Mercoledì, 02 Gennaio 2013 19:40

Calabria canta e piange. Da Mastro Bruno a Lou Palanca, passando per Ciccio Svelo

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mini pagine_perduteLuigi Silipo. Bruno Pelaggi. Ciccio Svelo. Storie diverse, sbagliate. Forse ancora aggrappate ad un filo, sempre più esile e consumato, sfibrato dal peso del passato. Logorato come la terra che quelle storie le ha partorite e poi fagocitate. E’ il filo della memoria, di una Calabria che si è dispersa in tanti rivoli asciugati dal tempo. Alcune storie però riemergono anche dalla terra inaridita, come fili d’erba che valicano il cemento armato. Luigi Silipo era un comunista catanzarese, ucciso tra i vicoli della sua città il primo aprile 1965. Un dirigente che aveva il suo peso nel partito, spesso scomodo. Era impegnato anima e corpo nella lotta al fianco dei contadini calabresi. Affrontava a muso duro i proprietari terrieri che opprimevano i lavoratori servendosi della manovalanza della ‘ndrangheta che, di lì a breve, avrebbe conquistato il mondo. Si opponeva con forza, isolato nel suo partito, alla nuova urbanizzazione che avrebbe generato la Catanzaro cementificata che conosciamo oggi. La sua storia, dimenticata, è al centro del romanzo “Blocco 52”, di Lou Palanca, autore collettivo che sul mistero della morte di Silipo ha intrecciato altre meravigliose storie che, da Catanzaro a Praga, prendono corpo e vita sul cadavere del Novecento

, raccontano la società che sarebbe potuta essere e che non è stata. Lou Palanca non cerca di ricostruire la verità storica, non si affanna a cercare la soluzione di un mistero perduto. Più che la morte di Silipo, racconta la sua vita, la storia perduta di un uomo che ha lottato, da solo, in una Calabria che stava per perdere definitivamente la sua identità. Una regione che stava rinunciando alla bellezza.

Ai tempi di Silipo i calabresi cominciavano ad assaporare il veleno dell'assistenzialismo che avrebbe disidratato la regione di ogni sapere. Cinquant’anni prima, alle porte del primo conflitto mondiale, moriva Bruno Pelaggi. Era depresso e stanco. Nato e vissuto a Serra San Bruno, la sua storia ha attraversato due secoli. Era cresciuto sotto il regime borbonico, aveva sperato nell’Unità d’Italia, ma poi fu la fame, ancora prima del suo intelletto fecondo, a fargli capire che in Calabria lui mai avrebbe visto “l’arva”. Fu un poeta dialettale, interprete e narratore tagliente della realtà che viveva la classe operaia calabrese, i contadini, gli artigiani che come lui furono risucchiati dalla miseria postunitaria e finiti in un buco nero. Senza memoria. Sta per concludersi l’anno del Centenario della sua morte. “Il Brigante” lo ha ricordato con rappresentazioni teatrali, concerti e reading di poesia. Il comune di Serra ha latitato, se n’è ricordato solo quando l’anno del Centenario è finito, e per pubblicizzare un’iniziativa tardiva ha "rubato" un’immagine creata proprio dall’associazione che, per non farsi mancare nulla, gli amministratori serresi tentano di boicottare in ogni modo.

“Duvi ‘ncappamma nui”… avrebbe detto beffardo e rassegnato mastro Bruno. Una rassegnazione diffusa in questa terra, ma che non era per nulla familiare a Ciccio Svelo. Un uomo, un guerriero vissuto nella Calabria che Silipo e Pelaggi non riuscirono a cambiare. Era l’avvocato dei migranti, la faccia al vento in ogni lotta dei movimenti calabresi, dal No Ponte all’acqua pubblica, dalla Rete “Franco Nisticò” ai No Alaco. Un ruolo da protagonista, il suo, nella creazione di bellezza nella Calabria degli ultimi decenni: Paleariza, Re Niliu, Radio Out of the Shell, Csoa Cartella, Autori Appesi. Molto altro. E c’era sempre la sua mano. Uno stratega della lotta, un collettore di speranze.

Quando Ciccio è morto all’improvviso, nell’estate del 2011, si sentiva di casa a Serra San Bruno, tra i briganti. Era a casa. La sua storia oggi continua tra le mura di quest’associazione. Il suo volto è proprio sui muri, in questo scalcinato olimpo di periferia, tra Sharo Gambino e Dizzy Gillespie, tra Che Guevara e Peppe Ranieri. Le loro storie, quelle di mastro Bruno Pelaggi, di Luigi Silipo, di Ciccio Svelo, stanno germogliando su questi muri, come in mille altre stanze di altre mille periferie di una regione che da sempre è periferia di se stessa. La Calabria che canta e piange, direbbe Sharo.

 

5 GENNAIO 2013 - ASSOCIAZIONE CULTURALE "IL BRIGANTE", SERRA SAN BRUNO

PAGINE PERDUTE

CALABRIA CANTA E PIANGE: DA MASTRO BRUNO A SHARO GAMBINO, DA CICCIO SVELO A LOU PALANCA

- ore 17,30
Presentazione del romanzo "Blocco 52" di Lou Palanca. Con LOU PALANCA 2

- ore 20,30
Cena sociale, blues e poesia.
Con GIANNI CUSUMANO, GIANCARLO GALANTE E FRANCESCO VILLARI.
Incursioni poetiche di ULUCCI ALI'

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    «Effettuare le dovute prenotazioni in totale autonomia tramite internet, scegliendo giorni e orari tra quelli disponibili, evitando al tempo stesso lunghe telefonate o estenuanti file agli uffici».

    Sono queste, in sintesi, le proposte avanzate dal consigliere regionale vibonese Vincenzo Pasqua e contenute in una mozione rivolta al presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio.

    «Si tratta di un’iniziativa – afferma Pasqua – per snellire le procedure di prenotazione e pagamento delle visite specialistiche ed ambulatoriali nelle strutture sanitarie della Calabria. È una proposta tanto semplice quanto rivoluzionaria. L’idea – prosegue il consigliere regionale – è di permettere agli utenti della sanità calabrese di potere effettuare le prenotazioni e i relativi pagamenti utilizzando Internet, attraverso i portali istituzionali delle diverse Aziende ospedaliere e sanitarie o comunque nel modo che verrà ritenuto più opportuno. Uno strumento da affiancare a quelli già esistenti – ovvero gli uffici ticket e il Centro unico di prenotazione – che sia al passo con la tecnologia e permetta un notevole risparmio di tempo a chiunque disponga di una semplice connessione internet, da smartphone, tablet o pc, magari realizzando una apposita App. Ad ognuno, con la prescrizione del medico curante che contiene tutte le informazioni necessarie – continua Pasqua – sarà quindi consentito di effettuare le dovute prenotazioni in totale autonomia, scegliendo giorni e orari tra quelli disponibili ed evitando lunghe telefonate o estenuanti file agli uffici, che a volte richiedono addirittura, per chi non può farne a meno, un giorno di permesso dal proprio posto di lavoro. È assolutamente doveroso andare incontro alle legittime istanze della popolazione calabrese, ed è nostro compito, fare in modo che la qualità della vita di ogni singolo cittadino, dal primo all’ultimo, migliori in ogni campo. E come tutti sappiamo quello della sanità è un settore che tocca le vite di ognuno di noi. Nel 2018 la politica deve attivarsi ancora più di prima per sfruttare appieno le immense opportunità offerte dalle innovazioni tecnologiche. In questo caso, con la mia mozione intendo proprio massimizzare i vantaggi per l’utenza calabrese: fare risparmiare tempo ai cittadini, riducendo di conseguenza le file agli sportelli, ed offrire un servizio che costerà un’inezia all’amministrazione regionale ed è pensato per tutti».

    E ancora: «La mozione nasce da una serie di considerazioni preliminari: non di rado, infatti, abbiamo assistito al blocco del sistema delle prenotazioni delle visite mediche, dovuto a cause diverse. Dobbiamo tenere presente che simili ritardi ingenerano sfiducia e disagi nell’intera popolazione, con notevoli ricadute anche sul piano dell’efficienza del sistema sanitario regionale. Purtroppo c’è da considerare anche che alcuni strumenti adottati, come il numero verde o la possibilità di effettuare prenotazioni nelle parafarmacie, non è riuscita a colmare del tutto il gap esistente tra la domanda di servizi e le possibilità offerte. È inconcepibile assistere a file interminabili con persone sofferenti. Ecco perché, nell’era del digitale, bisogna sfruttare queste occasioni e migliorare quanto più possibile i servizi, specie nel campo della sanità e della tutela del bene-vita. Il fine della mozione – conclude Pasqua – è dunque quello di impegnare la Giunta regionale a volere verificare l’opportunità di attivarsi nella direzione e con le modalità che riterrà più opportune al fine di risolvere la delicata problematica».

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