mini museo_musicaRiceviamo e pubblichiamo
 
L'incendio al museo di Reggio è uno degli attacchi più gravi compiuti in questi ultimi anni. Un messaggio crudo, diretto, che per una volta non colpisce una persona o un gruppo di persone, ma colpisce la voglia di riscatto di un territorio, che vuole ripartire dalla cultura, quella vera, non quella che si consuma nei convegni spazzatura fatti da intellettuali investiti nelle ex sezioni di partito, padroni e gestori di risorse economiche che puntualmente si spartiscono fra di loro. Il museo di Reggio nasce da un immane lavoro fatto dal basso, una certosina ricerca per mandare avanti la cultura musicale della nostra terra ma non solo.
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mini geometra_serraSERRA SAN BRUNO - Potrebbe essere una bravata, un'azione sconsiderata compiuta da qualche studente che, evidentemente, è molto più avvezzo ai gesti criminali che ai libri scolastici. Questa, per il momento, pare essere l'unica possibile chiave di lettura del gesto compiuto stanotte, quando ignoti hanno lasciato dei proiettili di pistola di fronte al cancello dell'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri. Il cancello è stato sigillato con della colla, mentre sul posto sono state lasciate alcune scritte con la bomboletta spray ("S.M", "muschi") che a prima vista sembrano dire poco sia sugli autori che sui destinatari dell'intimidazione.

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Venerdì, 05 Ottobre 2012 16:37

Dall'Udc serrese solidarietà a Bulzomì

Riceviamo e pubblichiamo:

mini Salvatore-BulzomiL’UDC di Serra San Bruno esprime solidarietà e vicinanza al vice sindaco di Vibo Valentia  Salvatore Bulzomì e alla sua famiglia per il grave atto intimidatorio perpetrato nei loro confronti . Ci si rende conto oggi più che mai di quanto sia difficile e rischioso amministrare un territorio come il nostro, dove questo tipo atti criminali sono ormai all’ordine del giorno, la cosa colpisce ancora di più quando a subire questo tipo di intimidazioni, sono persone valide e capaci chiamate ad operare in campi difficili e delicati quali sono il lavoro e le politiche sociali, la crisi e il disagio collettivo che ne deriva spinge spesso la popolazione a protestare contro le istituzioni, la protesta può essere anche legittima se portata avanti con modalità che rispondono alla legalità e al buon senso,  ma quando sfocia in intimidazioni,  non si tratta più di protesta ma di delinquenza e in quanto tale va condannata duramente, episodi del genere non si devono ripetere e abbiamo profonda fiducia nella giustizia. Siamo sicuri che questi avvenimenti  non riusciranno a far scemare l’impegno e la tenacia con cui l’assessore Bulzomì  porta avanti la missione affidatagli dai cittadini di Vibo Valentia, ovvero quella di risollevare le sorti di un territorio che soffre profondamente e che non può fare a meno di personalità che con coraggio e convinzione si spendono per la propria terra.

UDC di Serra San Bruno

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mini timpe_rosseRiceviamo e pubblichiamo:

Il C.P.A. (caccia-pesca-ambiente), ramificato molto bene in Calabria, organizza ogni anno il campionato italiano su cinghiale, a cui partecipano soggetti di elevata bravura provenienti da tutta la regione, e sicuramente non è semplice portare a casa determinate qualifiche. Il riconoscimento più importante è stato conseguito dall’Allevamento “Timpe Rosse” di Cosimo Nicola Papa. Dopo aver conseguito il 1° posto al campionato regionale per cani da seguita su cinghiale, una coppia di Griffon bleu de Gascogne allevata da “Timpe Rosse”, Cacao e Clio, ha conseguito un grande risultato anche al campionato nazionale italiano disputato ad Uras, in Sardegna, dal 18 al 20 Maggio 2012. Cacao e Clio hanno ottenuto il 3° miglior piazzamento su scala nazionale. In questo genere di campionato, ogni coppia di cani viene sciolta in una campo di gara di oltre 100 ettari in cui dovrà eseguire le 5 fasi, importanti per la buona riuscita della gara. Le zone addestramento cani, chiamate in gergo tecnico ZAC, spesso sono delle zone impervie, “macchia mediterranea”, dove i cani devono trovare la “preda” entro un tempo massimo di un’ ora, altrimenti vengono subito squalificati. Quando invece trovano la traccia del cinghiale in tempo breve, incomincia l’accostamento tra rovi, felci e quant’altro; una volta scovata la preda i cani l’abbaiano al fermo fin quando questa non riparte nella sua fuga; allorchè c’è la seguita, ovvero l’inseguimento al cinghiale. In questo genere di gare, i cani devono avere capacità, tenacia e stile. I segugi devono saper cercare, avere un ottimo olfatto, ma anche l’astuzia di fermare correttamente la preda, seguire una traccia con ostinazione e scovarla con intelligenza e coraggio. Queste sono ovviamente tutte caratteristiche che i cani da caccia, specie le antiche razze tradizionali, hanno come attitudine naturale, ma sono anche doti che gli allevatori devono saper sviluppare con bravura. Le prove per cui l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana concede ogni anno questi riconoscimenti servono proprio a no disperdere il patrimonio delle antiche razze da caccia; dunque è grande la soddisfazione degli allevatori di “Timpe Rosse” per i risultati che Cacao e Clio continuano ad ottenere su scala nazionale. A giudicarli, nel campionato nazionale di Uras, è stato Felice Bracco, giudice Enci. Presso l’allevamento di Papa, che si trova a Vallelonga (VV), oltre i Griffon bleu de Gascogne, si lavora alla selezione di altre razze di cani per la caccia la cinghiale come il Segugio italiano, il Briquet Griffon Vendeen ed il Beagle. Il risultato che l’allevamento “Timpe Rosse” ottiene con i suoi cani, deriva da una grande passione che coinvolge e stimola a fare sempre meglio. Si ringraziano tutti i componenti del C.P.A. nazionale: Marco Pisanu, responsabile della cinofilia nazionale, e la sua equipe, ma soprattutto il C.P.A calabrese ed il Dr. Mario Cipriano perché il suo incoraggiamento è stato di supporto al risultato ottenuto.        

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Giovedì, 22 Marzo 2012 15:00

'Io voglio testimoniare'

mini manifestazione_libera_studentiDi seguito pubblichiamo uno scritto di Maria Rita Andreacchi, 18enne studente dell'istituto "Einaudi" di Serra, che la stessa autrice ha letto durante la cerimonia della XVII Giornata della memoria e dell'impegno delle vittime innocenti delle mafie che Libera ha voluto organizzare a Serra San Bruno.

"Io voglio testimoniare", una frase, un'affermaizone, una rivoluzione, per molte persone un'ancora di salvezza da un mondo marcio, squallido, senza coscienza e senza un birciolo d'amor proprio. Un mondo fatto di tradimenti, omicidi, dolore e terrore; dal quale si rischia di venire risucchiati a poco a poco senza accorgersene. Da sempre però, ci sono stati uomini, anzi eroi, che hanno cercato di ribellarsi a questo stato di cose e che grazie al loro lavoro e al loro coraggio sono riusciti a portare avanti la battaglia del mondo, contro quel male oscuro che è la mafia.

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mini ospedale_serraSERRA SAN BRUNO - Continuano a registrarsi quasi a cadenza quotidiana i disagi che devono affrontare le persone cardiopatiche della zona delle Serre. Alla luce della mancanza di un reparto di Cardiologia, i malati di cuore in emergenza non possono più essere ricoverati presso l'ospedale "San Bruno", e troppo spesso per loro non si riesce a trovare un posto letto in tutta la Calabria. Due episodi emblematici, nei giorni scorsi, sono stati riferiti da persone che, loro malgrado, hanno toccato con mano le conseguenze della chiusura del reparto, che con il Piano di rientro della sanità è stato accorpato a Medicina, sebbene fosse stato ristrutturato ed ampliato poco tempo prima. Proprio ieri un 44enne serrese, un cardiopatico a rischio che ha già affrontato tre ablazioni, si è sentito male

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mini workshop_suapUn unico procedimento per tutti i passaggi burocratici propedeutici all’esercizio di attività produttive e prestazione di servizi, un unico soggetto pubblico che sia l’interlocutore al quale gli imprenditori devono rivolgersi per nulla osta, autorizzazioni, licenze e quant’altro serve per avviare e portare avanti un’impresa. Facile a dirsi, molto più difficile a farsi, visto che ormai sono circa 10 anni che la legislazione italiana prevede l’attivazione in tutti i Comuni dello Sportello unico per le attività produttive (Suap), che rimane spesso una chimera inafferrabile anche a causa dell’atteggiamento ostruzionistico e conservatore di alcuni rami della pubblica amministrazione che preferiscono mantenere intatto il proprio ruolo, gestendo l’arbitrarietà che questo comporta. Una situazione non più sostenibile, soprattutto nel contesto attuale che richiede maggiore efficienza e competitività da parte dei territori. Sulla base di queste premesse, la Regione ha avviato un progetto, finanziato con fondi Por, che coinvolge Province, Comuni, Camere di Commercio, associazioni di categoria e tutti i soggetti pubblici con poteri autorizzativi nei vari settori produttivi. Lo scopo è quello di uniformare sull’intero territorio regionale la gestione dei Suap, in una logica di ampliamento e miglioramento dei servizi offerti alle imprese, riducendo drasticamente i tempi di risposta della Pubblica amministrazione e creando condizioni più favorevoli all’insediamento di nuove imprese.
Nell’ambito di questa iniziativa, la Provincia di Vibo Valentia ha organizzato un workshop aperto alla partecipazione di tutti soggetti pubblici coinvolti a livello territoriale, che si tenuto questa mattina nella sala consiliare dell’Ente (foto). A introdurre i lavori - coordinati da Assunta Columbro, dell’ufficio provinciale Attività produttive - sono stati il presidente Francesco De Nisi e il sindaco di Vibo Valentia Nicola D’Agostino. «L’ostacolo principale al pieno funzionamento degli sportelli unici è una mentalità desueta che bisogna cambiare - ha sottolineato De Nisi -. Non è possibile pensare di incentivare lo sviluppo se le imprese devono fare i conti con i tempi lunghi delle procedure amministrative con l’arbitrarietà di alcune decisioni. Gli iter autorizzativi devono essere spersonalizzati e univoci, devono assicurare pari opportunità a tutte le iniziative imprenditoriali, senza preferenze o atteggiamenti di favore. Soltanto così riusciremo a superare questo gap che ancora caratterizza l’Italia rispetto ad altri paesi europei, assicurando in concreto la trasparenza della pubblica amministrazione». Concetti rimarcati dal primo cittadino della città capoluogo, che ha rivendicato la piena operatività del Suap di Vibo Valentia già dal 2010.
Tra i relatori - oltre all’amministratore delegato di Vibo Sviluppo, Pasquale Barbuto - anche il vicario del prefetto, Stefania Caracciolo, che ha sottolineato il ruolo della Prefettura, che ha potere sostitutivo nei confronti dei Comuni che dovessero eludere gli obblighi di istituzione del Suap. «La nostra, però, non sarà un’azione coercitiva - ha precisato - ma di accompagnamento e di incentivazione. Aiuteremo le amministrazioni comunali a mettersi al passo con questo programma e soltanto in caso di totale inadempienza si procederà al commissariamento del settore».
L’incontro è poi entrato nella fase operativa, con i tecnici Francesco Venneri(dirigente regionale del dipartimento attività produttive), Delfina Spiga(direttore del servizio promozione sviluppo industriale della Regione Sardegna) e Ivan Vacatello (referente progetto Suap della Regione Sardegna) che hanno illustrato nel dettaglio le fasi del programma, basato anche sulle best practices italiane. Fulcro del progetto è il nuovo sistema telematico regionale, che consentirà di mettere in rete tutti gli enti e le istituzioni coinvolte, dando organicità operativa agli sportelli locali e integrando la fruizione dei servizi amministrativi con informazioni di marketing, al fine di aumentare l’appeal imprenditoriale dei vari territori.
Ufficio stampa della Provincia di Vibo Valentia 
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Sabato, 14 Gennaio 2012 15:35

Se questa è un'isola ecologica...

mini 20120113_010SERRA SAN BRUNO – Un’isola ecologica. Questo doveva essere il sito di raccolta dei rifiuti che si trova alle porte di Serra, in località Leonà, sulla strada che conduce verso Mongiana. Un’isola ecologica. Fino a pochi anni fa a dire il vero era un parco giochi, mentre oggi, ad accogliere i visitatori che arrivano dal reggino, c’è una discarica pericolosa e nauseabonda che assomiglia alle tante, abusive, che ci sono in queste montagne un tempo incontaminate. Pur nell’amenità del luogo, la discarica è perfettamente coerente con  l’ecomostro che sorge al suo fianco, un enorme palazzetto dello sport mai completato, uno dei pochi “regali” che la Provincia di Vibo ha concesso alle Serre e che oggi sta lì impietoso a deturpare il panorama e ad avvelenare il territorio.

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