comune serraRiceviamo e pubblichiamo

Speriamo solo che la lezione sia servita e che il Comune di Serra San Bruno ne faccia tesoro, decidendo per il futuro di tenere una linea di comportamento più rispettosa del ruolo e delle prerogative dello Slai-Cobas e dei suoi rappresentanti.

Se non altro per favorire il dialogo, ci si augura sereno e costruttivo, senza trincerarsi dietro manifestazioni di arroganza e dimostrazioni di forza destinate prima o poi ad essere smentite ed a lasciare il tempo che trovano. Perché fino a prova contraria viviamo in uno Stato di diritto e la giustizia spesso riesce a mettere le cose a posto. Questi i fatti che vedevano, all’epoca, il Comune guidato dalla Giunta Lo Iacono.  

Con sentenza n. 368 del 12 marzo 2014, notificata al Comune il 28 aprile 2014, il Giudice del Lavoro di Vibo Valentia, in persona della dott.ssa Annalisa Gualtieri, ha dichiarato l’illegittimità di un provvedimento disciplinare con cui il Comune di Serra San Bruno aveva a suo tempo sanzionato un proprio dipendente LSU/LPU per non aver ottemperato ad un ordine di servizio con cui il Comune, con l’evidente scopo di impedirgli di partecipare allo sciopero indetto per la giornata del 9 maggio 2008 dallo Slai-Cobas, aveva tentato di imporgli lo svolgimento di un servizio.

Comportamento questo che già di per sé estremamente grave nei confronti di un semplice lavoratore diventava aberrante ove diretto come nel caso di specie nei confronti di un lavoratore, che ricopriva anche la carica di rappresentante sindacale.

Angelo Carchidi - questo il nome del nostro rappresentante - legittimamente rifiutava di ottemperare ad un ordine di servizio chiaramente illegittimo e connotato da evidenti caratteri di antisindacalità, partecipando allo sciopero. Da qui la reazione del Comune che apriva un procedimento disciplinare sanzionando il lavoratore con una multa.

Sanzione questa oggi annullata dal Giudice del Lavoro di Vibo Valentia che, in totale accoglimento delle argomentazioni difensive presentate dal legale dello Slai-Cobas, ha accertato l’illegittimità del comportamento tenuto dal Comune riconoscendo esplicitamente il diritto del lavoratore /rappresentante sindacale a partecipare allo sciopero attesa la non riconducibilità del servizio richiesto all’interno dei servizi pubblici essenziali e riconoscendo espressamente la rappresentatività sindacale dello Slai-Cobas ed il conseguente diritto dell’organizzazione di nominare ed individuare “delegati in seno agli enti ed organismi locali, tra cui appunto il Comune di Serra San Bruno” (pag. 2 sentenza).

Diritto questo esplicitamente negato dall’Amministrazione e che rappresentava, di fatto, il fine ultimo della condotta messa in atto da questa. Paventando la necessità di un inesistente servizio pubblico essenziale, infatti, il Comune di Serra San Bruno di fatto mirava a screditare la scrivente organizzazione nei confronti dei propri iscritti impedendo al suo rappresentante di partecipare allo sciopero indetto dalla stessa organizzazione sindacale cui apparteneva ed appartiene. Per la serie: non esistete, non avete diritti e non vi riconosciamo.

Invece, purtroppo per il Comune, lo Slai-Cobas esiste eccome, opera, rivendica diritti e tutela i propri iscritti. E’ questa è la verità, piaccia o meno al Comune di Serra San Bruno. Speriamo solo, si ripete, che la lezione sia servita.

Noi, come sempre, continueremo a lavorare ed svolgere il nostro ruolo che, ci rendiamo conto, per qualcuno possa risultare scomodo e dare fastidio. Ma questo non è un nostro problema e, detto francamente, non ci spaventa. Tutt’altro. Ed i fatti lo dimostrano.

Slai – Cobas Serre Calabre


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mini autostrada_a3Riceviamo e pubblichiamo

Dalle risultanze istruttorie e dalle prospettazioni difensive avanzate all’esito dell’udienza di convalida dell’arresto tenutasi in data odierna (ieri, ndr) dinanzi alla Dott.ssa Lucia Monaco presso il Tribunale di Vibo Valentia, è stato ritenuto insussistente il reato di furto aggravato contestato ai due prevenuti in oggetto, con derubricazione dello stesso nell’ipotesi meno grave di appropriazione indebita. Veniva inoltre revocata la misura cautelare degli arresti domiciliari e gli stessi venivano immediatamente posti in stato di libertà, con il solo obbligo di dimora nel comune di residenza.

Si evidenzia, inoltre, che è inveritiera la circostanza riportata nell’articolo secondo la quale, a seguito di perquisizione, nelle abitazioni e nei poderi nella disponibilità dei due fratelli Riniti Antonio e Pasquale siano stati rinvenuti, con sequestro a loro carico, di circa 50 piantoni di guard rail di cui 15 utilizzati per sorreggere una stalla e di materiale di carpenteria di proprietà della stessa ditta ai danni della quale i due fratelli avevano attuato il furto di carburante. Infatti, le perquisizioni hanno avuto esito assolutamente negativo.

 

Avv. Enrico Chindamo

Avv. Francesco Siclari

 

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mini 1538713_10202904595727619_7789417547659384432_nCi abbiamo creduto. Entrambi i soggetti avevamo fortemente voluto questo incontro, dopo mesi di lavoro comune nella distribuzione dei prodotti agricoli della Piana di Gioia Tauro attraverso oltre venti Gas del nostro territorio e con il concorso del Distretto di economia rurale solidale (che ci ha portato in dote da ormai un anno le relazioni con i produttori del Parco agricolo Sud Milano). 

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scopellitiREGGIO CALABRIA - Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, è stato condannato in primo grado a 6 anni di reclusione. A suo discapito è arrivata anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la condanna al pagamento di una provvisionale di 120mila euro, mentre l'ammontare del risarcimento dovuto al Comune sarà quantificato in altro giudizio. Questa la sentenza pronunciata pochi minuti fa dal Tribunale presieduto da Olga Tarzia, a conclusione del “processo Fallara” che vedeva imputato proprio il governatore calabrese, congiuntamente a tre revisori dei conti del Comune di Reggio Calabria, implicati nell'inchiesta sul bilancio dell’ente.

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alberi tagliatiIntervenendo alla trasmissione "Start" su RadioUno, Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, si è soffermato sulla questione dell’albero monumentale del bosco "Archiforo": «Il sindaco di Serra San Bruno, Bruno Rosi, ha assicurato che l’Abete bianco più grande d’Europa non è da considerarsi a rischio taglio. Resta l'invito – ha proseguito Realacci - alle autorità nazionali e locali, a vigilare sulla vicenda degli oltre 2.600 alberi da tagliare del bosco "Archifòro" che il Comune di Serra San Bruno avrebbe messo in vendita.

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alluvione vibo 2006È partito ieri mattina dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia il processo sui drammatici fatti dell’alluvione del 3 luglio 2006 che mise letteralmente in ginocchio tutto il territorio provinciale e, in particolare, le zone tirreniche del Vibonese. All’epoca dei fatti a pagarne maggiormente le spese furono le frazioni marine del comune capoluogo, dove si registrarono tre vittime e novanta feriti, oltreché danni per 200milioni di euro. A 17 mesi dalla prima udienza subito rinviata, a 21 mesi dal rinvio a giudizio, a 3 anni e otto mesi dalla conclusione delle indagini ed a 4 anni e 5 mesi dagli avvisi di garanzia, il processo atto a far luce sulle responsabilità di quanto accaduto in quei tragici giorni è quindi finalmente ripreso. La fase di stallo - determinata da una serie di problematiche, fra cui, errori di notifica, cambi di collegio e la mancanza cronica di giudici nel Tribunale Vibonese – aveva inevitabilmente fatto dilatare i tempi del processo.

Sono quindici gli imputati che erano stati rinviati a giudizio il 18 giugno 2012, chiamati a rispondere, a vario titolo, per le accuse di disastro colposo, inondazione colposa, omicidio colposo ed omissione di atti d’ufficio. Fra questi vi sono Gaetano Ottavio Bruni, all’epoca dei fatti presidente della Provincia di Vibo ed attuale consigliere regionale in quota Udc; Paolo Barbieri, ex assessore provinciale oggi elemento di spicco del Pd vibonese; Domenico Corigliano, ex comandante della Polizia Municipale di Vibo; Ugo Bellantoni, Silvana De Carolis e Giacomo Consoli, tutti ex dirigenti del Comune di Vibo oltreché diversi dirigenti della Regione e del Nucleo Industriale. Fra le parti civili in causa vi sono le famigli delle vittime, 17 privati cittadini, il Wwf e Legambiente.

Il Tribunale collegiale presieduto dal giudice Filippo Ricci è riuscito, quindi, ieri mattina ad avviare il dibattimento ed a programmare per le prossime udienze le escussioni in aula del colonnello Michele di Nunno e del maresciallo Marcello Amico, appartenenti entrambi della Guardia di Finanza e testi dell’accusa. Il processo proseguirà il 10 aprile prossimo.

 

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mini prefettura_viboIl Consiglio dei ministri ha deliberato, su proposta del ministro dell'Interno Angelino Alfano, lo scioglimento dei Comuni di Altavilla Milicia (Palermo), Ricadi e Joppolo (entrambi del Vibonese). La decicione si è resa necessaria «al fine di consentire il risanamento delle istituzioni locali nelle quali sono state riscontrate forme di ingerenza nella vita amministrativa da parte della criminalità organizzata». 

Il Comune di Ricadi era governato dall'ormai ex sindaco, Giuseppe Giuliano, eletto nel 2011 a capo della lista civica "Ricadi rinasce".

Più complessa, invece, la situazione a Joppolo, dove il primo cittadino Giuseppe Dato è rimasto coinvolto di recente in una operazione del Corpo Forestale dello Stato (portata avanti in collaborazione con la Guardia di Finanza), con la quale è stata sgominata una presunta associazione a delinquere, finalizzata alla truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, con rimborsi "gonfiati" dei farmaci. 

Il Comune di Joppolo, però, era già finito sotto la lente di ingrandimento degli organi competenti. L'ex prefetto di Vibo, Michele Di Bari, nel marzo del 2013, dispose l'invio della commissione d'accesso, all'indomani dell'operazione antimafia "Black money" contro il clan Mancuso di Limbadi, una delle più potenti consorterie mafiose d'Europa. Il clan, in particolare, avrebbe influenzato l'esito delle elezioni amministrative del 2011 che hanno portato, appunto, all'elezione dello stesso Dato. 

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de paola seraCon un breve e conciso comunicato - diramato pochi minuti fa - il titolare dell'agriturismo 'Fondo dei Baroni', Domenico De Paola, in protesta assieme a due dei suoi dipendenti - Immacolata Timpano e Domenico Randò - ha reso esplicità la ferma intenzione di continuare nell'azione di contestazione che vede i tre incatenati nel corridoio del Municipio di Serra San Bruno dalle 9.30 di questa mattina, per reclamare il pagamento dei servizi prestati dall'azienda ricettiva nell'ambito del Progetto 'Pitagora Mundus'.

La struttura aveva ospitato, per diversi mesi, 26 dei 53 ragazzi egiziani arrivati in città per effettuare un percorso didattico-formativo di 5 anni, presso l'Istituto Superiore di Serra. Ma il pagamento dei servizi prestati - se non per una minima parte - non  è mai di fatto stato effettuato dal Comune. Si legge nella nota: «Nonostante i vari disagi, il freddo e la stanchezza la nostra protesta continua. Le proposte che ci sono state fatte vanno bene e le abbiamo accettate, ma noi - continuano i dipendenti del 'Fondo dei Baroni' - non andiamo via dal comune e faremo lo sciopero della fame fino a quando l'amministrazione comunale non avrà svolto tutte le pratiche necessarie per l'erogazione delle somme dovute. Solo dopo che tutto l'iter burocratico sarà completato potremo andare via e tornare a casa dalle nostre famiglie e al nostro lavoro. Non bastano più le parole. E' da un anno che fanno parole. Un grazie a tutti per la solidarietà dimostrata».

La vincenda - che sta guadagnandosi l'attenzione mediatica regionale - sembrava potersi risolvere entro la giornata di oggi, soprattutto in seguito ai contatti avuti tra il legale di De Paola e gli esponenti dell'amministrazione locale, pronti - si diceva - a sottoscrivere immediatamente un accordo per giungere ad una risoluzione positiva dei fatti. Secondo quando trapelato, il sindaco avrebbe espresso la volontà di coprire il debito con le disponibilità del bilancio comunale, riconoscendo quindi esplicitamente le responsabilità dell'ente, ma - inspiegabilmente - nel pomeriggio si è registrata l'ennesima fase di stallo,  tanto che la Giunta comunale non si è riunita per deliberare alcuna decisioni in merito. Domani dovrebbe giungere a Serra un referente dell'agenzia regionale Iscapi, soggetto attuatore del progetto. Intanto i tre passeranno la notte all'interno del comune, ancora in sciopero della fame.



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mini de paolaMimmo De Paola, titolare dell’agriturismo “Fondo dei Baroni”, assieme a due dipendenti della stessa struttura, si è incatenato questa mattina all’interno del palazzo comunale di Serra San Bruno, di fronte alla sala Giunta, entrando - per protesta - in sciopero della fame. Alle loro spalle i tre hanno affisso degli eloquenti cartelli con espliciti messaggi: «Sindaco vergogna, basta parole, vogliamo i nostri soldi!».

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perdita dacquaÈ da diversi giorni oramai che gli abitanti di Serra San Bruno lamentano un’ingente perdita alla rete idrica comunale proprio sul centralissimo Corso Umberto I. Nonostante il danno evidente sia sotto gli occhi di tutti, ancora non sono stati adottati i giusti provvedimenti per riparare il guasto. La perdita, oltre a rappresentare un incessante spreco d'acqua pubblica, potrebbe rivelarsi altamente pericolosa soprattutto durante le ore notturne, quando le temperature si abbassano sotto lo zero. L'acqua che fluisce sui graniti del manto stradale, ghiacciandosi, potrebbe infatti rivelarsi un'insidia per autovetture e pedoni.

Il ritardo da parte del Comune nel provvedere alla riparazione della perdita ha dell'assurdo, dato che il guasto - registratosi proprio sulla strada più frequentata del paese - è stato notato da tutti i cittadini. Chissà se anche qualche amministratore locale, in questi ultimi giorni, abbia finito per metterci piede, bagnandosi magari le "lucide scarpe" durante una passeggiata politico-convenzionale "a testa alta".

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