Stampa questa pagina
Sabato, 28 Settembre 2019 10:15

Soriano, gli “Amici della Biblioteca Calabrese” scrivono a Mibac e Prefettura: «Il Comune non pagherà più le utenze della struttura»

Scritto da Redazione
Letto 3632 volte

Riceviamo e pubblichiamo:

Con delibera n. 72 del 23.08.2019, pubblicata in data 24.09.2019, la Giunta municipale del Comune di Soriano Calabro ha statuito che, a partire dall'01.01.2020, le forniture di energia elettrica ed acqua potabile dello stabile sede dell’Istituto della Biblioteca Calabrese non saranno più pagate dall’Ente comunale. In pratica con l’entrata in vigore di questo provvedimento l’amministrazione comunale di Soriano Calabro paralizzerà l’attività di una Istituzione culturale, centro di studi e ricerche di rilievo mondiale.

Perché?

Reca la delibera: «Questa amministrazione comunale, ponendosi in un’ottica di contenimento della spesa pubblica, sta predisponendo un piano per ridurre il più possibile le spese, soprattutto quelle che non rientrano nelle competenze dell’Ente».

Risibile, puerile pretesto.

Questo Ente ha esordito nella nuova consiliatura distribuendo a pioggia somme a squadre di calcio, a organizzatori di concorsi di “miss”, a promotori di eventi ludici, nonché indennità di funzioni ecc. In verità, nascondendosi dietro la foglia di fico della «spending review», il neosindaco cerca di portare la sua personale guerra contro il sindaco “uscente” dentro l’istituto del quale quest’ultimo è direttore e per fare un dispetto al suo antagonista elettorale, non si perita di buttare a mare un’infrastruttura del sapere della portata della Biblioteca Calabrese.

Qui vengono in rilievo beni e valori costituzionalmente rilevanti che, come sottolinea la miglior dottrina costituzionalista «interessano e definiscono il rapporto fra uomo e natura».

L’articolo 9 della nostra Costituzione così recita: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica». Alla stregua di questo dettato, divenuto precettivo nel corso di questi ultimi 50 anni, è indubbio che la misura demolitrice della Biblioteca adottata dal Comune di Soriano Calabro collide con la lettera e con lo spirito della norma costituzionale citata. È un provvedimento aberrante che mutila la comunità di una sua articolazione essenziale per il pieno sviluppo della persona umana dunque viola anche la norma sancita dall’articolo 3 della Carta. E non è una superfetazione affermare che reca turbamento, disorientamento e offesa alla sensibilità etica della comunità tutta, la quale avverte la sensazione di essere trattata come massa amorfa di trogloditi. È allarme sociale: perché, se per motivi così abietti e futili un sindaco arriva a trattare la cultura come uno straccio sporco, cosa altro ci possiamo aspettare?

Può fare questo il sindaco di Soriano? Chi ci può difendere e tutelare da questo attacco barbaro e volgare?

La Direzione dell’Istituto, colpevolmente inerte, è silente e assente. Forse non ha ancora elaborato la “sindrome di Stoccolma” nella quale è stata risucchiata dalle paure suscitate dagli strepiti e dalle minacce giustizialiste berciate dal neo sindaco all’indomani della sua conquista    del Palazzo comunale. Ma questo aspetto riguarda il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto che annovera fra i suoi membri intellettuali di vaglia.

Da parte nostra, cittadini che credono nel valore della cultura e della conoscenza, chiediamo che le Ecc.me Autorità in indirizzo si attivino per restituire alla collettività della Provincia di Vibo Valentia un bene essenziale per la sua crescita sociale, soprattutto nella nostra realtà ambientale percorsa dall’onda mafiosa che, fatalmente, si gonfia e dilaga ancor più minacciosamente quando la cultura arretra.