leggere ma allo stesso tempo cariche di emotività. Carpite da un profondo rispetto per la natura, per la terra su cui Salvatore è capace di tracciare in punta di piedi meravigliosi solchi fotografici.

BiagioTassone è un artista imperfetto. Forse quello più impulsivo e spontaneo dei tre, ma non il più semplice. Prestazioni fotografiche ricche di contrasti poco equilibrati, inquadrature limitate e volutamente imprecise. Distanti dai canoni classici. Sporcate, come schizzi di fango, dall’estro della superficialità, ma capaci di trasmettere emozioni intense, spesso più di un’immagine nitida e pulitissima. Angoli, vicoli, strade poco battute, il grigiore dei muri con su impresse le ombre di un volo liberatorio, che si trasformano in cornice ideale della fotografia figlia di un esploratore globe trotter, pronto ad immortalare la vita sempre uguale della provincia italiana o le onde tumultuose di generazioni irrequiete. Quella di Biagio è una ricerca antropologica, priva di ogni banalità ed improvvisazione. Pronta a smascherare l’ovvio. Una ricerca in cui ha saputo cogliere col suo obiettivo i grandi cambiamenti della storia attuale, immergendosi in quel calderone culturale che è l’Europa del nuovo millennio. In un mondo in continuo divenire, ricco di sperimentazioni visive.  

Filippo Rachiele è forse l’artista più polivalente del trio. Proporrà immagini che spaziano dal vivere quotidiano alle street foto, dalla macro fotografia all’incantevole ultima nevicata. Capolavori che misurano lentamente gli spazi e che si muovono adagio, senza far rumore. Così vivi e reali da indagare superbamente anche il minimo dettaglio. Straordinarie vedute dove la luce diviene la carta d’identità dei luoghi rappresentati. Filippo si dimostra capace di uno sguardo pronto a far riaffiorare i sapori di un piccolo gesto. Di bambini e persone qualunque che vivono il passare del tempo con occhi semplici, senza sensazionalismi o colpi di teatro. Qui le immagini sono caratterizzate da zone fortemente nitide e illuminate, contrapposte a sfondi appena percepibili, quasi sfuocati. Il risultato è quello di avere una fotografia che è appunto combinazione di realtà e fantasia. Una fotografia che trae magnificamente origine dall’attenzione costante di chi è ancora capace di fermarsi a meditare sulle sottigliezze che sfuggono a chi è abituato a correre senza fermarsi mai. Un mondo lontano anni luce dalle convenzioni che ci rendono schiavi di quello che non è essenziale. Della velocità.

L’evento, completamente autofinanziato, prevede una ‘vendita’ inedita delle opere in esposizione tramite un’asta paradossalmente al ribasso. Un meccanismo semplice e curioso con cui si potranno scegliere sia le foto che l’importo con cui aggiudicarsele, attraverso il semplice acquisto di un biglietto da 0,50 euro. A conclusione della tre giorni, sarà quinti l’offerta unica inferiore a portarsi le foto in palio a casa. Tutte le offerte uguali si elimineranno a vicenda. Un motivo in più per prendere parte a questa attesa mostra fotografica caratterizzata da opere a tutto tondo, abilmente sospese nel tempo. Da soggetti incantevoli, che appartengono alla nostra quotidianità. A quelle immagini semplici e libere, che ci circondano ogni giorno, che il più delle volte guardiamo ma non riusciamo a vedere. Una fotografia capace di comunicare un senso che abbia un posto anche nell'esperienza degli altri. Per sentirci liberi in un frammento di secondo che non c’è più.

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