Giovedì, 10 Maggio 2012 13:27

Randagismo, il Comune sigla una convenzione con un canile: meglio tardi che mai

Scritto da Salvatore Albanese
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mini caniIl comune di Serra San Bruno per arginare l’ormai incontenibile fenomeno del randagismo ha firmato una convenzione per il recupero ed il ricovero dei cani abbandonati in intesa con il canile “Oasi Canina” di San Gregorio di Ippona. Il provvedimento arriva con la delibera n.60 dell’8 maggio 2012, quindi con ben 8 mesi di ritardo. Infatti secondo la Legge 281 del ’91 (in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo) spetta ai  comuni, singoli o associati, provvedere al risanamento dei canili comunali

esistenti o attuare una convenzione con strutture idonee al servizio. Quindi già in fase di approvazione del bilancio di previsione, deliberato nel settembre 2011, si sarebbe dovuto inserire fra le voci in uscita l’impegno di spesa per il “servizio canile”. La cosa, contrariamente a quanto previsto dalla già citata legge, fu omessa, tanto che nella stessa seduta del settembre scorso, la minoranza aveva fatto notare la consistente lacuna, motivo che, fra gli altri, aveva indotto i consiglieri di opposizione ad astenersi dal votare l’approvazione dello stesso bilancio di previsione. La delibera arriva quindi in grave ritardo, dopo le denunce del Vizzarro, dopo il caso dell’aggressione, seppur non eccessivamente violenta, di un cane contro una bambina sul centrale C.so Umberto I, in seguito all’avvelenamento di diversi cani, alle proteste di molti cittadini che si erano visti turbare il sonno notturno dalla mole copiosa di cani raccolti nelle vicinanze dei numerosi bidoni dei rifiuti reintrodotti da circa un anno per le vie del paese. Ad ogni modo, meglio tardi che mai, per un problema che stava divenendo sempre più grave visto il cospicuo numero di cani randagi presenti in quantità pericolosamente ingente per le vie del paese e visto il macabro e sempre più diffuso rituale dell’avvelenamento dei cani.

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    In pieno contrasto a quanto asserito, quindi, soltanto 48 ore prima, il primo cittadino Bruno Rosi ha sottoscritto una nuova ordinanza, questa volta di deroga parziale di quella emessa in precedenza, attraverso la quale viene accertata la potabilità esclusivamente dell’acqua erogata dalla stessa Sorical. Mentre la restrizione è da ritenersi ancora in vigore per i due serbatoi che si approvvigionano dalle sorgenti comunali di “Guido” e “Ninfo”.

    Ancora una volta i campionamenti sarebbero stati effettuati da tre fontane pubbliche rifornite dalla rete Sorical, ubicate in pieno centro cittadino (punti di prelievo di piazza San Giovanni, piazza Mons. Barillari e C.so Umberto I). Dalle tre fontane, che erogano la stessa acqua che giunge alla maggior parte delle abitazioni ubicate sul territorio comunale, in precedenza era emersa un'anomalia riferita al parametro del "cloro attivo libero", riscontrato in accesso rispetto ai limiti sanciti dal D.Lgs. 31/2001 che regola la qualità delle acque da adibire all’uso umano.

    Ma per il provvedimento utile a ripristinare la parziale potabilità, il dato che più è emerso in maniera contraddittoria, è parso sicuramente quello connesso ai tempi di pubblicazione delle analisi. Infatti, mentre nel caso dell’ordinanza di non potabilità del 2 dicembre c’erano voluti ben dodici giorni di tempo dalla pubblicazioni dei risultati alla data di campionamento (i prelievi erano stati effettuati il precedente 20 novembre), adesso nel giro di poche ore, il 4 dicembre, si è arrivati addirittura nella stessa giornata ad effettuare i prelievi, le relative analisi e a fornire i conseguenti rapporti di prova accertanti la buona qualità dell’acqua. Proprio in relazione all’ordinanza di non potabilità del 2 dicembre, per mezzo stampa, prima il Comitato Civico pro Serre - da sempre sensibile rispetto alla questione “acqua potabile” - poi il deputato del M5S Paolo Parentela, avevano invitato il sindaco Bruno Rosi a pubblicare i tabulati particolareggiati delle analisi. Appelli chiaramente caduti nel vuoto.

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