L’amministrazione comunale di Fabrizia, guidata dal sindaco Francesco Fazio, risponde alle accuse «alquanto poco fondate e farlocche, rispedendo al mittente l’accusa di poca trasparenza e legalità sulla gestione della cosa pubblica, ricordando innanzitutto che la chiusura dello SPAR è la conseguenza della gestione poco trasparente, se così si può definire, dell’attuale minoranza, che sembra ormai aver dimenticato l’operato svolto, incarnando la veste di paladina della giustizia».

Con riguardo, in particolare, alla chiusura della Bper, l’amministrazione precisa che «è stato fatto di tutto per scongiurare la chiusura della filiale in modo legale e trasparente, perché siglare accordi sotto banco non è di certo caratteristica di questa amministrazione. Di certo siamo d’accordo nel confermare questa scelta ha creato e crea disagi alla nostra comunità, ma non di certo la chiusura non può essere additata all’amministrazione comunale, che si è lottata per avere e lasciare un servizio essenziale per i cittadini con l’istallazione di uno sportello evoluto, uno dei pochi comuni che su 48 filiali chiuse ha ottenuto la concessione dello sportello evoluto. Sembra che la minoranza abbia preso a cuore questa situazione per poter fare propaganda politica. Ricordiamo che la campagna elettorale è ancora lontana. Finalmente - proseguono i componenti della maggioranza - nel periodo estivo cittadini ed emigrati possono gioire e usufruire di una doccia, cosa che non avveniva da circa 10 anni. Cara minoranza farlocca, c’è tempo per la campagna elettorale ed ai cittadini a tempo debito verrà illustrato l’operato svolto. Precisiamo, inoltre, che gli obiettivi contenuti nel programma elettorale si stanno trasformando in realtà: abbassamento TARI, installazione wi-fi e videosorveglianza, potenziamento raccolta differenziata, risparmio energetico, bitumazione strade interne, acquisto dei libri scolastici. E ancora siamo agli inizi. Il risultato migliore è che l’attuale amministrazione non chiude le porte in faccia ad alcuno, né ai sostenitori, né tantomeno agli avversari politici».