Martedì, 26 Giugno 2012 14:46

Il mio regno per un cucchiaio

mini 20120625_pirlo2C’è qualcosa di anomalo in Andrea Pirlo. Uno a cui, a vederlo passeggiare pigro in mezzo al campo, non daresti neanche un euro. Sembra assente, quasi spento. Con le braccia flaccide lungo i fianchi e gli occhi semichiusi come se si fosse appena svegliato. Ma quando il pallone gli rotola addosso Andrea lo raccoglie e si trasforma, sale di livello come Goku Super Sayan. Accarezza la sfera elegante e raffinato, ubriaca gli avversari, illumina il gioco. Squadra magicamente il campo, traccia assist, cross e punizioni al bacio. Un genietto. L’Einstein del calcio col cervello grosso, i piedi di cristallo e le spalle robuste di chi sa di essere il leader anche se non lo dice. L’uomo delle responsabilità.

L’Italia avrebbe meritato già nei tempi regolamentari, se non fosse stato per la sterilità di quel ragazzaccio centravanti che gioca bene ma non segna e del Cassano ballerino, troppo lontano dalla porta inglese. Ma alla fine bravi tutti. Damianti, Bonucci, Nocerino, Abate, Buffon passato in pochi giorni da scommettitore milionario ad eroe annunciato e Danielino De Rossi, un guerriero che in campo ci lascia il cuore ed il nervo sciatico. I ragazzi di Prandelli hanno giocato una signora partita contro un'Inghilterra troppo timorosa per essere vera. Ma se non sei in grado di segnare, una gara già vinta può trasformarsi in un’amarissima delusione: ai rigori, si sa, può succedere di tutto. Sennonché con l'Italia sotto di un rigore, un signore col 21 sulle spalle decide di fare il cucchiaio, atto di estro e follia utile a far girare la partita. Soprattutto a livello mentale. Per gli inglesi si mette male: traversa di Young, errore di Cole anzi parata di Buffon e i Leoni, domenica in versione agnelli, sono domati. Ridotti a maggiordomi da tè delle 5. La ‘patria del calcio’ prende l’aereo e torna all’ombra del Big Ben.

Allora tutti pazzi per Pirlo e per quel cucchiaio, che nel traffico della lotteria dei rigori ha il sapore della follia che non ti aspetti ma ti piace. La freddezza nel momento che conta, che soddisfa ogni sportivo tanto da farti credere che tutto è possibile, perfino vincere. Un rigore al rallentatore. Una parabola lenta e sofferta. Da cardiopalma. Il giusto suggello a 120 minuti colmi di emozioni ma avari di gol.

L’Italia avanza. Che la leadership spettasse di diritto al nostro metronomo lo sapevamo già da tempo. Ora lo sa anche il resto del mondo. Soprattutto l’Inghilterra. La sua qualità fa paura, lo eleva su chiunque altro, compreso Gerrard, tanto per fare un nome, che l’altro ieri sera al confronto sembrava un mediano da oratorio. Lo hanno capito anche i pluridecorati Xavi e Iniesta nella partita d’esordio contro la Spagna o, meglio ancora, l’estremo difensore polacco Pletikosa, bucato sul primo palo da una punizione avvelenata del nostro regista. Speriamo giovedì lo capiscano anche i temibili tedeschi.

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