Mercoledì, 04 Aprile 2012 12:31

Caso Belsito. Ciconte: avevo denunciato tutto due anni fa

Scritto da Redazione
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mini thumbfalsecut1333476731591_475_280riceviamo e pubblichiamo nota stampa di Rubbettino editore:

La notizia dell’avviso di garanzia a Belsito, giunta come un fulmine a ciel sereno sui cieli della Padania non ha certo colto di sorpresa Enzo Ciconte, autore del libro “Ndrangheta padana”, edito da Rubbettino e disponibile sia in libreria che in formato ebook. “Ho denunciato tutto due anni fa – ha dichiarato ai nostri telefoni Ciconte – la ‘ndrangheta è sempre più un problema del Nord.

Cresce al Nord e qui prospera, guarda caso, proprio nei territori governati dalla Lega. Nei luoghi dove si è affermato lo slogan ‘Padroni in casa nostra’ si scopre che i padroni veri sono gli ‘ndranghetisti”. Il libro di Ciconte tocca nel vivo un nervo scoperto: quello che lega imprese, ‘ndrangheta e politica, una triade che molti consideravano finora legata a doppio filo solo in Calabria ma che invece si scopre essere intimamente legata a Nord come al Sud con gli stessi criteri e con i medesimi meccanismi di scambi di soldi, favori, e interessi politici. Per la Lega , osserva Ciconte nel libro, la ‘ndrangheta non è mai stata una priorità. La vera priorità della Lega è stata la sicurezza, declinata come pericolo proveniente dagli extracomunitari. Si è abbassato così il livello di guardia e si è garantita alla ‘ndrangheta la possibilità di operare indisturbata e toccare tutti i livelli della società civile, compresa a quanto pare la stessa segreteria amministrativa della Lega.

Il libro "Ndrangheta padana"

Omertà, pizzo, infiltrazioni mafiose nel mondo della politica e dell'impresa, summit mafiosi... parole e concetti che rimandano istintivamente al Sud. Eppure la mafia, e in particolar modo la 'ndrangheta, non è un problema unicamente meridionale, non è affare che riguarda solo“i terun”.La 'ndrangheta è l'unica organizzazione criminale ad avere due sedi, Reggio Calabria e Milano. La“Padania” è da decenni teatro di loschi affarie di intrecci ancor più sporchi e, nonostante se ne parli ormai da tempo, politici e amministratori locali, con lodevoli eccezioni, fingono di non vedere o negano spudoratamente l'evidenza. Gli 'ndranghetisti hanno il controllo di una parte del territorio, hanno molti soldi e li prestano a usura, si sono impossessati di case, alberghi, bar, ristoranti, pizzerie, supermercati, imprese, sono presenti nei gran! di appalti dell'Alta velocità e hanno lambito quelli dell'Expo. E’ la mafia dei colletti bianchi, degli uomini cerniera, degli insospettabili, degli uomini invisibili. L'autore getta finalmente luce su questa realtà finora sommersa, fa nomi e cognomi di politici, imprenditori, professionisti legati a doppio filo alla 'ndrangheta e che pure continuano a occupare posti di prestigio e di potere in Lombardia e in tutto il Nord.

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    Riceviamo e pubblichiamo:

    I consiglieri comunali sedicenti Pd della città di Vibo Valentia, dopo aver celebrato ieri mattina il Festival del pretesto e dell'ipocrisia, prima ancora di scendere dalle scale di via Argentaria hanno incassato l'ennesima figura barbina.

    Mentre in effetti Russo e compagni affastellavano argomenti e ricercavano giustificazioni per definire un inciucio politicamente inqualificabile, il consigliere Stefano Luciano li scavalcava a sinistra sul tema che di più mette a nudo le incoerenze e le timidezze del gruppo: la sfiducia a Costa.

    Dalle chiacchiere ai fatti, già oggi in sede di approvazione del DUP abbiamo verificato quanto regge il patto di potere sancito - officiante Vito Pitaro, con Mangialavori e il centrodestra - sulle elezioni provinciali di Vibo. Gli eroici tutori dell'ortodossia democratica in salsa vibonese hanno fatto ancora una volta da stampella a Costa e dimostrato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quali erano i contorni del baratto politico stipulato in sfregio al Pd di tutto il territorio vibonese.

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    Pino Pellegrino

    Dirigente del Partito democratico

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