spadolaUn po’ per volontà politica, un po’ per passività di chi quei territori li abita, anche per il 2014 il tabellone degli eventi culturali promossi nei vari comuni delle Serre Calabre, pare non possa gioire di iniziative di rilievo. Di recente, infatti, nella sede della Fondazione Terina di Lamezia Terme, l’Assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, ha incontrato i soggetti promotori degli eventi culturali finanziati dalla Regione Calabria attraverso l’utilizzo di Fondi comunitari. Presenti alla riunione, dunque - tra istituzioni pubbliche e operatori vari - i referenti di ben 40 attività organizzate in tutto il territorio regionale nei vari periodi dell’anno.

Secondo i dati ufficiali forniti dallo stesso Assessorato alla Cultura, nel 2013 le iniziative sostenute dalla Regione, hanno coinvolto oltre un milione e duecentomila spettatori, di cui ben il 40% proveniente da province diverse rispetto a quelle dove si sono tenuti gli eventi. Iniziative capaci, quindi, di calamitare la curiosità di molti e di determinare così anche cospicui flussi di denaro: in termini finanziari, infatti, il ritorno economico stimato sul territorio - sempre secondo i dati forniti dall’Assessorato - è stato di circa 34milioni di euro, pari a quattro volte il costo totale degli eventi e a otto volte i finanziamenti destinati. Infatti, proprio per l’anno scorso, sono stati promossi ben 40 eventi, finanziati dalla Regione con 4 milioni di euro, tutti derivanti da Fondi europei.

Nel corso della riunione sono stati resi noti, dunque, i nomi delle iniziative che verranno finanziate nell’anno in corso. Una ripartizione delle risorse però iniqua, visto che solo uno di questi eventi sarà realizzato nella provincia di Vibo (Premio letterario Tropea) e addirittura nessuno nel territorio delle Serre Calabre.

Di seguito l’elenco degli eventi che la Regione Calabria ha individuato tramite bandi pubblici:

Roccella Jazz di Roccella Jonica;
Peperoncino Festival di Diamante
Premio letterario Tropea;
Armonie d’Arte Roccelletta di Borgia e Catanzaro;
Cinema di Calabria;
Festival della Magia di Crotone;
Lamezia Summertime;
Stagione concertistica Ama Calabria di Lamezia;
Primavera dei Teatri di Castrovillari;
Famiglie a Teatro del Centro Rat di Cosenza;
Le strade del paesaggio della Provincia di Cosenza;
I luoghi ritrovati della Fondazione Politeama di Catanzaro;
Festival Euromediterraneo di Altomonte;
Varia di Palmi;
Peperoncino Jazz Festival;
Carnevale Occitano;
Concorso Musicale Orfeo Stillo di Paola;
Moda Movie di Cosenza;
Fatti di Musica;
Le mostre annuali del Centro Capizzano di Rende;
Premio Letterario Parole nel Vento della Provincia di Catanzaro;
Baccanalia di Tiriolo;
Autunno Musicale della Brass Collection;
Kaulonia Tarantella Festival;
Premio Padula di Acri;
Festa delle Invasioni di Cosenza;
Paleariza dell’area grecanica;
Rassegna di Teatro dell’Associazione Novecento;
Note di Fuoco;
Festival delle Serre di Cerisano;
Festival Leoncavallo di Montalto Uffugo;
Workshop Lirico di Verbicaro;
Borgo incantato di Gerace;
Tarantella Power di Badolato;
Festival degli Scacchi della Riviera dei cedri;
Corigliano Fotografia;
Presepe vivente di Panettieri;
Ritorno al Sud della Compagnia Teatrale del Grillo di Soverato;
Premio letterario Caccuri;
Horcynus Festival;
Premio Mia Martini di Bagnara.

 

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vallelonga rai tre‘Buongiorno Regione’ è un contenitore di informazione prodotto dalle Testate giornalistice delle sede Rai regionali, in onda ogni mattina alle ore 7.30, dal lunedì al venerdì su Rai 3. All’interno dello stesso programma, ogni venerdì, la rubrica ‘Un paese alla volta’ da spazio ad un piccolo angolo della Calabria. Questa mattina è toccato a Vallelonga, “il paese della salute”, dove diversi decenni fa molti si recavano per ricevere le cure del professore Pasquale Castiglione Morelli, che nel 1904 fondò la clinica Chirurgica di Vallelonga, una struttura per l’epoca unica nel Meridione d’Italia e che – a causa purtroppo dell’indifferenza delle istituzioni – non riesce a tutti gli effetti a divenire un museo, come gli abitanti del piccolo centro delle Serre Vibonese sperano da anni. Le telecamere di “un paese alla volta” si concentrano però anche sulle bellezze culturali del territorio, come il Santuario intitolato alla madonna spagnola di Monserrato o le tele del pittore Andrea Cefaly, sulle manifatture artigianali oltreché sulle specialità gastronomiche.

Rivedi la puntata di “Buongiorno regione – Un paese alla volta” su Vallelonga, al link seguente:

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-3c524818-3a94-4198-9367-80b14ed49531-tgr.html#p=0

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mini carmine_abate_campiello_280xFreeL’asserzione del titolo può sembrare una boutade o anche un’iperbole eppure il primo libro di Carmine Abate (se si eccettua una raccolta di versi) è stato proprio un’interessante saggio sul mondo dell’emigrazione calabrese scritto a quattro mani con la moglie Meike Behrmann e apparso in Germania per i tipi di Campus Verlag corredato da un prestigioso saggio di Norbert Elias. Il libro pubblicato in Italia con il titolo “I Germanesi” nel 1986 (Pellegrini) è stato di recente riproposto in coedizione da Rubbettino e Ilisso nella collana “Scrittori di Calabria”.
Ma perché tanta attenzione a questo saggio?
Perché contiene già i temi cari a Carmine Abate: la vita e i rapporti sociali all’interno delle piccole comunità rurali, l’emigrazione, il mondo Arbereshe, la difficile identità “di frontiera” degli emigrati, specie di quelli Albanesi costretti a un duplice processo di sradicamento e riadattamento non sempre facile a nuovi contesti culturali...

Frutto di una lunga ricerca sul campo, svolta in parte in Germania e in parte in Italia dal 1978 al 1982, il libro racconta la vita di una comunità e dei suoi abitanti. Il paese preso in esame è Carfizzi, paese natale dello scrittore, in provincia di Crotone, dove vive una delle numerose comunità Arbereshe della Calabria. Uno dei punti cardine del volume è l’analisi dei rapporti tra i membri della comunità e un gruppo di compaesani emigrati in Germania (i germanesi, appunto). Rispetto ad altri lavori sull’emigrazione qui la prospettiva è completamente rovesciata: non si studiano tanto le implicazioni dell’emigrazione ma i mutamenti sociali che questa ha creato partendo proprio dai rapporti con la comunità d’origine.

Un libro dunque di grande interesse, forse finora poco letto e conosciuto, ma che gli estimatori del narratore calabrese dovrebbero certamente leggere per comprenderne a fondo l’opera e gli orizzonti culturali.

Antonio Cavallaro

(ufficio stampa Rubbettino editore)

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mini banda_serraRiceviamo e pubblichiamo:

Nel ringraziamento portato all’Associazione “Amici della Musica” di Serra S. Bruno, quando, su proposta del defunto Presidente Franco Bellissimo, mi fu  conferito il titolo di socio onorario ebbi a dire:

Suona la sveglia al mattino per annunciare una nuova giornata, suona il telefono, il cellulare, il campanile della Chiesa. Tutto suona per richiamare la tua presenza e la tua attenzione........E suona la Nostra Banda per offrirci momenti di gioia e spensieratezza. Sempre presente per sottolineare i momenti più importanti della nostra vita, suona con l'esperienza dei veterani e con l'entusiasmo dei giovani, a cui rivolgo l'invito ad avvicinarsi a questa realtà che, se ci facciamo caso, fa parte della nostra vita in ogni momento.

Suona per annunciare a tutti che l'umanità è nata per l'armonia ed è finalizzata alla fratellanza. È perciò compito di tutti noi - coinvolti a diverso titolo - far sì che essa possa continuare a vivere e a tramandare ai posteri quelle che sono le tradizioni musicali, prima di tutto per una soddisfazione personale dei musicisti e di chi è direttamente coinvolto nella gestione della Banda e in secondo luogo per coloro che fruiranno di tale servizio.

Da qui l'invito di farvi avanti poiché c'è spazio per tutti, giovani e meno giovani, basta avere costanza e impegno e le soddisfazioni non mancheranno. C'è bisogno di gente attiva che desidera dare il meglio di se, per offrire al nostro pubblico momenti di gioia e allegria.

E non potevo non essere conseguente con questa mia convinzione, quando sono stato chiamato, con mio profondo rammarico, a succedere, quale Presidente, al defunto Presidente Franco Bellisimo.

Nella convinzione che fare musica è fare cultura, ho pertanto sentito il bisogno di coinvolgere le bande del nostro comprensorio in un ambizioso progetto di condivisione delle rispettive esperienze per cercare di allargare gli orizzonti culturali, propri della musica, a tutto il territorio delle Serre.

Così si è realizzato,  mercoledì 18 aprile, presso Palazzo Chimirri in Serra S.Bruno, il primo incontro tra le Associazioni culturali “Amici Della Musica”; “Francesco Cilea” ( presidente Mazzara Claudio) e “Giuseppe Verdi” con le rispettive bande presenti nel comuni di Serra S. Bruno, Monterosso e Chiaravalle dirette dai Maestri Giuseppe Salerno, Maurizio Bellissimo e Francesco Gallo, registrando l’assenza delle bande di Capistrano e Pizzoni per diversi motivi inerenti la loro contingente indisponibilità. Da segnalare la presenza di alcuni membri del direttivo dell’Associazione “Amici della Musica”

E’ Convinzione di tutti i partecipanti che le due bande assenti saranno presenti al prossimo incontro ed a queste se ne uniranno anche delle altre che sul territorio fanno cultura attraverso la musica ed la cui missione non è certamente vendere musica bandistica a pochi spiccioli per arrotondare i propri introiti accompagnando nelle varie processioni le effigi sacre dei Santi Protettori.

Associazione "Amici della Musica"

il Presidente

dott. Bruno De Caria

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Giovedì, 02 Febbraio 2012 20:21

La Chiesa e l'inganno dell'8 per mille

mini grafico_8xmilleLa primavera sta per arrivare. Le montagne si  rinfrescheranno di verde. Dalle finestre filtreranno timidi raggi di sole, le giornate si allungheranno. Il bosco ci regalerà fragole e mirtilli. Qualcuno inizierà una dieta, qualcun altro s’innamorerà (la maggior esposizione alla luce influenza i livelli ormonali). Ma solo quando il televisore per ore ed ore inizierà a rigurgitarci addosso lo spot dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, tutti finalmente gioiremo per l’avvento della bella stagione. Anche in questa primavera, come in ogni primavera, saremo spettatori passivi di una delle più potenti e costose strategie di marketing al mondo. Registi hollywoodiani, sublime fotografia, musiche di Morricone, trame strazianti e slogan commoventi. Chi non ricorda lo 
spot del 2005 basato sul dramma dello tsunami? Sullo sfondo una baraccopoli tanto fragile da pensare che possa portarla via il primo alito di vento, un pugno di pescatori scalzi sulla spiaggia a scrutare un orizzonte cupo e lontano, una voce fuori campo nuance Vittorio Gassman che sentenzia: "Quel giorno dal mare è arrivata la fine, l'onda ha trasformato tutto in nulla". Poi per fortuna accorriamo noi, i contribuenti, e le nostre donazioni si trasformano in remi, barche e reti “capaci di crescere figli e pescare sorrisi”. La telecamera zumma sulla pesca miracolosa. In campo in primo piano il logo dell’8per1000. Slogan di chiusura: “Con l’otto per mille avete fatto tanto per molti”. In sottofondo una sfarzosa musichetta stile Cavalcata delle Valchirie. Un trionfo, ma di falsità. Dietro questi spot si cela il grosso inganno perpetuato dalla chiesa a sfavore dei cittadini, indotti a versare dei soldi convinti di compiere un atto caritatevole, ma inconsapevoli del fatto che il ricavato in realtà sarà destinato a tutt’altri scopi: per finanziare la campagna pubblicitaria “tsunami” la chiesa sborsò ben 9 milioni di euro e ne donò solo 2,6 alle vittime della tragedia (meno dello 0,3 % della raccolta totale). 

L’8xmille è figlio del governo Craxi. Introdotto nel maggio dell’85 a favore della sola Chiesa Cattolica per il “sostentamento al clero ed integrazione ai redditi ecclesiastici” in seguito, grazie ai radicali, fu riconosciuto anche alle altre confessioni religiose. Si tratta di un meccanismo ingannevole. Una rapina che si consuma di primavera in primavera, all’atto della dichiarazione annuale dei redditi, quando in media il 34% dei contribuenti sceglie di destinare l’8xmille alla Chiesa Cattolica, il 4% allo Stato e l’1% agli altri possibili beneficiari (Valdesi, Ebrei, Luterani, Avventisti, Assemblee di Dio e vari). Il restante 61% degli italiani, però, omette qualsiasi opzione convinto di scegliere di non scegliere. Ma in realtà è come se si decidesse di donare a tutti, perché i soldi di chi non barra alcuna alternativa vengono ripartiti in proporzione alle scelte esplicitamente espresse. Quindi, calcoli alla mano, in definitiva l’88% dei fondi viene automaticamente attribuito alla Chiesa Cattolica, ossia 900 milioni di euro, anche se concretamente solo il 34% dei contribuenti ha espresso volontà in merito. Lo Stato potrebbe destinare il proprio 4% ad interventi culturali o sociali (assistenza ai rifugiati, calamità naturali, ricerca scientifica, tutela dei beni culturali, ecc.), ma, ad esempio, nel ‘99 destinò cento miliardi di lire dell’8xmille all’invio di contingenti militari italiani in Albania e Macedonia. Peggio ancora, dal 2007 la metà dei fondi raccolti viene destinata al restauro di beni culturali ma di esclusiva proprietà cattolica. Chi di voi sapeva che il vostro 8xmille devoluto allo Stato era servito ieri a finanziare le guerre ed oggi a restaurare le cattedrali? 
E la Chiesa? Come detto dalle campagne pubblicitaria emerge un messaggio commovente: i soldi sono destinati ad attività di ausilio ai meno abbienti. In realtà ben il 79% di quanto ricavato dall’8xmille, viene impiegato per esigenze di culto (stipendi dei sacerdoti, costruzione di nuove chiese, tribunali ecclesiastici e catechesi), e solo il 21% viene devoluto per attività caritative (di cui un magro 8% ai paesi più bisognosi). L’unico dato positivo è che negli ultimi anni, forse sulla scia degli scandali di pedofilia clericale, il numero dei contribuenti che ha indicato come beneficiario Ratzinger e soci si è drasticamente ridotto di 95.104 unità. Il fatto è che la chiesa, piuttosto che rubare i risparmi dei cittadini, dovrebbe essere capace di autofinanziarsi e se non ci riesce significa che probabilmente neanche Dio la vuole. 
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