Giovedì, 23 Agosto 2012 15:03

Lavoratori delle Fdc in stato di agitazione

 
 

ferrovie della_calabria

 Riveviamo e pubblichiamo
 
Circa 80 ex dipendenti delle Ferrovie della Calabria (alcuni di loro licenziati, grazie all'accordo con i sindacati, nell’agosto del 2011) da oltre un anno, sono in stato
di agitazione perché l'azienda non gli ha ancora liquidato il TFR e le altre competenze maturate. La Direzione Generale è sorda, non risponde alle sollecitazioni, malgrado
l’intervento di un N/s Legale, ad oggi, non ci è stato riconosciuto il dovuto. Pertanto, noi, ex dipendenti,il 28 agosto alle ore 10 abbiamo proclamato una manifestazione “pacifica” presso la Direzione Generale delle Ferrovie della Calabria di Catanzaro, via Milano, e chiediamo un incontro con i vertici Aziendali e Regionali affinché ci venga riconosciuto il diritto al pagamento del TFR compreso di interessi e svalutazione. Con questo, chiediamo l'intervento dei media per divulgare il nostro malcontento e l'inefficienza amministrativa dell’attuale gestione delle Ferrovie della Calabria.
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De-Nisi 3Un consiglio comunale e provinciale congiunto sulla vertenza Italcementi. È quanto propone il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, che oggi ha partecipato alla manifestazione di protesta indetta dai lavoratori dello stabilimento di Vibo Marina, che ha chiuso i battenti venerdì scorso. «Occorre mantenere alta l’attenzione, coinvolgendo tutti i rappresentanti istituzionali e della società civile presenti sul territorio - spiega De Nisi -. Su questa vicenda serve un impegno corale, una sinergia che vada al di là di ogni steccato ideologico e divisione politica. In quest’ottica, un’assemblea consiliare congiunta, aperta alla partecipazione dei cittadini e dei lavoratori coinvolti, può servire per focalizzare con precisione i termini della questione e offrire una sintesi che favorisca la ricerca di possibili soluzioni. Inoltre, in questo modo, ognuno può assumersi le proprie responsabilità dinnanzi a un problema che ora dopo ora assume proporzioni rovinose per la già asfittica situazione occupazionale». Ottantadue sono i dipendenti dello stabilimento vibonese dell’Italcementi messi in mobilità, ma molti di più sono i lavoratori impegnati nelle ditte che orbitano intorno alla cementeria per la fornitura di manutenzione e servizi; un indotto che è stato quantificato in circa 400 posti di lavoro, oggi a rischio quanto quelli dei dipendenti interni.

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mini regione-Calabria-1Riceviamo e pubblichiamo:

Siamo un gruppo di ex lavoratori interinali somministrati nell'anno 2010-2011 presso la Procura della Repubblica. Vorremmo raccontare la nostra esperienza lavorativa, la nostra precarietà e la nostra amarezza nel ritrovarci sempre a combattere per ciò che ci dovrebbe spettare di diritto. Dopo sette mesi di duro lavoro, vissuti tra carte e faldoni, per cercare di smaltire gli arretrati presenti da atavica memoria, nonostante i numerosi elogi e gratificazioni di funzionari e dirigenti, per scadenza di contratto ci siamo ritrovati con la stessa precarietà che attanaglia le vite di ormai la stragrande maggioranza dei calabresi. Nonostante ciò non abbiamo mai smesso di sperare in un nuovo bando, che in maniera legittima ci desse la possibilità di rientrare anche in condizioni di precarietà nel sistema giudiziario. Sappiamo però che la nostra Regione è caratterizzata talvolta da stranezze, comportamenti dubbi, che vengono posti in essere di frequente. Pertanto, siamo stati costretti con le nostre sole forze a documentarci, ricercando i meccanismi che definiscono la gestione degli Ammortizzatori sociali in deroga. Come citato nell'accordo quadro tra INPS e Regione Calabria per la gestione 2010-2012 degli ammortizzatori sociali in deroga “Sono destinatari del trattamento di mobilità in deroga i soggetti dipendenti e residenti nel territorio della Regione Calabria che hanno subito un licenziamento collettivo, plurimo o individuale per giustificato motivo oggettivo connesso a riduzione trasformazione o cessazione di attività di lavoro, dimessi per giusta causa nel periodo 1 gennaio 31 dicembre 2011... * Soggetti ultracinquantenni non in grado di completare la maturazione dei requisiti necessari per il pensionamento di anzianità o dì vecchiaia, il cui periodo mancante per raggiungere il diritto a pensione non superi i 12 mesi e maturi entro il 31/12/2011 e si trovino in una delle seguenti situazioni: percettori dell'indennità di mobilità ai sensi della legge 223/1991; iscritti nelle liste di mobilità ai sensi della legge 236/1993 a partire dall' 1/1/2009 in possesso di un'anzianità aziendale di almeno 12 mesi, di cui 6 di lavoro effettivamente prestato; licenziati per giustificato motivo oggettivo o dimissionari per giusta causa a partire dall1/11/2009 in possesso di un'anzianità aziendale di almeno 12 mesi, di cui 6 di lavoro effettivamente prestato; dipendenti da datori di lavoro non imprenditori e non aventi i requisiti per consentire l'accesso alle liste di mobilità.” Dalle poche informazioni che abbiamo potuto assumere direttamente e da notizie ufficiose, pare che in tali liste vi siano dei soggetti ex interinali, che pur avendo dodici mesi di attività lavorativa non hanno il requisito “del licenziamento, previa la ovvia assunzione a tempo indeterminato”, requisito essenziale ai fini dell'iscrizione nelle liste. Il contratto di somministrazione ai sensi della legge 276/2003 stabilisce che “il somministrante si obbliga a fornire all'Utilizzatore manodopera a carattere temporaneo.” Pertanto nella fattispecie, non sussisterebbe un rapporto di lavoro subordinato – così come enunciato dall'art.2094 Cod. Civ.- presupposto essenziale dei contratti a tempo indeterminato. Ora noi ci chiediamo: “Come è possibile che questi soggetti, iscritti nelle liste pur non avendo i requisiti , stanno per essere inseriti negli enti facenti richiesta di personale?” Sarà sfuggita all'occhio attento del Dipartimento n.10 della Regione Calabria la verifica dei requisiti? Come è possibile che proprio loro, che hanno stilato l'accordo, siano caduti in errore?

Simona Bagnato (rappresentante del Gruppo ex Interinali)

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mini municipio serraRiceviamo e pubblichiamo: Diversi mesi orsono attivammo un confronto con l’Amministrazione Comunale di Serra San Bruno perché,con una manifestazione d’interessi illegittima e quindi pilotabile nella sua concretizzazione aveva inteso riorganizzare il personale Lsu ed Lpu utilizzato in quell’ente, premiando chi si era messo a loro disposizione in campagna elettorale e penalizzando chi invece aveva inteso esercitare le sue prerogative costituzionali in piena libertà.

Quel confronto si è esaurito con un nulla di fatto al Comune e perciò ci sarà a breve un seguito in Prefettura perché è lì che denunceremo gli ulteriori soprusi messi in atto.

Il risentimento,accompagnato da spirito di vendetta che si respira oggi al comune di Serra nei confronti della Uil per aver osato puntare l’indice contro il mediocre operato di questa amministrazione è esageratamente alto ed ha addirittura indotto il sindaco di centrodestra “sponsorizzato” dal Consigliere Regionale Salerno a cercare la sponda della Cgil “sponsorizzata” dal Consigliere Regionale Censore, nel tentativo di impedire che l’Organizzazione guidata da Luciano Prestia mettesse piede nel comune.

Il mandato a tutti i lavoratori che dovranno votare per l’elezione delle Rsu che si terranno a giorni è “votate chi volete ma non i candidati della Uil, a loro ed al Segretario Prestia taglieremo le gambe”. Affermazione testuale per cui a giorni presenteremo formale denuncia all’Arma dei Carabinieri indicando naturalmente chi l’ha profferita e chiedendo cosa volesse effettivamente dire.

Naturalmente la Uil non si lascia intimidire ed a breve chiederemo anche al Prefetto che venga istituita una Commissione per verificare se esistano interferenze che hanno determinato agevolazioni varie; promozioni di favore; utilizzo di lavoratori senza titoli affiancanti responsabili di settore soltanto perché congiunti; trasferimenti immotivati da altri enti; corresponsione di livelli retributivi illegittimi.

Se in tutto ciò dalla Prefettura saranno riscontrate irregolarità chiederemo che venga ripristinata la legalità oltre che adoperarsi per favorire un clima più sereno.

La Uil non ha nulla contro i Sindaco e la sua Amministrazione,vorrebbe soltanto che venissero rispettati i lavoratori, siano essi dipendenti comunali, lsu o lpu, così come vorrebbe che venisse attuato il programma elettorale lì dove venivano indicati concreti aiuti alle famiglie più bisognose, così come vorrebbe che si consentisse di riavviare al lavoro i sei dipendenti dell’Eurocoop, senza stipendio da novembre scorso, attraverso la ripresa del servizio della raccolta differenziata.

In una recente assemblea popolare sulle prospettive di sviluppo del territorio serrese avevo auspicato che, i due consiglieri regionali di Serra, rarità all’interno di un medesimo comune, sebbene da banchi opposti trovassero convergenza per favorire un processo di cambiamento e di rilancio del comprensorio,sotto gli occhi di tutti fermo a venti anni fa.

Alla luce delle ultime vicende possiamo dire che la convergenza c’è stata, ma per un obiettivo molto più piccolo,”tagliare le gambe alla Uil”, un sindacato evidentemente scomodo perché non acquistabile.

Il Segretario Provinciale UIL Vibo Valentia

Luciano Prestia

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mini municipio_serraIl segretario provinciale della Uil, Luciano Prestia, affronta la questione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità in servizio al comune di Serra San Bruno e attacca duramente l'amministrazione guidata da Bruno Rosi. In particolare, Prestia punta il dito contro la gestione del personale precario, che avverrebbe senza osservare criteri di regolarità e trasparenza e sarebbe invece soggetta a dinamiche riguardanti le simpatie politiche degli stessi lavoratori. Di seguito la nota diramata alla stampa da Prestia.

Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per quanto sta accadendo da qualche mese a Serra S. Bruno, cioè da quando si è insediata la nuova amministrazione, in merito alla riorganizzazione del personale LSU/LPU utilizzato presso l'ente comunale. Preoccupazioni che ci accompagnano già dal mese di Giugno 2011, quando il nuovo esecutivo ha avviato la procedura per adeguare l'utilizzazione dei 57 dipendenti LSU/LPU e già da allora si sono riscontrate forti irregolarità, a partire dalla mancanza di concertazione con le organizzazioni sindacali  così come previsto dalle normative vigenti, affinché tutto si attui nella piena trasparenza e senza sospetti di favoritismi.

Infatti, i titoli di studio e le esperienze dei lavoratori che sono i criteri oggettivi su cui normalmente si basano le scelte di pianificazione del personale, solo a Serra San Bruno avevano un peso minore rispetto al colloquio con la commissione in cui possono trovare spazio le simpatie o le antipatie. Ma è proprio quello che tanti lavoratori ci raccontano a margine delle riunioni che si tengono a Serra San Bruno, avvisandoci di avanzamenti o demansionamenti in base alla vicinanza politica ed alle amicizie personali. Noi, invece pensiamo che le prerogative del governo cittadino non possono lasciare spazio alle  vendette elettorali contro quei dipendenti che non hanno parteggiato per la compagine vincente e alla premiazione a favore di chi l'ha sostenuta.

Per questo la UIL è intervenuta immediatamente chiedendo l'annullamento di quel bando e che i lavoratori non fossero adibiti a nuovi incarichi mediante una procedura palesemente irregolare, richieste su cui il sindaco, comprendendo l’errore, aveva dato tutta la sua disponibilità. Quello che non potevamo immaginare, per un comune montano, è che il primo cittadino fosse così legato alle tradizioni marinare, comprese le famose promesse da non mantenere. Abbiamo risolto la cosa con una convocazione del sindaco in Prefettura in cui abbiamo denunciato i sistemi di “premiazione” del consenso elettorale, ed il sindaco si convinse che bisognava aprire una tavolo “serio” di contrattazione. Sebbene ad un primo incontro abbiamo potuto constatare un clima costruttivo che partiva proprio dalla spinta della UIL ad iniziare dai bisogni dei cittadini e da quando di buono era contenuto nel programma elettorale, a cominciare dalle politiche in favore dei cittadini più in difficoltà, al successivo incontro il vicesindaco ha imposto al sindaco di cambiare linea con una clamorosa svolta a U. Anzi, ci è stato chiaramente detto che in fondo gli impegni elettorali non sono vincolanti e che al sindacato non deve importare né quando e né come si realizzano le promesse con cui si è ricevuto il consenso.

Anziché dedicarsi a delineare una riorganizzazione complessiva dei 57 LSU/LPU con progetti di largo respiro, nei meandri del palazzo comunale le migliori menti si sono concentrate sui 15 lavoratori della differenziata prevedendo solo per loro una integrazione oraria e salariale. Rimandare tutti gli altri dipendenti a tempi migliori, utilizzandoli gratis per anni ed anni, sta provocando di fatto una spaccatura tra i lavoratori che, visto l’alto numero di famiglie coinvolte, costituisce una problematica rilevante all’interno della comunità serrese che l’attuale amministrazione ci pare non abbia nè la capacità né la voglia di risolvere.

Luciano Prestia

 

                                                                                                                           

 

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mini logo_provinciaSPRECHI ed inefficienze scaturiscono principalmente da un clientelismo galoppante, da una cattiva gestione delle risorse umane e da un reclutamento del personale che - è evidente, come vedremo tra poco - non ha minimamente  tenuto in considerazione merito, professionalità ed esigenze di ufficio.

L’esito dell’inchiesta del Quotidiano non lascia spazio a dubbi: come se già non bastassero gli oltre 14 milioni di euro che le casse provinciali elargiscono annualmente per il personale, la Provincia di Vibo spende troppo in incarichi esterni: solo nell’ultimo mese da contrada Bitonto hanno emesso determine di liquidazioni a favore di ingegneri, architetti e geometri per un importo di circa 100mila euro. 

Amministratori e dirigenti della Provincia si giustificano, parlando di «carenza di organico idoneo allo svolgimento di alcune funzioni». Sì, avete capito bene. Nonostante l’esercito di impiegati, per alcune funzioni mancherebbero le professionalità. E, quindi, a Palazzo ex Enel sono «costretti» a rivolgersi all’esterno. Un paradosso, no? Sì, un vero e proprio paradosso, un chiaro e lampante esempio di una gestione amministrativa dissennata, fatta di sprechi e di forti inefficienze, se si considera che la Provincia ha oltre 400 dipendenti di ruolo, ai quali vanno aggiunti i 79 dipendenti ex art. 7 per i quali l’ente spende 570mila euro all’anno e i componenti dello staff del presidente e degli assessori che gravano per altri 460mila euro. 

I CONTI. Proprio nei giorni scorsi, in una speciale classifica stilata dal Sole24Ore, l’amministrazione provinciale di Vibo ha conquistato un altro poco lusinghiero risultato. Secondo un’indagine condotta dall’autorevole quotidiano economico, quella di Vibo è la terza Provincia d’Italia per indebitamento (oltre 94milioni di euro), con un impatto pro capite pesantissimo: 564 euro per abitante, tre volte tanto il debito medio che è di 194,7 euro pro capite. Adesso, così come quelle poco virtuose, la Provincia di Vibo dovrà obbligatoriamente tirare la cinghia e ridurre il passivo secondo le nuove norme contenute nella legge di stabilità. Un passo necessario che passerà inevitabilmente dalla notevole riduzione degli incarichi esterni. D’altronde, solo nei mesi scorsi, segnalando «un pesantissimo stock di indebitamento» e «una carenza di liquidità», il collegio dei revisori dei conti uscente, al fine di «contenere la spesa corrente» e di «ristabilire l’equilibrio finanziario» aveva avanzato agli amministratori provinciali alcuni suggerimenti: tra le altre cose, i revisori avevano suggerito «di procedere ad una riorganizzazione complessiva della dotazione organica» e, soprattutto, «di bloccare tutti gli incarichi esterni» che continuano a gravare pesantemente sulle casse dell’ente.

GLI INCARICHI. Lasciamo da parte incarichi legali e vari. E, questa volta, spostiamo l’attenzione soltanto sulle commissioni richieste dal settore VIII - Viabilità, Edilizia scolastica e impiantistica sportiva -. Un settore che alla luce della deliberazione di giunta del 7 aprile 2011, tra figure dirigenziali, funzionari categoria D3, istruttori categoria D1, tecnici e impiegati, vanta una dotazione organica di ben 58 dipendenti. Eppure, nonostante l’alto numero di impiegati, nonostante un grande indebitamento e una situazione finanziaria disastrosa, la Provincia si permette il lusso di elargire ad un geometra esterno ben 6 mila euro per un semplice accatastamento di una struttura sportiva, la palestra di Serra San Bruno e di spendere, tra incarichi a ingegneri, agronomi e geometri circa 20mila euro per la sola progettazione di un campetto di calcio a Sant’Angelo di Drapia.

Da Palazzo ex Enel si giustificano dicendo che c’è una «carenza di organico idoneo allo svolgimento delle funzioni», nonostante i 58 dipendenti che affollano il settore Viabilità, Edilizia scolastica e impiantistica sportiva ma, carte alla mano, il Quotidiano ha calcolato che soltanto nell’ultimo mese, dal 17 ottobre scorso ad oggi, tra incarichi nuovi e vecchi, ossia che risalgono all’amministrazione precedente, la Provincia di Vibo ha emesso determine di liquidazioni per un importo di oltre 90mila euro - 92mila per l’esattezza - per incarichi esterni ad ingegneri, architetti e geometri.

(articolo apparso nella pagine vibonesi de Il Quotidiano della Calabria) 

 


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