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mini maria-brosioDimissioni improvvise. Spiegazioni improbabili, contraddittorie. Un copione scritto male, con un sottotesto poco chiaro. Il "caso Parghelia" è scoppiato ieri, quando il sindaco Maria Brosio ha rassegnato le dimissioni insieme ai consiglieri comunali di maggioranza. Alla base della decisione, secondo quanto dichiarato dalla Brosio, ci sarebbe un articolo di stampa in cui si faceva riferimento ad un componente della giunta comunale che avrebbe subito delle pressioni nell'esercizio del suo mandato. L'articolo in questione è stato scritto da Giuseppe Baglivo sulla Gazzetta del Sud, e il copione scritto male lo vorrebbe "colpevole" della caduta dell'amministrazione comunale.

mini pagine_perduteLuigi Silipo. Bruno Pelaggi. Ciccio Svelo. Storie diverse, sbagliate. Forse ancora aggrappate ad un filo, sempre più esile e consumato, sfibrato dal peso del passato. Logorato come la terra che quelle storie le ha partorite e poi fagocitate. E’ il filo della memoria, di una Calabria che si è dispersa in tanti rivoli asciugati dal tempo. Alcune storie però riemergono anche dalla terra inaridita, come fili d’erba che valicano il cemento armato. Luigi Silipo era un comunista catanzarese, ucciso tra i vicoli della sua città il primo aprile 1965. Un dirigente che aveva il suo peso nel partito, spesso scomodo. Era impegnato anima e corpo nella lotta al fianco dei contadini calabresi. Affrontava a muso duro i proprietari terrieri che opprimevano i lavoratori servendosi della manovalanza della ‘ndrangheta che, di lì a breve, avrebbe conquistato il mondo. Si opponeva con forza, isolato nel suo partito, alla nuova urbanizzazione che avrebbe generato la Catanzaro cementificata che conosciamo oggi. La sua storia, dimenticata, è al centro del romanzo “Blocco 52”, di Lou Palanca, autore collettivo che sul mistero della morte di Silipo ha intrecciato altre meravigliose storie che, da Catanzaro a Praga, prendono corpo e vita sul cadavere del Novecento

mini pasquale_primo_pianoNel dicembre di tre anni fa Serra scoprì l’orrore che fu costretto a subire Pasquale Andreacchi. Per due mesi interi, in paese erano circolate le ipotesi più disparate e inverosimili sulla sorte toccata a quel ragazzone timido che stava sempre appresso ai suoi cavalli. C’era chi addirittura sosteneva che si trattasse di una fuga volontaria, di un amore adolescenziale. Poi la mattina del 9 dicembre ogni ipotesi perse improvvisamente consistenza: gli operai del comune si accorsero che in un cassonetto, su una salita, in via Corrado Alvaro, qualcuno aveva lasciato un teschio umano, con un foro in fronte. Un colpo di pistola. Accanto al cranio un femore, spezzato, ma molto lungo. Per i genitori di Pasquale, già provati da due mesi d’angoscia e di ricerche vane, fu un colpo durissimo. Ma la speranza di trovare il loro primogenito vivo rimase forte. Continuarono a cercare, a lottare da soli. La loro fiducia si rivelò ben presto una dolorosissima illusione. Il 27 dicembre, nel primo pomeriggio, un cacciatore si accorse che in mezzo alla boscaglia, tra i castagni, c’erano delle ossa umane.

mini acqua_serraSerra San Bruno si scopre un'altra volta arida, prosciugata all'improvviso del suo bene più prezioso. Quasi da due giorni senz'acqua, i serresi si ritrovano esasperati dai disagi che sono costretti ad affrontare. Dall'amministrazione comunale il buio totale: nessuna informazione ufficiale, nessun avviso ai cittadini, solo qualche parola confusa, condita da timide rassicurazioni poco credibili anche alle orecchie di chi le pronuncia. Al solito, quando si tratta di acqua, nessuno ha idea di cosa fare, di come risolvere il problema. Un paese allo sbaraglio, in balìa degli umori velenosi dell'Alaco, dell'inefficienza di Sorical e dell'ignavia dell'amministrazione Rosi.

L'anno scorso ci trovammo all'improvviso a secco sotto un metro di neve.

mini Mani-in-cateneNon siamo avanguardia, noi calabresi. Non siamo mai stati un laboratorio politico, come la Sicilia. Non abbiamo mai anticipato le dinamiche nazionali. A noi non piace essere avanti. Si arriva primi ma si è anche più esposti. No. Noi preferiamo seguire qualcuno o qualcosa, prendere esempio, farci guidare. Come un bambino sulle strisce pedonali. E non è il solito sermone sulla sudditanza dei calabresi e sulle dominazioni subite nella storia. Si parla della democrazia dell’oggi, o meglio del suo simulacro, ridotto a brandelli in un paese in cui ci sono voluti i “tecnici” per liberarci (?) dal berlusconismo e, soprattutto, per farci capire che il potere è una cosa seria, e che non siamo affatto liberi. L’Italia infatti è stata commissariata. Il potere ha scelto un garante più affidabile e spietato.

mini provincia-viboPuntuale, il prefetto Michele Di Bari ha decretato lo scioglimento del consiglio provinciale e la contestuale nomina del commissario prefettizio per la gestione provvicosria dell'ente. La Prefettura precisa che il provvedimento si è reso necessario per la grave situazione determinatasi con le dimissioni dell'ormai ex presidente De Nisi. Il commissario è il prefetto Mario Ciclosi. Si insedierà giovedì. Finisce così la storia della Provincia di Vibo. Una storia per nulla gloriosa, che racconta di un ente governato per quasi un ventennio dal centrosinistra, in particolare dall'alleanza tra cattolici popolari ed ex comunisti, con risultati disastrosi sul territorio.

mini municipio_serraSERRA SAN BRUNO - Come previsto nei giorni scorsi, dopo l'arresto dell'ex assessore Bruno Zaffino nell'ambito della operazione "Saggezza" condotta dalla Dda di Reggio, il prefetto di Vibo Michele Di Bari ha disposto l'accesso antimafia al comune di Serra. Il massimo rappresentante del governo sul territorio ha ufficialmente nominato, ai sensi dell’art. 143 del Tuel, la commissione d'indagine che dovrà passare al setaccio gli atti prodotti dall'amministrazione comunale, che sarà composta dalla dott.ssa Emanuela Greco (Viceprefetto in servizio presso la Prefettura di Vibo Valentia), dal dott. Giovanni Gigliotti (Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato, in servizio presso la Questura di Vibo Valentia), dal Capitano Stefano Esposito Vangone (Comandante della Compagnia Carabinieri di Serra San Bruno).

mini sospensione_zaffinoSERRA SAN BRUNO - Il Prefetto di Vibo ha sospeso Bruno Zaffino dalla carica di consigliere comunale. Il provvedimento, previsto dall'art. 59 del Testo unico sugli enti locali, è arrivato puntuale, ieri pomeriggio, al comune di Serra. La causa è ovviamente il clamoroso arresto del consigliere comunale, eletto con il Pdl, nell'ambito dell'operazione "Saggezza", che ha portato all'esecuzione di 39 ordinanze di custodia cautelare per altrettanti presunti affiliati alla 'ndrangheta accusati, a vario titolo, di reati che vanno dall'associazione a delinquere di stampo mafioso all'estorsione, dall'usura al condizionamento di appalti pubblici. Nel prossimo consiglio comunale, dunque, ai sensi dell'art. 45 del D.lgs. 267/2000, si dovrà procedere alla sostituzione temporanea di Zaffino, affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni di consigliere al candidato della stessa lista che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti, ovvero Raffaele Callà.

mini bruno_zaffinoSERRA SAN BRUNO – Sta facendo non poco rumore la notizia dell’arresto di Bruno Zaffino, consigliere comunale eletto con il Pdl, nell’ambito dell’operazione “Saggezza” portata a termine stamattina dalla Dda e dai carabinieri di Reggio Calabria. Per lui, ex assessore della giunta guidata dal sindaco Bruno Rosi, i magistrati Sferlazza, Gratteri e De Bernardo, hanno formulato l’accusa di violenza privata aggravata dalla cosiddetta “mafiosità”, contestata nell’ambito dell’operazione che stamattina ha portato in carcere, oltre a lui, altre 38 persone, tra la Locride e le province di Vibo, Cosenza e Como. Zaffino, secondo l’accusa, avrebbe minacciato un rappresentante di un'azienda di Bari operante nella commercializzazione del legname, costringendolo con metodo mafioso a rinunciare alla vendita di 12mila pali di castagno per favorire invece l’azienda di Marcello Cirillo, 54enne di Fabrizia ritenuto dagli inquirenti vicino al boss ucciso Damiano Vallelunga.

mini bruno_zaffinoSERRA SAN BRUNO – C’è anche il consigliere comunale Bruno Zaffino tra gli arrestati nell’operazione “Saggezza”, portata a termine stamane dalla Dda reggina. Il blitz, eseguito alle prime luci dell’alba dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, ha portato all’esecuzione di 39 ordinanze di custodia cautelare tra la Locride e le province di Vibo Valentia, Cosenza e Como. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, porto abusivo d'armi, usura, illecita concorrenza per il condizionamento di appalti pubblici, minaccia, esercizio abusivo del credito, truffa, furto di inerti, intestazione fittizia di beni, con l'aggravante delle modalità mafiose e della transnazionalità. Le misure cautelari sono state emesse dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Dda. L'operazione "Saggezza" ha consentito di documentare l’esistenza e l'operatività di cinque "locali" di ‘ndrangheta

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