mini rubinettoNei comuni del comprensorio, permangono i problemi derivanti dalla non potabilità dell'acqua. Con ordinanza datata 7 settembre 2012, infatti, il primo cittadino di Simbario, Francesco Andreacchi, ha vietato l'utilizzo di acqua potabile ai fini del consumo umano. Un film, questo, già visto a Serra San Bruno. Basti pensare alle decine di ordinanze emesse dall'amministrazione comunale guidata dal sindaco Bruno Rosi. Il problema, però, è un altro. Simbario, così come altri ottanta comuni calabresi, dipende dall'invaso dell' Alaco.

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consiglio regionale
Riceviamo e pubblichiamo:

“La proposta di variazione di bilancio per l’anno 2012, presentata dalla Giunta regionale appare assai inadeguata rispetto alle tante emergenze dei calabresi e mobilita risorse di scarsissima entità”.

Lo afferma in una nota il Consigliere regionale del Partito democratico Bruno Censore, componente della Commissione bilancio.

“Nei fatti – afferma Censore -  si mantengono ancora aperte tutte le emergenze di questa regione mentre si ripropongono interventi puramente clientelari. Manca una visione strategica sulla riqualificazione delle entrate, ed essendo questa la terza manovra della maggioranza di centro-destra si dimostra una politica economico- finanziaria attestata solo su verifiche di residui e di fatti contingenti. Nei settori nevralgici della spesa regionale quali la forestazione, i trasporti, i servizi sociali, ed il precariato,  si continua a gestire l’esistente senza mettere mano ad un reale processo di riforma – più volte ostentato dalla maggioranza -  e alla riorganizzazione delle attività  e della relativa spesa.  Si riallocano fondi vincolati – POR, Sanità ed altri fondi statali per 397 milioni di euro – mentre 46 milioni vengono riallocati per economie accertate su fondi vincolati. La parte discrezionale della manovra si riduce a soli 19,3 milioni di euro. Le stesse manovre politiche-finanziarie nazionali che hanno considerevolmente contratto il trasferimento della spesa impongono necessariamente alle regioni di mettere in campo politiche finanziarie di autogoverno capaci di gestire la nuova sfida a cui sono chiamate. Di tutto ciò in Calabria non c’è traccia e la regione viene stretta sempre più in una domanda di risorse a cui non è più in grado di dare risposte”.

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mini vvconferenza stampa1SERRA SAN BRUNO - «Riguardo all’articolo apparso nei giorni scorsi, riguardante l’avvicinamento di alcuni componenti del movimento politico “Al Lavoro per il cambiamento” verso altri partiti, tengo a precisare che nessuno dei facenti parte del suddetto movimento ha mai pensato di allontanarsi da questo, per cercare alcuna collocazione di partito». Lo afferma Michele Grenci, coordinatore cittadino del movimento che ha partecipato alle ultime elezioni amministrative eleggendo in Consiglio comunale Mirko Tassone, che definisce il suo gruppo come «coeso piu’ che mai, e tutti i componenti perseguono lo stesso obiettivo, lavorare per il bene di Serra

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Giovedì, 05 Gennaio 2012 15:01

Niente tasse per chi denuncia il "pizzo"

mini 8708-dattolaLuciopresidentedellaCameradiCommerciodiReggioCalabriaREGGIO CALABRIA - Dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria arriva una brillante iniziativa mirata a combattere la 'ndragheta ed in particolare il racket. «Le imprese che non si piegheranno al racket saranno esentate dal pagamento del diritto annuale» rende noto il presidente della Camera di Commercio di Reggio, Lucio Dattola, in una nota - «In pratica imprenditori, commercianti e artigiani vittime di reati di estorsione, corruzione e usura che hanno denunciato i loro aguzzini e hanno collaborato con l’autorità giudiziaria, fornendo elementi decisivi per la ricostruzione dei fatti e per l’individuazione e/o cattura degli estorsori e usurai, usufruiranno per cinque anni di un contributo annuale come rimborso di quanto dovuto e versato come tassa camerale. E i primi imprenditori a ottenere l’agevolazione saranno Tiberio Bentivoglio, comproprietario assieme alla moglie della “Sanitaria Sant’Elia” di Reggio Calabria, Salvatore d’Amico, titolare dell'"Informatica d’Amico" di Reggio Calabria, e Filippo Cogliandro, chef e proprietario del ristorante "L’Accademia" di Lazzaro (Rc). Sono tre imprenditori reggini simbolo della lotta contro le ’ndrine che impongono il pizzo. Tutti e tre sono stati segnalati da “Libera” e sono promotori di “Reggio libera Reggio. La libertà non ha pizzo”, un’associazione che si oppone al racket e alla ‘ndrangheta». «La Camera di Commercio  – continua Dattola – è dalla parte dei reggini che scelgono la via della legalità. Per questo ha voluto rispondere concretamente all’appello dell’associazione “Libera” di sostenere gli imprenditori che hanno avuto il coraggio di rompere il silenzio, denunciare e costituirsi parte civile nei processi esponendo se stessi e i familiari a rischi e pericoli per riscattare la nostra terra. Il percorso di denuncia e di coerenza è difficile, ma è l’unica strada per smuovere le coscienze in una città dove la maggior parte degli imprenditori afferma di non essere mai stato coinvolto in episodi di racket o di usura». «Secondo l’indagine del 2011 (realizzata da Camera di Commercio di Reggio Calabria, Sos impresa, Istituto Guglielmo Tagliacarne e Istituto Piepoli) sulla presenza e sulla percezione dei fenomeni illegali nella provincia reggina, i comportamenti criminosi ritenuti più gravi sono: le estorsioni e l’usura (62,5%). La maggior parte degli imprenditori intervistati afferma di non essere mai stato coinvolto in episodi di racket (92,5%) o di usura (98,2%). Invece secondo Sos impresa il 70% delle imprese a Reggio Calabria sono coinvolte nel pizzo (audizione Sos impresa alla commissione parlamentare antimafia, 4 maggio 2010) e, secondo il rapporto Eurispes 2011, la provincia reggina è una delle province italiane con il più alto indice di rischio usura (97,1%)». «Continuiamo con fatti concreti a sostenere chi combatte la 'ndrangheta e saremo economicamente vicini alle imprese che si opporranno al racket».

 

 

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