ospedale san bruno23È un quadro intermittente quello offerto oggi su tutto il territorio provinciale dall’Asp di Vibo Valentia a tutela dei pazienti nefropatici, dializzati e trapiantati. Con note positive che fanno sperare in un pronto miglioramento del servizio prestato, ed altre, invece, profondamente negative, che di contro inducono a pensare che, in alcuni punti della provincia, come per l’ospedale “San Bruno”, le criticità lamentate da anni saranno destinate a restare tali per ancora molto tempo.

Pasquale Scarmozzino, presidente Aned Calabria – l’associazione nazionale dializzati e trapiantati – ha infatti espresso soddisfazione per i buoni passi in avanti programmatici a favore dei centro dialisi dell’ospedale civile “Jazzolino” di Vibo Valentia e di quello di Soriano Calabro, ma allo stesso tempo si è detto preoccupato per le condizioni del presidio serrese.

Una nota di encomio, dunque, a parere di Scarmozzino, per la critica sanità provinciale, almeno per quel che riguarda, in particolare, il servizio offerto a Vibo ai dializzati, in quanto nel progetto per la costruzione del nuovo presidio sanitario sarebbe stata «prevista la costruzione di una rampa per consentire ad ambulanze e autodializzati l’accesso diretto ed il posteggio nell’immediatezza della sala progettata a piano rialzato». Analoga soddisfazione è stata espressa per gli interventi previsti per il centro di Soriano Calabro, mentre, di contro, lo stesso Scarmozzino, ha evidenziato come in realtà sussistano gravi disagi nel reparto dialisi afferente al presidio sanitario di Serra San Bruno, l’unico a favore del quale, neanche a lungo termine, sono previsti adeguamenti ed interventi opportuni vista le numerose criticità rilevate nelle strutture. «La ristrutturazione ed il trasferimento di piano del centro dialisi di Serra San Bruno deve attendere per mancanza di fondi regionali, a causa dell’insensibilità della politica regionale, in cui riveliamo – aggiunge Scarmozzino – la presenza dell’assessore serrese Nazzareno Salerno, con noi sempre silente».

Giudizio di tutt’altro tipo viene espresso invece, sempre dal presidente Aned, per il programma “dialisi vacanza”, deliberato ed organizzato dall’azienda sanitaria provinciale proprio su sollecito della stessa associazione. Infatti, l’Asp Vibonese sarebbe stata, secondo Scarmozzino, l’unica a destinare in bilancio la somma di 50mila euro per permettere, di fatto, l’esecuzione di 500 sedute dialitiche a vantaggio dei dializzati in vacanza nel Vibonese, provenienti da altre regioni d’Italia. Un provvedimento che ha chiaramente portato anche ad un giovamento in termini economici e di immagine per il turismo sul territorio provinciale. Una buona esperienza da ripetere sicuramente per l’estate prossima.

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mini carabieniri_notteSERRA SAN BRUNO - I piromani della notte tornano a colpire. Questa volta ad andare in fiamme è stata l'auto, una Lotus Esprit, di proprietà di G.C., 58enne del luogo. Il fatto è accaduto domenica sera, intorno alle 23. Le fiamme, secondo una prima ricostruzione, avrebbero causato danni al parafango dell'autovettura, parcheggiata in pieno centro storico. Sul posto, sono intervenuti i carabinieri della locale Compagnia, guidati dal capitano Stefano Esposito Vangone, i quali nei pressi dell'auto hanno rinvenuto una bottiglia contenente liquido infiammabile.

 

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fondazione campanella 3La sanità regionale affossa sempre più. Ora, come già era nell’aria da tempo, a chiudere battenti potrebbe essere il Popolo oncologico della Fondazione Campanella di Catanzaro, unico centro oncologico di eccellenza nell’intera regione. Il provvedimento, che porterà contestualmente anche al licenziamento irreversibile dei 180 dipendenti occupati nella struttura, è stato reso noto qualche ora fa dai vertici amministrativi e sanitari dello stesso Polo.

Il management della fondazione Campanella è stato, infatti, costretto ad avviare la procedura che porterà, a partire dal prossimo giovedì 17 luglio, alla soppressione di tutte le attività di ricovero ed ambulatoriali, svolte fino ad ora nella struttura di Germaneto. Secondo quanto comunicato dagli stessi dirigenti del Campanella, «non vi sono più le condizioni per garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari».

La decisione è stata ufficializzata anche tramite una lettera indirizzata all’attenzione del Governo, dove testualmente viene indicato come il Centro oncologico – di proprietà della Regione Calabria e dell’Università Magna Græcia di Catanzaro – sia stato trasformato nel tempo «in una clinica privata e ridotto in una situazione economica disastrosa, costretto a chiedere in prestito farmaci alle altre strutture sanitarie per non interrompere le cure dei propri pazienti». 

Nella stessa missiva sottoscritta direttamente dal Direttore generale Mario Martina e dal Presidente Paolo Falzea, viene sottolineato, inoltre, come l’imminente soppressione riguardi il fallimento di un «progetto culturale» imprescindibile per la rete sanitaria ed universitaria calabrese e non solo. Un dramma che «sta facendo affondare la Fondazione in un mare di debiti costringendola a chiudere i battenti» con circa, al momento, 500 pazienti «che sono in cura presso il Centro costretti a trovare un'altra struttura». Tutto ciò, viene fatto notare, «mentre nella vicina Crotone sta avviando la sua attività un Centro oncologico veramente privato».

Già lo scorso 19 maggio tutti i soggetti istituzionali interessati alla questione erano stati informati della condizione a dir poco complicata in cui verteva il presidio. In seguito il consiglio regionale ed il presidente dalla giunta regionale facente funzioni, Antonella Stasi, avevano dichiarato l’intenzione di avviare tutte le procedure utili a perseguire una giusta risoluzione del problema, tanto che la paventata soppressione era stato prolungata proprio fino alla scadenza del 17 luglio prossimo. Ma, a soli sei giorni di distanza, come rimarcato dalla lettera presentata oggi, «non si sa se e quando saranno trasferite le risorse necessarie per poter acquistare farmaci, dispostivi medici e pagare gli stipendi ai dipendenti». «Per la gestione di tutte le attività – si aggiunge nella nota – da parte della Fondazione sono necessari circa 30 milioni all'anno; ne sono stati previsti solo 10 milioni. Solo per la gestione delle attività non oncologiche un'apposita commissione paritetica Università - Regione ha stabilito il costo in circa 26 milioni all'anno».

«Sarà sempre la Regione – continua la nota – nei prossimi anni a pagare comunque i debiti accumulati dopo aver distrutto una struttura ove sono presenti eccellenti competenze che non possono essere sminuite nella loro professionalità da miopie di vario genere. Quotidianamente siamo costretti a ricorrere allo scambio al prestito di farmaci con altri ospedali della Regione; le case farmaceutiche si rifiutano di fornire i farmaci e dispositivi medici che comunque devono essere pagati in anticipo dopo estenuanti trattative». Nel comunicato è evidenziato inoltre che «già dal 14 luglio non sarà possibile effettuare presso la Fondazione le Pet. Nei prossimi giorni si darà corso ad ulteriori iniziative giudiziarie nella speranza che sia ancora la volta la magistratura ad intervenire per ripristinare il diritto alla salute dei cittadini calabresi».

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incendio spazzatura g.matteottiÈ stato necessario l’intervento dei Vigili del fuoco per sedare l’incendio di un consistente cumulo di rifiuti ammassato in uno slargo adiacente a via Giacomo Matteotti, nel cuore del centro abitato di Serra San Bruno. Le fiamme, divampate poco dopo le 22 di ieri sera, hanno interessato diverse buste di immondizia accumulate in fondo alla piazza, adibita a parcheggio comunale, sita a pochi metri di distanza dallo storico quartiere “Zaccanu” dove, tra le altre cose, c’è anche l’edificio che fu l’abitazione del celebre “poeta scalpellino” mastro Bruno Pelaggi.

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mini vigili_del_fuocoMomenti di panico oggi a Spadola intorno all'ora di pranzo, quando un incendio ha praticamente distrutto un'abitazione situata in pieno centro cittadino, a pochi passi da piazza Ionadi. Sul posto si è reso necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco di Serra San Bruno e di Chiaravalle Centrale - i quali hanno evitato che le fiamme si estendessero anche alle abitazioni limitrofe - oltre che quello degli agenti del Commissariato di Polizia della cittadina della Certosa. Incerte, al momento, le cause dell'accaduto. Fortunatamente non ci sono stati feriti.

 

 

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mini collage_incendioAumenta a Serra San Bruno il disagio connesso al blocco del sistema della raccolta dei rifiuti solidi urbani. La quasi totalità delle strade cittadine risulta ormai dominata da innumerevoli cumuli di spazzatura, adagiati ovunque ma, in particolar modo, a ridosso dei quartieri più popolosi. Con il caldo torrido che sta contraddistinguendo l’attuale periodo pre-estivo, inoltre, è inequivocabile che i rifiuti disseminati per le vie del centro abitato siano esposti al forte rischio combustione.

Tra i cumuli di immondizia disseminati per la cittadina, uno dei più grandi è quello che si è generato in via Scendamo, strada adiacente a viale Aldo Moro, una delle arterie principali della locale rete viaria. Pochi minuti fa, proprio in questa zona del centro abitato – ubicata a ridosso della scuola materna di Spinetto – si è reso necessario l’intervento da parte degli uomini del locale distaccamento dei Vigili del Fuoco per domare un piccolo incendio.

I pompieri si sono dunque celermente presentati sul posto, allertati, secondo quanto siamo riusciti ad apprendere, da alcuni passanti che transitavano in prossimità della stessa area. L’incendio, divampato nelle prime ore del pomeriggio di oggi, è stato prontamente domato, ma nelle prossime ore, viste le criticità che stanno interessando il locale sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani, resta il forte rischio che episodi analoghi possano interessare altri dei grossi cumuli di immondizia, quasi delle mini-discariche a cielo aperto, disseminati ovunque per le vie del centro urbano.

 

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mini carabinieriFABRIZIA - È quasi certa l'origine dolosa del gesto anche se, sull'accaduto, sono in corso indagini da parte del carabinieri della locale stazione per accertare la dinamica dei fatti ed eventuali responsabilità. Nella tarda serata di venerdì, intorno alle 23, in località ''Cazzica'' nel piccolo centro delle Serre vibonesi, è stato dato alle fiamme un casolare di proprietà di A.C., 50enne del luogo. Il rogo ha distrutto diversi attrezzi agricoli. Sul posto, immediato l'intervento dei vigili del fuoco che, assieme ai carabinieri, avrebbero ritrovato del liquido infiammabile, che sarebbe stato utilizzato dai malviventi per dare alle fiamme il casolare.

 

 

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mini ospedale_serraQuello che temevamo, e che avevamo prospettato alcuni giorni fa, si è purtroppo puntualmente verificato. L’ultima anestesista in funzione da ormai quasi un mese, 24 ore su 24, all’Ospedale San Bruno, non ha retto il ritmo massacrante alla quale si sottoponeva dal 12 marzo scorso. Anche lei, da oggi, risulta fuori servizio. Ne consegue che il Presidio sanitario serrese non è al momento in grado di eseguire alcun tipo di operazione chirurgica proprio a causa dell’assenza di personale preposto alla funzione di anestesia e rianimazione.
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termosifoniA distanza di diversi mesi dall’ultimo furto, dopo un lungo periodo di apparente calma, ieri sera si è verificato un nuovo misterioso caso di rapina, anche questa volta, a danno di un’abitazione ubicata nel centro storico di Serra San Bruno. L’ondata di furti, improvvisamente interrottasi da alcuni mesi, si era registrata in passato per il corso di diversi anni con frequenza quasi settimanale. La maggior parte degli episodi aveva interessato decine e decine di edifici ubicati nella parte più antica del rione “Terravecchia”, svuotati di denaro, quadri, argenteria, mobili e monili, proprio quando i rispettivi proprietari non si trovavano fra le mura domestiche.

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Venerdì, 18 Aprile 2014 14:59

Serra, dissequestrata l'isola ecologica

mini discarica_sequestrata_dueIl Tribunale del Riesame di Vibo Valentia ha accolto l'istanza presentata dal primo cittadino di Serra, Bruno Rosi, revocando dunque il decreto di sequestro e convalida dell'isola ecologica, sita in località “Leonà” sulla statale 110 in direzione Mongiana.

A seguito di questo provvedimento, dunque, il centro di conferimento dei rifiuti torna nella piena disponibilità del Comune. Il sequestro era stato causato dalla cattiva gestione della struttura, inizialmente nata – su un'area prima destinata ad un parco giochi – come isola ecologica ma ben presto trasformata in un'autentica discarica a cielo aperto.

A causa, inoltre, del sequestro dell'area, per giorni il popoloso centro montano ha dovuto fare i conti con strade colme di spazzatura di ogni genere. I cittadini, a questo punto, sperano che si sia fatto un ulteriore passo in avanti verso la risoluzione del problema, ma certamente permangono dubbi e perplessità sulle modalità di gestione e sulla sicurezza del sito.

 

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