Venerdì, 18 Novembre 2016 18:33

Serra, l’'arte-spazzatura' dell’Istituto Fidia. La scuola inaugura il 'laboratorio di riciclo creativo'

Scritto da Bruno Greco
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“Arte-spazzatura”, un attributo che in questo caso piuttosto che declassare la disciplina ne qualifica soprattutto l’aspetto sociale. È così che l’Istituto d’Arte Fidia di Serra San Bruno ha deciso, grazie ad una idea del professore Orlando Serrao, di inaugurare con gli allievi della scuola un “laboratorio di riciclo creativo”. Un modo per dire no agli sprechi e denunciare a tutti i costi la cultura dell’“usa e getta”. Per un periodo dunque, gli studenti dell’Istituto d’Arte Fidia vestiranno i panni degli artisti figli della “Junk Art”, che negli anni ’60 sperimentarono un modo di creare differente, partendo proprio dai materiali di scarto. 

«Il progetto e l’idea – spiega il professore – nasce dalla volontà di mostrare ai ragazzi il valore del recupero e del riuso dei materiali, per educarli a combattere gli sprechi nel rispetto dell’ambiente durante la vita di tutti i giorni. L’utilizzo fantasioso dei materiali di recupero come oggetti di uso comune, elementi naturali, materiali di scarto, ecc. stimola la creatività e la fantasia, la capacità critica e la progettazione. L’attivarsi nella ricerca, nell’ideazione, nella costruzione, nella trasformazione creativa delle cose (solitamente ritenute inutili) in oggetti artefatti, fa vivere ai ragazzi una “pausa positiva”». 

Mentre il mondo dell’Istruzione introduce nella didattica l’utilizzo delle nuove tecnologie, il professore Serrao, parlando di “pausa positiva”, propone agli studenti di fare un passo indietro, prediligendo la manualità tipica del mondo dell’artigianato che in questo caso si presta all’arte. 

Come i Futuristi, che nelle loro profetiche opere già delineavano i tratti di un mondo votato alla frenesia, allo stesso modo gli studenti del Fidia si fanno critici della “velocità” guardando oltre l’aspetto meramente tecnologico, che oggi ingloba completamente la nostra vita. 

«Momenti fondamentali – ha sottolineato Serrao parlando del suo laboratorio didattico – in una società sempre più votata alla velocità all’apparenza e alla tecnologia, nella quale i ragazzi si trovano a essere sommersi da distrazioni e stimoli non sempre sani. In questo caso l’attività laboratoriale offre una direzione diametralmente opposta, dove c’è la necessità di fermarsi, rallentare, concentrarsi, fare silenzio, approfondire, essere presenti a se stessi e agli altri e maturare quella sicurezza che spesso oggi manca ai ragazzi. Il laboratorio, con l’avvicinarsi delle festività natalizie, è impegnato nel produrre oggetti di eco-design, realizzati con tecniche artigianali e assemblati in modo insolito e creativo, con l’obiettivo di liberare il potenziale estetico insito in ciascun materiale. Nascono così decorazioni natalizie, fiocchi di neve all'uncinetto, candele, ghirlande e molti altri oggetti, decorativi e, nello stesso tempo, funzionali». 

Un laboratorio creativo che si prefigge di lanciare una vera e propria sfida alla società dei consumi e dell’“usa e getta” «dimostrando che si può guardare ai rifiuti e agli scarti non più (o non semplicemente) come a dei pesi di cui liberarci ma come a delle vere e proprie risorse». L’obbiettivo primario del professore Orlando Serrao e dell’Istituto d'Arte Fidia è dunque quello di fondere l’arte contemporanea con il riuso dei materiali di riciclo al fine di realizzare una Factory dedita alla produzione artistica. 

«Far riscoprire ai ragazzi – ha spiegato infine Serrao – la manualità che, a causa dei videogiochi, dei computer, dei social network hanno perso o poco sviluppato. Fargli ritrovare il piacere di collaborare tutti insieme, di partecipare a un’esperienza che va fuori dalla solita routine scolastica, in una dimensione dove la fantasia e la creatività potrà trovare pieno sfogo, sperimentando attivamente le regole e le tecniche che sono alla base del linguaggio visivo, e che, allo stesso tempo, documentano come l’opera d’arte non sia il semplice risultato di libera creatività espressiva, ma anche il frutto di un lungo e sapiente lavoro di ricerca e artigianato». 

Un modo per mostrare dell’arte sia la sua dimensione culturale che quella sociale, in un mondo votato al consumismo in cui la concezione dell’“usa e getta” la fa da padrone e ogni luogo comincia ad assumere sempre più le sembianze della Leonia descritta da Calvino nel suo “Le città invisibili”.     

L’iniziativa del laboratorio è aperta anche al pubblico.

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