«Considerato che l’abbandono di rifiuti plastici e d’imballaggi è fonte di grave inquinamento e pericolo per la salute pubblica – ha spiegato l’associazione ambientalista Vibonese guidata dal presidente Angelo Calzone – e che né l’Anas, né i proprietari dei terreni confinanti con la sede stradale, né il Comune territorialmente competente hanno finora assunto alcun provvedimento finalizzato alla rimozione degli stessi e al contrasto del fenomeno, invitiamo e diffidiamo il sindaco a utilizzare gli strumenti che la legge mette a sua disposizione in casi analoghi».
In particolare il sodalizio fa riferimento «all'ordinanza di cui all' art. 192 dlgs 152/2006», che dispone «la rimozione dei rifiuti e il ripristino dello stato dei luoghi ad opera dei soggetti obbligati e in mancanza procedendo all’esecuzione in danno degli stessi». Il Wwf ha inoltre fatto presente che «a mente dell’art. 328 c.p. “Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rfiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni” ».
La speranza è dunque che Costa possa nell’immediato attivare interventi utili a porre rimedio ad una situazione divenuta ormai fuori controllo. Altrimenti – vista la determinazione di Calzone e del Wwf Vibo Valentia – è assai facile che la questione possa approdare nelle sedi giudiziarie competenti.