uiciLo scorso venerdì 21 febbraio è stato celebrato il settimo anniversario della “Giornata nazionale del Braille”. A Serra San Bruno, per l’occasione, l’Unione provinciale ciechi e ipovedenti ha incontrato gli studenti dell’Istituto d’istruzione superiore “Luigi Einaudi”. Il Dirigente scolastico Antonio Ceravolo ha raccolto quindi con prontezza ed entusiasmo l’invito dell’Uici, per l’organizzazione di un incontro atto a favorire la promozione sociale e culturale, oltreché la diffusione informativa, su questo fondamentale sistema di lettura per non vedenti. Un’iniziativa quindi per richiamare l'attenzione sull'importanza che il Braille riveste nella vita delle persone non vedenti e di tutti gli altri soggetti coinvolti direttamente o indirettamente nella loro quotidianità, al fine di sviluppare politiche pubbliche e comportamenti privati che allarghino le possibilità di reale inclusione sociale e di accesso alla cultura e all'informazione per tutti coloro che soffrono di minorazioni visive.

Il presidente della Upci, Giovanni Barberio, ha aperto l’evento portando all’attenzione degli studenti nozioni, appunto, sul sistema di lettura e scrittura Braille e più in particolare sull’importanza della comunicazione e dei mezzi che ne consentono l’accesso ai ciechi ed agli ipovedenti. Inizialmente, lo stesso Barberio, si è quindi soffermato su alcuni cenni storici e sul percorso di integrazione sociale che negli ultimi anni ha interessato l’Unione italiana ciechi e ipovedenti. A tal proposito sono stati proiettati due diversi filmati: il primo, un documentario sintetico ed incisivo su Luis Braille, ha quindi illustrato nozioni riguardanti proprio l’ideatore del sistema di lettura; il secondo filmato ha invece riguardato un’illustrazione analitica.

Nel corso dell’incontro è stata rievocata anche la figura di Augusto Romagnoli, iniziatore della tiflopedagogia italiana, personalità fulcro per l’avvio dell’ostico processo di emancipazione che ha visto protagonisti i disabili in Italia e più in particolarmente i ciechi e gli ipovedenti. Un percorso, che nel tempo ha centrato grossi passi in avanti, posto in essere – nella prima metà del Novecento - soprattutto per l’introduzione degli studenti non vedenti nel contesto scolastico, anche se ancora la figura del tiflopedagogista non è stata riconosciuta come obbligatoria negli istituti italiani.

Particolare è stata la seconda parte dell’iniziativa, durante la quale si è permesso agli studenti dell’Einaudi di maturare un’esperienza diretta con il sistema di lettura Braille, grazie all’ausilio di una tavoletta, di un foglio di carta ed un punteruolo. In seguito si è passati all’altrettanto interessante sperimentazione di alcuni sistemi e pratiche utilizzate in genere dai soggetti affetti da disabilità visiva.

 

 

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