mini arena-scopellitiCome le cucine Scavolini è stato ‘il più amato dagli italiani’. Peppe Scopelliti per ben 8 anni dominò la classifica dei primi cittadini d’Italia con un indice di gradimento superiore al 70%. Ben 3 reggini su 4. Ma i giorni del giovane sindaco rampante, trascorsero in realtà all’insegna di una modernizzazione di facciata, palesatesi oggi in una gestione ‘disinvolta’ che ha condotto al dissesto il comune reggino. Oggi la sua carriera politica sembra aver imboccato mestamente il viale del tramonto. Un viale contorto, illuminato dalla luce fievole degli innumerevoli scandali che lo stanno travolgendo e che lo hanno portato ad accumulare nel tempo un curriculum giudiziario davvero invidiabile.

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mini arenaARENA – «Non vogliamo fare inutili dietrologie. Né vogliamo che questo Consiglio si trasformi in un tribunale dell’Inquisizione. Se ci sono stati e ci saranno responsabili saranno gli organi preposti a stabilirlo. Noi, la mia amministrazione intendo, abbiamo davanti soltanto due doveri: dal punto di vista politico, è opportuno fare chiarezza su una questione che avrà inevitabilmente pesanti ripercussioni. Dall’altro lato, dal punto di vista gestionale e quindi amministrativo, abbiamo l’obbligo di affrontare la situazione e la triste realtà. Realtà inoppugnabile: il lungo iter giudiziario si è concluso con una condanna pesante. Con la condanna al pagamento di oltre un miliardo di euro. 1.097.062 euro, per l’esattezza».

Nel corso di un affollato consiglio comunale, convocato in forma straordinaria e aperta, il sindaco Antonino Schinella ha inteso rendere edotta la cittadinanza in merito ad una questione che per lunghi anni ha tenuto con il fiato sospeso cittadini e amministratori di Arena: la vertenza Lorusso. Questione che ha avuto epilogo soltanto nei giorni scorsi con la decisione della Cassazione che ha rigettato il ricorso presentato dal Comune.  

«La storia parte da lontano e ha per oggetto i lavori di costruzione del Carcere mandamentale. I lavori - ha riferito il primo cittadino suffragando le sue tesi con carte e documenti alla mano - furono consegnati alla ditta nel febbraio dell’84. Dopo tre sospensioni nel breve arco temporale di un anno e mezzo, nell’estate dell’85 l’impresa subisce un attentato dinamitardo. E i lavori i fermano. Arrivano i solleciti, si susseguono due ordini di servizio, ma l’impresa riprende i lavori soltanto ad aprile del 1987. Ma sette mesi dopo si ferma di nuovo. Il motivo? Si è resa necessaria una perizia suppletiva e di variante, la cui redazione tra mancati recepimenti e pareri vari ha subito un iter abbastanza lungo. Si pensi, infatti, che soltanto nel 1994, sette anni dopo, la Giunta comunale ha approvato la perizia, dando così avvio ai lavori. Da questi ritardi, dunque, scaturisce il contenzioso. Per l’impresa la responsabilità sono attribuibili all’amministrazione appaltante e all’incapacità di quest’ultima di approvare una perizia. L’arbitrato ha successivamente accolto le richieste di Lorusso, condannando il Comune al pagamento di oltre un miliardo di euro. E dopo le decisioni della Corte di Appello e della Cassazione che hanno rigettato i ricorso presentati a suo tempo dal Comune, l’iter processuale si è concluso con una condanna. E adesso la situazione non è delle migliori. Acuita dal fatto che ci troviamo a fronteggiare una non facile situazione. Si pensi - ha aggiunto il sindaco - che quotidianamente si recano in Comune decine di creditori e diversi professionisti che esibiscono laute parcelle per prestazioni che in alcuni casi risalgono anche a decine di anni addietro. Si pensi, inoltre, che siamo costretti a pagare rate di mutui per un importo che supera i 200mila annui, di cui 70mila assorbite per la chiusura delle controversie legate agli espropri Lombardo e Scalamogna. E, come se tutto ciò non bastasse, aggiungo che a dicembre arriverà la sentenza, un'altra sentenza, sempre inerente un esproprio, questa volta del terreno dove è ubicata la scuola elementare, e le notizie forniteci dal nostro avvocato non ci lasciano ben sperare. Dunque, è evidente che la situazione che abbiamo ereditato è pesantissima. C’è chi in questi giorni ci sta consigliando il dissesto. Forse è l’unica via di uscita, ma sarebbe una iattura per la nostra gente. Significherebbe l’aumento, fino al massimo consentito, dei tributi e delle tariffe per cinque anni. E in un periodo di crisi generale, non possiamo mettere le mani nella tasche dei nostri cittadini. Perciò, stiamo lavorando e lavoreremo con un unico obiettivo: evitare il dissesto. Ci siamo rivolti ai ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture, ai quali abbiamo chiesto di assumersi i maggiori oneri derivanti dalla costruzione del Carcere anche nello spirito dell'articolo 19 della legge n. 119 del 1981, che prevedeva che i maggiori oneri potessero essere saldati attingendo ad un mutuo a totale carico dello Stato. In questa direzione, il deputato Laratta presenterà presto un’interrogazione, portando il nostro caso all’attenzione del Parlamento. Inoltre, siamo in trattativa con il creditore: se riuscissimo ad ottenere una dilazione, a conti fatti saremmo in grado di onorare il debito. E questa - ha aggiunto il sindaco rispondendo alla domanda del consigliere di opposizione Giamba - sarebbe la migliore condizione: ci permetterebbe da un lato di evitare il dissesto e dall’altro di affrontare l’onere senza neppure aumentare la pressione fiscale. Basterà razionalizzare la spesa, sulla falsariga di quello che abbiamo fatto finora, se è vero come è vero che ad oggi siamo riusciti a diminuire sensibilmente alcuni costi: penso, solo per fare qualche esempio, alla gestione e al trasporto dei rifiuti, al riscaldamento dello strutture pubbliche e alla manutenzione dei mezzi comunali». Infine, rispondendo ad una domanda dell’altro consigliere di opposizione Brogna, il primo cittadino ha chiosato così: «Lei mi chiede di chi sono le responsabilità? Leggendo le carte, emerge che il loro arbitrale ha addossato le responsabilità alle amministrazioni che si sono susseguite dal 1987 al 1994 e in parte anche ai progettisti e alla carenze progettuali. Aggiungo che reputo un errore il fatto che la precedente amministrazione non abbia nominato un arbitro, e quindi un difensore del Comune, decidendo di non giocarsi la partita, sebbene questo ultimo aspetto non rappresenti la prova che affrontando il giudizio in modo diverso il Comune ne sarebbe uscito indenne. Comunque, ribadisco che saranno gli organi proposti a stabilire chi sono i responsabili. Posso dirle che alla Procura della Corte dei conti è stato già trasmesso l’intero fascicolo».

Dopo la chiosa del sindaco, gli interventi del pubblico, tra cui quello dell’ingegnere Michele Gerace, assieme al collega Raffaele Schinella progettista e direttore dei lavori del Carcere, e dell’ex sindaco Rosario Pugliese.

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mini pistola_1a_pagSERRA SAN BRUNO – Da “risorsa” per il paese e per il suo partito a figura scomoda da scaricare in fretta e in furia. Sapevano chi era e quanti voti avrebbe portato in dote, lo hanno cercato, gli hanno chiesto di candidarsi, hanno insistito. Poi, una volta conquistato il comune, hanno cercato di disfarsene, di prenderne le distanze come da un commensale prima invitato a sedersi a tavola e poi trattato da indesiderato. “Il rilancio dell’attività amministrativa” è la motivazione, evidentemente poco credibile, con cui l’hanno cacciato dalla giunta.

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simbarioSIMBARIO - Non si placano le proteste dei cittadini all’interno del palazzo comunale. Infatti, come segnalato da alcune famiglie, continua a non esserci l’acqua nella zona alta del paese. Principalmente, i luoghi colpiti dal problema sono via Giacomo Matteotti e le abitazioni nei pressi del Calvario. Una storia quella dell’acqua che si ramifica in mille intrecci ai quali i cittadini cercano di far fronte: dalla chiusura sei serbatoi comunali, all’allaccio all’acqua avvelenata dell’invaso dell’Alaco, alle secche estive ecc. Insomma, l’approccio dell’essere umano con prezioso liquido diventa sempre più difficile. E la confusione in merito ai problemi sopra elencati regna sovrana, dato che gli amministratori dei vari Comuni sono sempre di più impegnati nell’infinito balletto di ordinanze che un po’ ne attestano la bontà e un po’ l’impossibilità di utilizzo della stessa per uso umano

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mini pitagoraMIDOrgoglioso e deciso, il Comune di Serra San Bruno l’ha lanciata su Facebook come fosse un’impresa epica: ‘Arrivano 50 studenti egiziani e 3 tutor. Saranno ospiti del Comune di Serra San Bruno. Frequenteranno la scuola alberghiera fino al diploma. Il mediterraneo, la Calabria, Serra San Bruno ed il Medio Oriente, sempre più vicini, nella cultura’. Ma al di là dei proclami, il progetto regionale ‘Pitagora Mundus’, che porterà 350 studenti diciottenni egiziani in 6 scuole della Calabria, fra cui l’Alberghiero di Serra, rischia di sfiorire prima del previsto.

 

Alaa-Eldin Adris, curatore egiziano del progetto, avrebbe rivelato che mentre dal Ministero di Alta formazione della Repubblica Araba d’Egitto sono già arrivati i fondi dovuti, ancora i soldi calabresi latitano.

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mini municipio_serraSERRA SAN BRUNO – Ci sarebbe «un danno erariale provocato dal presidente della provincia di Vibo Valentia Francesco De Nisi che ha avvantaggiato i comuni amici e persone a lui vicine», mentre la responsabilità del sindaco di Serra San Bruno, Bruno Rosi, sarebbe quella di «svendere il proprio comune, dimezzando quello che c’era da 400 mila euro a 200 mila euro affinchè possa gestire i soldi con incarichi professionali e appalti». Queste le accuse mosse dal consigliere provinciale dell’Udc Pino Raffele che contemporaneamente è anche consigliere comunale di Serra San Bruno della lista “La Serra” a capo della quale era stato candidato a sindaco. La vicenda è quella che vede coinvolti i due politici nella rimodulazione dei 400mila euro destinati alla “Messa a Norma dello Stadio Comunale di Serra San Bruno” che passano ora a 200mila, per questo Pino Raffele ha presentato presso la Procura Generale della Corte dei Conti della Regione Calabria di Catanzaro un esposto per denunciare quanto d’irregolare sarebbe successo. Ma vediamo cosa contiene l’esposto. «Con deliberazione di Giunta Provinciale n° 262 del 01.08.2012 veniva stabilito, tra le altre cose: di utilizzare la somma che si rende disponibile a seguito della risoluzione del contratto d’appalto con l’Impresa PROG.I.R.I. s.r.l., mediante la rimodulazione del mutuo contratto con l’Istituto per il Credito Sportivo (I.C.S. – prat. n° 31491), per come di seguito indicato: € 200.000,00 per “Impianti sportivi polivalenti nel Comune di Serra San Bruno”; € 14.634,90 per “Lavori di sistemazione campo calcetto loc. Torretta a San Calogero”; € 160.211,55 per “Impianti sportivi polivalenti nel Comune di San Calogero”; di precisare che la spesa scaturente dai progetti sopra indicati, dell’importo complessivo di  € 374.846,45 potrà essere finanziata con la devoluzione del mutuo I.C.S. sopra indicato; di dare atto che è venuto meno l’interesse dell’Amministrazione alla realizzazione dei lavori di che trattasi; di dare indirizzo al Dirigente del Settore VIII per la redazione degli elaborati progettuali con relativa variazione al piano delle opere pubbliche». Fin qui la rimodulazione con un evidente svantaggio per la cittadina della Certosa, mentre «palesemente in contrasto con quanto stabilito nella deliberazione della Giunta Provinciale n° 262 del 01.08.2012, il Comune di Serra San Bruno, con deliberazione della Giunta Comunale n° 143 del 27.08.2012, approvava un protocollo d’intesa da stipulare tra l’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia e l’Amministrazione Comunale di Serra San Bruno, finalizzato alla realizzazione dei lavori agli impianti sportivi polivalenti nel Comune di Serra San Bruno». Da qui, in sostanza, sorgerebbe la responsabilità politica del sindaco Rosi. L’esposto sottolinea come «la Corte dei Conti – Sezione Regionale di Controllo per la Calabria, con deliberazione n° 59/2012 prot. n° 2544 del 31.05.2012, trasmessa al Presidente del Consiglio Provinciale di Vibo Valentia, a seguito di “un’istruttoria condotta in relazione al rendiconto 2010 della Provincia di Vibo Valentia ha evidenziato la presenza di alcuni comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria rilevanti ai sensi e per gli effetti previsti dall’art. 1, c. 168, della legge n. 266/2005 e di situazioni che, in assenza di misure correttive, possono condurre alle conseguenze previste dall’art. 6, c.2, del D.Lgs. 149/2011”». Pino Raffele, chiede ai magistrati contabili di accertare e verificare circa la sussistenza «di eventuali profili di irregolarità nella procedura esposta; di danno all’erario eventualmente verificatosi; di eventuali responsabilità in capo ad amministratori e/o altri soggetti coinvolti, nei confronti dell’erario, considerato che il caso esposto, sicuramente, non è l’unico».

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mini arena_e_scopellitiA quanto pare siamo alla frutta. La gestione del Comune di Reggio Calabria potrebbe essere, già nei prossimi giorni, risolta con l’affidamento dell’ente ad una triade commissariale. Nella giornata di giovedì il Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, ha convocato d’urgenza il Prefetto di Reggio, Vittorio Piscitelli, per approfondire ulteriormente i particolari emersi dalla relazione stilata dalla commissione d’accesso insediatasi nella città dello Stretto nel gennaio scorso. Argomento dell’incontro, la presunta continuità di rapporti fra l’amministrazione reggina e la criminalità organizzata, sia per il periodo della gestione Scopelliti, sindaco di Reggio Calabria fino al 2010 ed attuale presidente della Regione, sia per il breve mandato dell’attuale sindaco Demetrio Arena.

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mini _DSC1340SERRA SAN BRUNO - La replica al nostro articolo del 4 settembre dal titolo 'Serra, sorgente danneggiata da mesi e mai riparata. E il Comune invita a ridurre gli sprechi' (https://www.ilvizzarro.it/serra-sorgente-danneggiata-da-mesi-e-mai-riparata-e-il-comune-invita-a-ridurre-gli-sprechi.html) con cui abbiamo denunciato le condizioni in cui si trova una delle sorgenti che serve il serbatoio comunale 'Castagnari', lascia perplessi non tanto per l'italiano a tratti oscuro, quanto per il contenuto.

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mini lubelluSERRA SAN BRUNO - L’estate che sta per concludersi sarà ricordata come la stagione del balletto delle ordinanze sulla questione acqua (non) potabile. Una stagione che è stata caratterizzata dal susseguirsi di svariate ordinanze di non potabilità, e relative deroghe. In particolar modo l’annosa questione ha interessato l’acqua proveniente dal serbatoio di “Castagnari”. Tale serbatoio eroga acqua nel rione Ombrellino, in Via Catanzaro, in Via Serra dei Monaci e nelle relative traverse. Fino ad ora gli amministratori sono sempre stati vaghi di fronte al fatto che proprio in questi quartieri del centro abitato di Spinetto, per diversi giorni si sono registrati problemi di erogazione dell’acqua.

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fotoSERRA SAN BRUNO - C’è una grossolana propensione al masochismo nel presentare un dossier buono ad infangare gli ultimi vent’anni o quasi di amministrazione serrese, compreso il mandato in cui si è stati prima vice-sindaco poi, per un anno, sindaco facente funzioni. Così nella stanza dei bottoni della giunta comunale, prestata per l’occasione alla minoranza, per una mattina si rivivono i fasti dei brillanti primi anni 2000. Invitati dall’ex sindaco Lo Iacono, attorno ad un tavolo, un unico tavolo, si ritrovano tutti insieme appassionatamente l’ex assessore Abronzino, l’attuale consigliere provinciale Raffele, gli ex colleghi di giunta Vavalà e Procopio.

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