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Lunedì, 23 Giugno 2014 14:38

Rischio idrogeosismico. Il Vibonese è terzo. 3 calabresi nelle prime 4 posizioni - LA CLASSIFICA

Scritto da Salvatore Albanese
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rischio idrogeologico1L’Aitec (Associazione italiana tecnico economica cemento) ha presentato di recente, al Maxxi di Roma, una ricerca sui territori soggetti a maggiore rischio idrogeologico e sismico. Secondo i riferimenti statistici riportati dall’associazione confindustriale è nel Meridione che si individuano le zone da considerare a maggiore rischio sismico e idrogeologico di tutta Italia. I dati sono stati resi noti durante il convegno annuale del sodalizio a cui ha partecipato questa volta anche il numero uno di Viale dell’Astronomia, Giorgio Squinzi.

Nel dettaglio, la provincia di Vibo Valentia si è posizionata – secondo i ricercatori – alla terza posizione, superata soltanto dalla provincia di Napoli al primo posto e da quella di Reggio Calabria al secondo. Quindi, sul podio dei territori con maggiori criticità ci sarebbero addirittura due calabresi su tre. Scalando la graduatoria i dati non appaiono di maggior conforto. Basta infatti arrivare già al quarto posto per incontrare la provincia afferente al capoluogo regionale Catanzaro, seguita poi da Roma, Genova e L’Aquila.

L’indagine è stata realizzata come analisi propedeutica alla messa in sicurezza del territorio ed ha portato alla definizione di una mappa delle province a maggior fabbisogno di riqualificazione. Se il Napoletano è risultato essere il territorio sottoposto a maggior rischio, secondo l’indicatore sintetico utilizzato nello studio, emerge però in maniera inequivocabile la criticità idrogeosismica della Calabria, che vanta il poco confortante record di ben tre province nelle prime quattro posizioni.

L’indicatore utilizzato dal centro studi di Aitec si basa sulla combinazione della pericolosità sismica (frequenza ed effetti dei terremoti) con i dati storici relativi al dissesto idrogeologico (frequenza ed effetti di frane e di piene). I disastri naturali, si osserva ancora nel report redatto dall’ufficio studio di Aitec – nel quale si fa riferimento anche a dati Ance-Cresme – risulterebbero in «costante aumento negli ultimi 15 anni, ed hanno generato un costo di circa 3,5 miliardi di euro all’anno: sarebbe sufficiente destinare il 20% di questa somma, pari a 700 milioni di euro, per mettere in sicurezza i territori individuati prioritariamente». Ma si sa, storicamente, soprattutto nel Sud Italia, prevenire non è mai stato meglio che curare.

Ecco di seguito la classifica che individua le dieci province che rischiano di più dal punto di vista idrogeologico e sismico.

1. Napoli (Campania)
2. Reggio Calabria (Calabria)
3. Vibo Valentia (Calabria)
4. Catanzaro (Calabria)
5. Roma (Lazio)
6. Genova (Liguria)
7. L’Aquila (Abruzzo)
8. Isernia (Molise)
9. Benevento (Campania)
10. Messina (Sicilia)

 

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