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Martedì, 11 Dicembre 2012 13:02

Tana libera tutti: le Province di Vibo e Crotone non saranno abolite

Scritto da Salvatore Albanese
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mini noprovinceAlla fine Vibo e Crotone sono salve. L'eccesso di emendamenti e i tempi stretti imposti dalla crisi di Governo determinata dall’atto di “infedeltà” a Monti, da parte del sempre più ringiovanito e rampante Berlusconi, hanno mandato in fumo il tanto chiacchierato riordino delle Province. Ne hanno preso atto in una riunione notturna, iniziata ieri sera alle 20.30, il ministro per la Pubblica Amministrazione,  Filippo Patroni Griffi, e quello per i Rapporti col Parlamento, Piero Giarda. Si tratta quindi di un’emblematica marcia indietro volta alla conservazione dello status quo obsoleto e dolente dell'organizzazione statale, che mantiene così in vita le Province

: enti fasulli privi di reali competenze e di alcuna concreta utilità.

I sentori della resa sulla riorganizzazione delle Province, erano già nell’aria venerdì scorso, quando lo stesso Monti era rimasto spiazzato dalle pregiudiziali di incostituzionalità lanciate con tono di minaccia dal PdL e dalla Lega Nord. Sulla mancata conversione del decreto hanno quindi pesato degli “strani giochi” in Parlamento, come ha dichiarato lo stesso ministro Filippo Patroni Griffi. Infatti in Commissione in poche ore erano arrivati oltre 140 subemendamenti. Un numero troppo elevato di proposte la cui discussione avrebbe prolungato oltre misura i tempi per una possibile approvazione e che ha finito per costringere il Governo ad accantonare il provvedimento.

Quindi festeggiano i “filo-vibonesi e crotonesi” che di recente avevano dato vita a convegni, assemblee e cortei utili al mantenimento degli attuali assetti territoriali. Salta anche l'invasione pacifica dei sindaci del vibonese e del crotonese, in programma per oggi a Roma dove i primi cittadini erano diretti per chiedere di non procedere con l'abolizione. Per la loro felicità tutti i sindaci dei due comprensori provinciali, per la prima volta mossisi all’unanimità, potranno rindossare le meritate fasce tricolore consegnate per protesta ai prefetti nei giorni scorsi. A patto di vestirle ben linde e stirate tutte le volte che, fortunatamente, ancora una volta, potranno bussare per un qualsiasi motivo alle porte degli affaccendatissimi uffici provinciali.

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