mini prefettura_viboIl record, non certo positivo, l'hanno raggiunto sia Nicotera che Briatico, Comuni sciolti per mafia per ben due volte nell'arco di circa 10 anni. Come loro, in Calabria, solo Rosarno e Roccaforte del Greco, Comune sciolto addirittura 3 volte tra il 1996 e il 2011. In Italia, nessuno. Ma quello delle amministrazioni pubbliche in cui sono state riscontrate ingerenze della criminalità organizzata non è solo l'ennesimo triste primato della nostra regione, e al dato statistico, impressionante, va aggiunto anche quello politico, che racconta di uno stato di temporanea sospensione della democrazia che, in alcune zone in particolare, sta diventando la normalità.

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mini Elezioni-amministrative-2012 01La tornata elettorale per le amministrative che ha riguardato 40 comuni in Calabria ha toccato anche 4 comuni del Vibonese. Fino alle 15 di oggi si è votato per il rinnovo dei Consigli comunali di Gerocarne, Parghelia, Dinami e Polia.  A Gerocarne, centro delle Preserre, il nuovo sindaco è Vitaliano Papillo. Per lui, alla guida della lista "Cambiare Insieme", risultato plebiscitario: 1042 preferenze (93,78%) contro i 69 (6,21%) di Giglio Guida, a capo di "Gerocarne Unita". A fronte di 2468 aventi diritto hanno votato in 1193, pari al 48,33%, con 27 schede bianche e 55 nulle. A Polia confermato il sindaco uscente Carmelo Bova ("Umiltà e Libertà") con 444 voti pari al 57,96%, contro i 322 (42,03%) di Antonio Lorè

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mini acqua pubblicaRENDE - Il dibattito (e le battaglie) sullo sfruttamento dei beni comuni fa oramai parte della quotidianità: fondamentalmente perché la politica non riesce e non vuole recepire l’urlo dei cittadini che si battono per i loro diritti fondamentali condannando gli intricati sotterfugi che da vent’anni a questa parte esistono tra amministratori locali, banche e multinazionali. Ieri, a partire dalle ore 18, nei locali del Museo del Presente a Rende (CS), si è tenuto un dibattito sulla proposta di legge regionale di iniziativa popolare per l’acqua pubblica, disegno per il quale è stata avviata la raccolta firme e che dovrebbe applicare la volontà dei cittadini largamente espressa in occasione del Referendum del 12-13 giugno 2011. Al tavolo dei relatori erano presenti Gennaro Montuoro, rappresentante del Coordinamento Calabrese Acqua Bene Comune, Daniele Pisano, giovane amministratore del comune di Serra Pedace, il consigliere regionale Mimmo Talarico (Italia dei valori) e il prof. Alberto Lucarelli, ordinario di Diritto Pubblico all’Università di Sorbona e già assessore al comune di Napoli.

Il primo ad esprimere il proprio sostegno nei confronti dell’iniziativa è stato proprio il giovane Pisano, il quale ha chiosato sull'indifferenza che la Sorical (della quale la multinazionale Veolia rappresentava la parte privata) in questi anni ha mostrato nei confronti dei cittadini a favore dei soli profitti che con l’acqua poteva ottenere. Infatti, con lo sfruttamento del bene per eccellenza, dal 1994 ad oggi non è mai stato avviato, da parte del gestore privato, un investimento al fine di ripristinare la vecchia rete idrica per offrire così un servizio migliore ai cittadini. Unico scopo: distribuire acqua ed incassare profitti.

Il giovane attivista Gennaro Montuoro ha introdotto una breve parentesi, offrendo un nuovo paradossale sguardo al mondo della nostra "cara" politica: «Mentre qui stiamo discutendo su come far valere il risultato referendario, nei palazzi della Regione, per mano di Gentile, si sta pensando a come rinnovare la fiducia a Sorical». Montuoro ha inoltre sostenuto che il raggiungimento degli obbiettivi referendari è necessario, prima di tutto, per condannare le politiche neoliberiste che sfruttando i beni di prima necessità (beni comuni appunto), giocano coi diritti fondamentali e colpiscono le fasce sociali deboli. Lo stesso Montuoro non ha mancato di ricordare la battaglia dei movimenti spontanei nati in tutta la Regione e soprattutto la situazione in cui versano tutti i comuni serviti dall’invaso dell’Alaco. In ultimo, l’attivista del coordinamento calabrese Acqua Bene Comune ha evidenziato i punti salienti della proposta di legge: 1- Captazione e adduzione delle acque gestita da aziende speciali di diritto pubblico; 2- Autorità di ambito, a sostituzione delle vecchie Ato, intesi come ambiti di bacino idrografico; 3- Presenza fattiva e partecipazione dei rappresentanti di tutte le realtà sociali che in questi anni si sono battute per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Le amministrazioni locali che comunque intendessero svincolarsi da una gestione privata del servizio idrico, avrebbero accesso ad un fondo speciale al fine di raggiungere una situazione di indipendenza. Il messaggio che Montuoro lancia alla politica è quello di sostenere fortemente i comitati territoriali, di adottare al più presto il disegno di legge con deliberazioni di Consiglio, di modo che un’azione congiunta, magari delle grandi amministrazioni (come quella cosentina ad esempio già vittoriosa del ricorso al Tar contro Sorical per l’interruzione del servizio idrico), possa essere da monito per le piccole amministrazioni.

Il consigliere regionale Mimmo Talarico ha preso come esempio le città di Parigi, Napoli e Palermo che hanno detto no al «progressivo saccheggio dei beni comuni sfruttati per fare business». Lo stesso ha criticato le irrazionali scelte dei colleghi politici alla Regione, che prima si fanno promotori della loro terra con campagne di comunicazione turistica e poi, invece di prevedere dei piani energetici razionali, incentivano la smisurata creazione di centrali a biomasse (come il caso di Panettieri e Serra San Bruno). Talarico ha infine invitato i tanti presenti amministratori locali a deliberare sulla proposta di legge regionale sull’esempio dei comuni di Mendicino, Cellara, Colosimi Spezzano Piccolo, ecc.

In ultimo, il prof. Alberto Lucarelli, che da anni segue le attività dei comitati calabresi, ha espresso il suo dispiacere nei confronti di una politica che continua a disapplicare la volontà referendaria. Chiosando poi sulla malattia delle multinazionali, lo stesso ha sostenuto come le stesse, nello sfruttare i beni comuni, mirino solo ed esclusivamente a «fare affari in maniera veloce». Come? Abbattendo gli investimenti (infatti, mai è stato eseguito un intervento a favore dei cittadini) ed aumentando le tariffe dei servizi. In questo senso i profitti aumentano in maniera esponenziale. Con la gestione privata, a livello nazionale l’abbattimento degli investimenti è stato del 60%. Tutto questo nasce dal tradizionale connubio tra politica, multinazionale e malavita. «I profitti delle multinazionali - ha detto ancora Lucarelli - non vengono utilizzati per finanziare interventi locali e in più vengono delocalizzati e spesi quindi altrove».

Sottolineando la mancanza di una legge nazionale, Lucarelli porta come esempio quello napoletano, dove è stata bypassata questa carenza facendo riferimento direttamente a Diritto Europeo. Analizzando la proposta di legge calabrese, Lucarelli ha invitato i promotori a ragionare bene sull’organo di controllo della gestione e sul tema delle concessioni, per evitare che anche in Calabria si verifichino situazioni come quelle avvenute in Campania, con gli Ato 3 finiti nelle mani del clan dei casalesi.

Si aspetta adesso di verificare quale sarà, in merito alla proposta di legge regionale, la scelta dei politici locali, soprattutto di quelli che ancora oggi non vedono oltre i giochi di potere e continuano a consentire che si avvelenino circa 400mila persone restando legati all’invaso dell’Alaco gestito da Sorical.

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mini piattaforma_ecologicaVIBO VALENTIA - Non è nemmeno passato un mese dall’ultima emergenza, che subito ne inizia un’altra della stessa natura. Rifiuti. Tanti, forse troppi. Disseminati in ogni angolo delle città, nauseabondi e pericolosi per l’igiene e la salute pubblica. Una storia talmente atrofizzata che la parola “emergenza” non è nemmeno poi troppo adeguata al caso. Perché questa storia è ormai normalità, specie in provincia di Vibo Valentia, costretta a sentire oltretutto il peso ingombrante dell’ospite scomodo, dovendo per forza di cose conferire oltre i propri confini. E i 50 Comuni del comprensorio vibonese, lamentosi e perennemente in cerca di soluzioni calate dall’alto, stanno ancora a guardare. Guardare e aspettare che qualcuno o qualcosa si muova per ripristinare l’ordinario, senza conseguentemente tentare di correre ai ripari potenziando magari quel servizio virtuoso della differenziata che solo alcuni enti praticano e in maniera per giunta neanche ottimale. Tra l’altro pare non siano bastate nemmeno le dichiarazioni dell’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pugliano, che appena qualche giorno fa ha ammesso la particolare difficoltà di far conferire i rifiuti calabresi nelle discariche autoctone, per spingere i sindaci a dire finalmente “basta” al sistema vecchio e obsoleto, oltre che controproducente, della spazzatura indifferenziata. Così, Gregorio Greco proprietario di una delle due uniche piattaforme ecologiche della provincia, la Gf Ambiente sita in loc. Aeroporto, lancia la sua personale iniziativa: "offrire a tutti i Comuni la gestione gratuita di tutte i rifiuti differenziati". Che in tempo di emergenza suona come una preziosa idea da sposare immediatamente. “L’iniziativa – ha spiegato durante la conferenza stampa di ieri mattina proprio il titolare della piattaforma Greco - che per ora ha una durata sperimentale di 6 mesi ha il duplice scopo di promuovere sia l’attività della GF Ambiente, che di dare un concreto contributo alle amministrazioni locali in questo particolare momento storico, per la corretta gestione del ciclo dei rifiuti, universalmente riconosciuta nella “raccolta differenziata spinta” e unica modalità possibile per portare a soluzione il drammatico problema dei rifiuti”. In realtà, ormai dovrebbe essere noto a tutti il modus operandi del ciclo dei rifiuti indifferenziato che finiscono il loro percorso in delle grosse buche scavate dovunque sia possibile per, prima o poi, saturarsi e creare, fintanto non si individuino nuovi terreni da scavare, l’emergenza. La Calabria, in questo particolare settore, vanta dei primati negativi insieme alla Campania e, non a caso, anche il governatore Giuseppe Scopelliti ha dovuto pagare dazio con sei mesi di reclusione confermati in appello per “omissione in atti di ufficio” in merito alla mancata bonifica della discarica di Longhi-Bovetto nel periodo in cui era Sindaco di Reggio Calabria. Però, c’è da dire che la stessa Calabria ha anche delle eccellenze di cui andare fieri e da cui prendere esempio, come il comune cosentino di Saracena tra i primi in Italia per la percentuale di differenziata raggiunta. Ovviamente, tra gli ultimi del bel Paese rimane Vibo Valentia, che con il suo misero 9,8 per cento (dati Istat aggiornati al 10 luglio 2012) rischia davvero di sommergere, con l’estate alle porte, sotto tonnellate di rifiuti. Ma questa iniziativa può far cambiare il pessimo trend fin qui percorso, sempre che i primi cittadini abbiano giuste orecchie per sentire.

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mini municipio_serraEra il novembre 1983 quando Francesco Mancuso, storico "capobastone" dell'omonima famiglia morto nel 1997, risultava essere, direttamente dal covo dorato della sua latitanza in quel paese roccaforte di una delle famiglie ‘ndranghetiste più organizzate e sanguinarie di sempre, il primo degli eletti in quella famosa tornata elettorale. Negli anni ’80 non esisteva ancora la legge sullo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose. Limbadi fece scuola con la firma “storica” di Sandro Pertini che ne decretò lo scioglimento, dando il via alla costruzione di una legge ad hoc varata poi 8 anni più tardi, a seguito della strage di Taurianova quando, nel bel mezzo di una faida, quattro persone affiliate alla ‘ndrangheta vennero ammazzate in pieno centro con a seguito il macabro gesto del tiro al piattello con la testa di uno dei quattro.
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Martedì, 16 Aprile 2013 13:23

Il lago di gomma

mini alaco_schiumaLo hanno battezzato il lago di gomma. Un bacino artificiale nelle montagne delle Serre, a quasi mille metri d’altezza, nel cuore verde della Calabria centro-meridionale. Non è una montagna come un’altra, quella che ospita l’invaso dell’Alaco. Probabilmente ha nascosto tra i suoi abeti molti briganti sfuggiti ai Savoia e, più recentemente, anche qualche latitante di ‘ndrangheta. Una montagna in cui sono stati investiti tanti soldi, che ha dovuto cedere i suoi spazi incontaminati ad un parco eolico e ad una megapiscina abbandonata, che ha visto anche l’orrore delle nuove faide che hanno insanguinato tre province. Negli anni 70, qui, sono cominciati i lavori per costruire una diga diventata ben presto leggenda: decine di sospensioni e altrettante varianti, lavori bloccati per vincoli ambientali poi spariti, 160 miliardi di lire di fondi pubblici spesi a fronte dei 15 previsti nel progetto iniziale. Un’opera maestosa su cui si sono addensati gli interessi della malapolitica, di imprenditori e multinazionali senza scrupoli, e della ‘ndrangheta

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mini alaco_schiuma
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
Stamani abbiamo depositato un’interrogazione parlamentare sull’invaso dell’Alaco, per verificare se va chiuso. L’atto, di mia iniziativa, è firmato anche dagli amici Paolo Parentela, Federica Dieni e Sebastiano Barbanti, deputati Cinque Stelle. Grazie a un impegno collettivo insieme alle associazioni e ai comitati del territorio, nel testo è ricostruita la storia dell’opera, che rifornisce 88 comuni del Catanzarese e Vibonese, in tutto circa 400 mila persone. Il lago fu sequestrato dalla Procura di Vibo Valentia, col sospetto di avvelenamento, tornato nei mesi scorsi con il caso del benzene nei prelievi dell’Arpacal, che poi fornì la sua giustificazione. L’odierno atto ispettivo serve per avere certezze – sottolinea Federica (Dieni) – visto che finora sono stati dati elementi inesatti e contraddittori, con un pessimo esempio di prontezza e coordinamento istituzionale”.
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mini brigante_piazzettaRiceviamo e pubblichiamo:

- Il Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” ed il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua esprimono piena solidarietà e vicinanza ai militanti e alle militanti dell’associazione Il Brigante di Serra San Bruno (VV) per il vile messaggio intimidatorio fattogli recapitare ieri notte proprio all’ingresso della sede della storica associazione che da anni, nelle Serre Calabresi, si batte in difesa del territorio e per l’acqua pubblica.Dopo i bossoli di lupare nel novembre del 2011, arriva la testa mozzata di una pecora, chiarissimo messaggio intimidatorio di matrice ‘ndranghetista rivolto ai militanti dell’associazione, aderente al Coord. Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”, che da tempo si batte per far emergere la verità sulla gestione dell’invaso dell’Alaco e sull’inquinamento delle sue acque.

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mini ingvScossa di terremoto in provincia di Vibo Valentia, registrata questa mattina alle 10.20. L'epicentro del sisma, di magnitudo 2.6 della scala Richter, è stato localizzato in mare a una profondità di 55 chilometri, in una zona molto vicina alla costa e che ha interessato i comuni di Tropea, Ricadi, Nicotera, Spilinga e Zungri. Non si segnalano al momento danni a cose o persone. La scossa è stata rilevata dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

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mini prefettura_vibo«Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'interno, ha deliberato lo scioglimento, ai sensi della normativa antimafia di 6 consigli comunali: Polizzi Generosa (Palermo), Mascali (Catania), Quarto (Napoli), Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), Siderno (Reggio Calabria), San Calogero (Vibo Valentia), nonché‚ la proroga per 6 mesi dello scioglimento del Consiglio comunale di Nardodipace (Vibo Valentia)». E quanto si legge nel comunicato diffuso al termine del Consiglio dei ministri di oggi. Proprio in questi giorni, intanto, ha concluso il suo lavoro di indagine la Commissione d'accesso che era stata inviata dalla Prefettura al Comune di Serra San Bruno

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