polizia-di-statoL’operazione denominata “auto da sogno”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, ha portato alla luce un sistema illegale di riciclaggio finalizzato alla vendita in Germania di auto rubate in diverse regioni d’Italia: Molise, Abruzzo e Lazio. Ma le basi operative del sistema, agivano in Calabria, tra Vibo Valentia e Lamezia Terme. In pratica, le indagini, avviate nel 2012 e coordinate dal pm Alessandro Pesce, hanno permesso di far emergere un rilevante traffico di autovetture di dubbia provenienza effettuato direttamente nell’attività di Daniele Pirozzi, 32enne, residente a Vibo e titolare di una concessionaria. Proprio ai locali dell’azienda di Pirozzi, arrivavano veicoli di lusso e suv procacciati da Battista Lillo Odoardi, 41enne, di Lamezia Terme.

Infatti, i veicoli - due berline di grossa cilindrata e cinque suv del valore complessivo di 250mila euro - in seguito ai rilevamenti effettuati dagli inquirenti, sono risultati provento di furti commessi in tutta Italia. Le autovetture venivano riciclate attraverso il cosiddetto metodo del “tarocco”, ossia con sostituzione delle targhe originali e del numero di telaio identificativo con altri elementi distintivi di fantasia o appartenenti a vetture realmente esistenti e circolanti all’estero. I riferimenti dei veicoli venivano quindi riportati su una carta di circolazione falsata per ogni rispettivo autoveicolo. Se ne ottenevano delle auto clonate, da immettere sul mercato tedesco attraverso una vera e propria rete europea del riciclaggio.

Di conseguenza Pirozzi e Odoardi sono al momento accusati dei reati di riciclaggio, falso ideologico e materiale in concorso. Contestualmente i due, su esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Vibo, sono stati arrestati e posti ai domiciliari dagli uomini della Polizia stradale di Vibo Valentia al comando del vicequestore Pasquale Ciocca. Altre tre persone, rispettivamente di Vibo, Nicotera e Ionadi, sono state denunciate e sono attualmente indagate a piede libero per favoreggiamento.

 

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mini pasquale con la madre maria rosaAnni di lotte e un dolore senza misericordia che hanno trovato un senso nella riapertura delle indagini. Il pm di Vibo Valentia Vittorio Gallucci ha accolto la richiesta di riapertura presentata dall’avvocato Giovanna Fronte. Con la nomina del perito Roberta Bruzzone da parte della famiglia, riparte quindi il percorso investigativo sulle tracce degli assassini di Pasquale. La famiglia Andreacchi non si è mai arresa. Da quel pomeriggio d’autunno del 2009 nel quale il giovane, appena 18enne si allontanò dalla sua casa di Serra San Bruno, sono trascorsi quattro lunghi anni. Il ragazzo fu ucciso da ignoti, i suoi poveri resti sparsi senza rispetto.

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mini polizia-di-statoRiciclavano autovetture di alta gamma rubate clonando targhe e documenti per poi rivenderle a prezzi concorrenziali. Dieci persone, residenti nel Vibonese e nel Catanzarese, sono state denunciate dalla Polstrada di Vibo con varie accuse, tra cui ricettazione. Nell'ambito dell'operazione sono state sequestrate nel Vibonese nove auto rubate e 800 mila euro. In pratica l'organizzazione clonava numero di targa, telaio, certificato di proprietà e carta di circolazione delle vetture rubate per consentirne la nuova commercializzazione. I provvedimenti sono stati firmati dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, su richiesta del sostituto procuratore, Santi Cutroneo.

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Domenica, 18 Dicembre 2011 23:08

Bruno Rosi e la Luna di carta

mini luna_di_carta_camilleri«Quann'era picciliddro, una volta sò patre, per babbiarlo, gli aveva contato che la luna 'n cielu era fatta di carta. E lui ci aviva criduto». 250 pagine da scorrere tutte d’un fiato. Leggero quanto un racconto, torbido come un romanzo. La luna di carta di Camilleri parte proprio da una surreale rivelazione che da bambino il commissario Montalbano ascoltò dalla bocca di suo padre, che per babbiarlo (prenderlo in giro) gli disse che la luna è fatta di carta. Montalbano naturalmente ci aveva creduto. 

Questo è più o meno quanto accaduto a Serra San Bruno nel corso dell’ultima campagna elettorale, quando per accaparrarsi il consenso degli elettori serresi, i PdL boys fecero venir giù dal pulpito promesse a valanga. Ed allora via con campi da golf, piste di go-kart, ospedali del futuro, diurni in ogni dove, strade asfaltate entro un mese dall’insediamento della nuova giunta, finanziamenti per il sostegno alle giovani coppie e a chi volesse edificare una nuova casa, piscina comunale adeguata alle esigenze dei giovani disabili (con tanto di nome e cognome degli stessi ragazzi sparati in piazza direttamente dai palchi), un nuovo ciclo per la raccolta differenziata dei rifiuti, soluzione del problema acqua (non)potabile ed ultimo, ma non meno importante, l’immancabile cavallo di battaglia dei 100 posti al Parco delle Serre (fra l’altro finanziati tramite il Fondo Sollievo esaurito più di 4 anni fa). Strette di mano, pacche sulle spalle e frottole come se piovesse. I serresi ci credettero. 

Sono passati i primi 6 mesi e Serra San Bruno è ancora dominata dal marciume figlio della poco oculata gestione di una squadra divisa che ci governò fino al novembre 2010. Non tanto, o non solo, per colpa dell’ex sindaco Lo Iacono, trovatosi solitario ad amministrare un intero comune, ma del resto dei componenti di una maggioranza presente a singhiozzo. In comune assessori e consiglieri ci andavano ogni 2-3 mesi per fare sfoggio del vestito della domenica ed alzare ogni tanto la mano durante le votazioni nei consigli comunali. Non esistono ricette assolute per la felicità di un piccolo centro urbano del meridione, soprattutto in un periodo così magro, ma urge per il prossimo futuro avviare la formazione di una classe amministrativa caratterizzata dalla presenza di uomini e donne, non per forza giovani, ma necessariamente capaci e liberi. Affinché finalmente si definisca un’inversione di tendenza che allontani la città dal binario morto che ancora adesso sta percorrendo e che ha visto come protagonisti, non solo oggi, decine di professionisti “navigati” con uffici privati colmi di lavoro e poco tempo da dedicare alla vita amministrativa di Serra, ed una manciata di ragazzi a cui è stata sistemata addosso l’armatura scintillante della gioventù forgiata da tanti voti (perché appartenenti a famiglie numerose) ma da poca, pochissima qualità amministrativa. Solo così si potrà scardinare il meccanismo creato da chi si è permesso il lusso di promettere tutto, anche l’impossibile, e non mantenere nulla. E trascurante della grave crisi che ci attraversa, nell’arco di questi 6 mesi ha ben pensato di far adottare aiuole ai commercianti ed inscenare tragicomiche giostre medievali fra rioni. Ci manca solo, per l’appunto, la luna di carta. 

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