mini pasquale_primo_pianoNel dicembre di tre anni fa Serra scoprì l’orrore che fu costretto a subire Pasquale Andreacchi. Per due mesi interi, in paese erano circolate le ipotesi più disparate e inverosimili sulla sorte toccata a quel ragazzone timido che stava sempre appresso ai suoi cavalli. C’era chi addirittura sosteneva che si trattasse di una fuga volontaria, di un amore adolescenziale. Poi la mattina del 9 dicembre ogni ipotesi perse improvvisamente consistenza: gli operai del comune si accorsero che in un cassonetto, su una salita, in via Corrado Alvaro, qualcuno aveva lasciato un teschio umano, con un foro in fronte. Un colpo di pistola. Accanto al cranio un femore, spezzato, ma molto lungo. Per i genitori di Pasquale, già provati da due mesi d’angoscia e di ricerche vane, fu un colpo durissimo. Ma la speranza di trovare il loro primogenito vivo rimase forte. Continuarono a cercare, a lottare da soli. La loro fiducia si rivelò ben presto una dolorosissima illusione. Il 27 dicembre, nel primo pomeriggio, un cacciatore si accorse che in mezzo alla boscaglia, tra i castagni, c’erano delle ossa umane.

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mini pasquale_con_la_madre_maria_rosaSERRA SAN BRUNO - Oggi avrebbe compiuto ventun anni, invece di lui non hanno lasciato che dei poveri resti scarnificati dagli animali selvatici. Pasquale Andreacchi non ha potuto vivere, come i suoi coetanei, l'età di passaggio dall'adolescenza alla maturità, perchè tre anni fa è stato sequestrato, picchiato e ucciso brutalmente da assassini che ancora sono in stato di libertà. Impuniti. Aveva compiuto 18 anni da neanche un mese quando cadde vittima della barbarie che lo ha strappato, poco più che bambino, alla sua famiglia. 11 ottobre 2009, questa la data della sua scomparsa. Poco prima, per festeggiare il suo ingresso nella maggiore età, Pasquale si era fatto un regalo, un cavallo. Si chiamava Joe, ed insieme allo stallone Hidalgo, e ad altri, era la sua vera ragione di vita. La sua unica smisurata passione.

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mini Pasquale_3SERRA SAN BRUNO - Ha preso in mano il caso da pochissimo, ma appena ha iniziato a spulciare le carte si è subito resa conto della gravità della situazione. Determinazione e caparbietà di certo non difettano all'avvocato Giovanna Fronte, legale di fiducia dei familiari di Pasquale Andreacchi, e infatti - si può starne certi - non verrà lasciato nulla d'intentato per cercare di arrivare a rendere giustizia alla vittima di un così efferato delitto. Il primo obiettivo, dunque, è chiedere la riapertura delle indagini.

Come rivelato da Il Vizzarro.it pochi giorni fa, infatti, la Procura vibonese ha archiviato il procedimento che aveva aperto contro ignoti per il sequestro e l'omicidio di Pasquale. L'archiviazione è avvenuta il 30 dicembre 2010, esattamente ad un anno di distanza dal ritrovamento dei resti del giovane. Caso archiviato nel giro di un anno: nessun indagato, nessun colpevole. Una conclusione inaccettabile non solo per i familiari, ma per chiunque abbia a cuore la permanenza di qualche scampolo di civiltà in questi lembi estremi del Meridione d'Italia. Per queste ragioni, essendoci evidentemente diversi elementi da chiarire e dubbi da dissipare su come sono state gestite le indagini, l'avvocato Fronte chiederà con decisione al Pubblico Ministero di riaprire il caso, e quindi, se sarà consentito, anche di riesumare i resti del giovane per effettuare qualsiasi tipo di accertamento scientifico che non sia stato fatto in precedenza.

Pasquale, un ragazzone appena maggiorenne con l'unica passione dei cavalli, scomparve da casa la sera del 11 ottobre 2009. Un mistero, la sua scomparsa, durato due mesi. Mentre si inseguivano incontrollate le voci sulla sorte del ragazzo, la mattina del 9 dicembre viene fatta una macabra scoperta: un teschio umano con un foro di pallottola in fronte e un femore, fatti trovare in un cassonetto. Il 27 dicembre succede di peggio: un cacciatore del luogo trova dei resti umani e dei vestiti in un bosco di castagno poco distante da quel cassonetto. E' Pasquale: ci sono i suoi documenti e lo confermerà anche il DNA effettuato sui resti un mese dopo. I funerali, a causa delle lungaggini degli esami medici sulle ossa ritrovate, si svolgono diversi mesi dopo, nel maggio 2010. Si era parlato, sui quotidiani locali, di una potenziale pista riferita all'acquisto non pagato di alcuni cavalli, e ad alcune minacce che il padre avrebbe subito e che pare abbia denunciato. Ma nel registro degli indagati, per l'omicidio e per il sequestro di persona, non è mai stato iscritto nessuno.

Pubblicato in ATTUALITÀ

mini pasquale_con_la_madre_maria_rosaLa procura di Vibo Valentia ha archiviato il caso di Pasquale Andreacchi già un anno fa. Il 30 dicembre 2010, appena un anno dopo il ritrovamento dei resti del 18enne serrese, la Procura ha archiviato il procedimento che aveva aperto contro ignoti per sequestro di persona e omicidio. Tradotto: nessun colpevole per un omicidio efferato, un delitto assurdo che ha scosso la comunità serrese ma che è rimasto ben poco sotto la luce dei riflettori dei media nazionali. La notizia è di ieri sera, anche se l'archiviazione risale ad un anno fa, e gli stessi familiari di Pasquale sostengono di averlo scoperto solo nei giorni scorsi, dopo che la Procura ha risposto ad una richiesta specifica inoltrata dal loro  legale di fiducia, l'avvocato Giovanna Fronte, che si occupa del caso Andreacchi da pochissimo.

Pasquale, un ragazzone appena maggiorenne con l'unica passione dei cavalli, scomparve da casa la sera del 11 ottobre 2009. Un mistero, la sua scomparsa, durato due mesi. Mentre si inseguivano incontrollate le voci sulla sorte del ragazzo, la mattina del 9 dicembre viene fatta una macabra scoperta: un teschio umano con un foro di pallottola in fronte e un femore, fatti trovare in un cassonetto. Il 27 dicembre succede di peggio: un cacciatore del luogo trova dei resti umani e dei vestiti in un bosco di castagno poco distante da quel cassonetto. E' Pasquale: ci sono i suoi documenti e lo confermerà anche il DNA effettuato sui resti un mese dopo. I funerali, a causa delle lungaggini degli esami medici sulle ossa ritrovate, si svolgono diversi mesi dopo, nel maggio 2010. Si era parlato, sui quotidiani locali, di una potenziale pista riferita all'acquisto non pagato di alcuni cavalli, e ad alcune minacce che il padre avrebbe subito e che pare abbia denunciato. Ma nel registro degli indagati, per l'omicidio e per il sequestro di persona, non è stato iscritto nessuno. Il 30 dicembre dello scorso anno il caso è stato archiviato. I familiari, sgomenti di fronte alla notizia, annunciano che si opporranno all'archiviazione con ogni mezzo consentito dalla legge.

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