Lunedì, 28 Ottobre 2013 13:55

Serra, celebrati i funerali di Silvana Ricca

 

mini silvanariccaSERRA SAN BRUNO – Commozione e tanti fiori. I funerali di Silvana Ricca, la 55enne deceduta all’alba di lunedì scorso a causa di un presunto caso di malasanità per il quale indaga la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, si sono celebrati ieri pomeriggio nella Chiesa Matrice. Quella “madre di tutte le chiese” che ha accolto in grembo una figlia sfortunata, dal destino beffardo e crudele e che, nella penombra dell’Eucaristia, ha soffocato il singhiozzo dei pochi che di Silvana Ricca ne hanno conosciuto la storia e la profonda umanità. La signora Silvana era catanzarese e per quell’equivoco della ragione che si chiama amore, si era trasferita nella cittadina della Certosa, dando alla luce due figli. Ma la sua vita, sin dalla giovinezza, fu segnata dall’insulto di quella malattia che, prende compagne di giochi e restituisce incubi e fantasmi. Così, per un fragile vascello come lei, affrontare la burrasca della vita fu terribile, ogni giorno il peso dell’anima, ogni giorno un nuovo giorno da buttare nella pattumiera. Poi la svolta ed un bagliore di luce. 

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mini mastro_bruno-cimiteroRiceviamo e pubblichiamo:

Chissà cosa avrebbe scritto! Ma forse neppure nella sua facondia avrebbe trovato le parole giuste per descrivere l’immobilismo o meglio l’assenza dell’amministrazione comunale. E si, perché, forse, neppure mastro Bruno Pelaggi sarebbe riuscito a descrivere “cu nu suniettu” lo stato comatoso in cui versa l’attuale maggioranza. Il buio cosmico dal quale sembrano essere avvolti gli inquilini di palazzo Tucci, trova ulteriore conferma nell’assenza di qualunque iniziativa tesa a celebrare il centenario del più grande poeta serrese. Non fosse stato per l’associazione culturale il “Brigante” l’evento sarebbe passato nel più assoluto silenzio. Certo, l’inerzia dell’amministrazione non sorprende nessuno, tanto più che a certificarne l’immobilismo è stato lo stesso sindaco che, nel cercare di dare una motivazione plausibile per mascherare il vero motivo della revoca della delega all’assessore Bruno Zaffino, ha parlano “di necessità di rilancio dell’azione amministrativa”. Un’azione che con tutta evidenza morde il freno in ogni ambito. Non fa eccezione il settore culturale, un settore, come peraltro tutti gli altri, in cui gli impegni assunti in campagna elettorale vengono quotidianamente disattesi. Ci saremmo aspettati, infatti, che in vista del centenario della morte di Mastro Bruno Pelaggi, l’amministrazione comunale si sarebbe attivata per celebrare degnamente l’evento. Ci saremmo aspettati che, sfruttando al meglio la famosa “sinergia comune-regione”, tanto professata in campagna elettorale, quanto disattesa nella quotidianità, cogliendo l’occasione del centenario pelaggiano, l’amministrazione avesse presentato un apposito progetto, all’assessorato regionale al ramo, per valorizzare e promuovere il patrimonio letterario locale. Sicuramente, non ci aspettavamo, maggiore serietà e rispetto degli impegni assunti in campagna elettorale, da parte di una compagine amministrativa che ha fatto delle promesse da marinaio una delle caratteristiche distintive. Per quanto riguarda la cultura, infatti, il programma sottoposto agli elettori dall’attuale maggioranza, a pagina sette, evidenziava la necessità di valorizzare “argomenti e problematiche specifiche del territorio e del patrimonio culturale locale”. Un patrimonio, oggi, mortificato dall’ignavia di chi avrebbe il dovere di tutelarlo e valorizzarlo. Un patrimonio al quale appartiene a pieno titolo mastro Bruno che, con i suoi versi, ha cantato il disagio, quanto mai attuale, di una terra in cui, ancora oggi, “cu pota si la scappa a novajorca”. Una “novajorca” che si trova in tutti in quei luoghi in cui tanti serresi, oggi come ieri, sono costretti ad emigrare per cercare un’opportunità. Una situazione che non dovrebbe lasciare indifferente la politica; o meglio una politica meno parolaia ed inconcludente come quella che, nel proprio programma elettorale definiva “cultura e turismo un binomio essenziale”. Un binomio che, con tutta evidenza, ha fatto la stessa fine di un altro binomio, quello comune –regione. Peccato che a non scappare a “novajorca” siano quanti dovrebbero andarci, “currijati cuomu cani/ cu frischi, cu lignati, cu bastuni, cu pitrati cu gruossi mazzacani”'. 

Mirko Tassone (consigliere comunale del gruppo "Al lavoro per il Cambiamento")

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