mini asp-viboSERRA SAN BRUNO – Dure critiche da parte dello Slai Cobas delle Serre Autonome alla «delibera n.1299/CS del 5 settembre 2012» con la quale «la Commissione Straordinaria dell’A.S.P. di Vibo Valentia ha nominato il nuovo Direttore Sanitario dell’ Azienda, il dott. Francesco Miceli. L'eccellente chirurgo – si legge nella nota diffusa alla stampa - che succede all'ammiraglio dott. M. Tarabo e al referente sanitario dott. D. Consoli è stato scelto - dai commissari dott.ssa Rosanna Bonadies, dott. Vincenzo Indolfi e dott. Marco Serra - tra 12 aspiranti in quanto  si è constatato, dopo un lungo e approfondito esame sulla questione, che il 64enne dott. F. Miceli non ha superato i 65 anni e di conseguenza si è stabilito che “è in possesso dei requisiti previsti dalla vigente normativa in materia per accedere all'incarico di Direttore Sanitario Aziendale nonché della peculiare professionalità ed esperienza richieste per assolvere all'incarico”». Sarebbe, secondo gli autonomi che usano l’ironia «una scelta che per la prima volta all'interno dell'A.S.P. vibonese premia il merito, tanto di cappello dunque ai vertici aziendali». E’ da ricordare, secondo il sindacato di base «il valente dott. Miceli quale direttore dell'U.O. di Chirurgia dell'Ospedale Iazzolino, dove ha dato un notevole impulso all'attività chirurgica migliorandola sia dal punto di vista della qualità che della quantità delle prestazioni, tutte di altissima chirurgia, adoperando tecnologie operatorie innovative e all'avanguardia; annullando la mobilità dei pazienti verso le altre strutture ed anzi invertendo addirittura la tendenza, dato che oggi sono i pazienti delle altre strutture - anche da fuori regione - a venire a Vibo Valentia per farsi operare e i circa 450 interventi di chirurgia generale in regime di ricovero ordinario al 30 settembre 2012  (di cui diversi contestati dalla Regione Calabria perché inappropriati) lo stanno a dimostrare». Non si ferma l’ironia degli autonomi che criticano i numeri dell’attività chirurgica del neo-direttore sanitario aziendale, e infatti «si dovrebbero vergognare quelle malelingue che hanno fatto circolare voci critiche sull'operato della Chirurgia di Vibo Valentia diretta dal dott. Miceli; che affermano che sono stati effettuati pochissimi interventi nonostante Vibo Valentia abbia un organico da far invidia a UU.OO. di Chirurgia di Milano o di Roma, con 13 chirurghi, 20 infermieri di sala operatoria e 10 di reparto oltre al personale di supporto e nonostante siano quasi chiuse le chirurgie di Serra e Tropea, con lo spostamento di tutta l'attività operatoria su Vibo Valentia». E si dovrebbero vergognare anche «quelle malelingue che sostengono che la nomina sia dovuta non alla capacita professionale del dott. Miceli ma alla vicinanza politica dello stesso con il gruppo di maggioranza che oggi governa la Regione Calabria, spiegando che il dott. Miceli è stato premiato per essersi candidato con la lista Scopelliti-Presidente». Forse, a detta dello Slai-Cobas delle Serre Autonome, sarebbe proprio questo che fa infuriare i detrattori della nomina del dott. Miceli e cioè «che possa portare tutta la sanità vibonese agli altissimi livelli del dipartimento di chirurgia. Ecco perché riteniamo utile e necessario che i Commissari dell'ASP, con l'indipendenza e l’onesta intellettuale che li contraddistinguono, ci confermino i numeri dell'attività operatoria da noi elencati e il tipo di interventi effettuati, a dimostrazione del fatto che la nomina del Direttore Sanitario Aziendale è dovuta esclusivamente al lavoro e al merito».

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ferrovie della_calabria
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
 
Si è tenuto in modo pacifico il sit-in degli ex dipendenti delle Ferrovie della Calabria che protestavano per il mancato pagamento del TFR dopo un anno dal licenziamento, ricordiamo, con l'accordo dei sindacati, questa mattina, ovviamente, assenti.
C'è stata la presenza delle forze dell'ordine per presidiare il sit-in, ma tutto si è svolto in modo regolare.
All’incontro hanno partecipato, per le Ferrovie della Calabria il Direttore Generale, dott. Giuseppe Lo Feudo ed il Responsabile del Coordinamento Generale Amministrativo (che si interessa del settore finanziario ed economico aziendale), dott. Alfredo Sorace.
Una delegazione dei manifestanti, composta da Franco Paone, Giuseppe Abbruzzese, Giovanni Toscano ed altri, è stata ricevuta dai Dirigenti ai quali hanno esposto il malcontento di tutti gli ex dipendenti per il grave ritardo del pagamento delle loro spettanze, soprattutto considerando anche il grave danno procurato alle loro famiglie per il mancato raggiungimento di progetti prefissati e per il sostentamento della stessa, in questo particolare momento di crisi economica.
Da parte sua, il Direttore Generale delle Ferrovie della Calabria ha dichiarato che i soldi del TFR sono serviti per il pagamento degli stipendi dei dipendenti, ma che comunque si sta attivando per risolvere il caso in tempi brevi, infatti, ha fissato un incontro per il 17 settembre con la delegazione degli ex dipendenti, per stabilire il calendario dei pagamenti, con priorità di pensionamento.
Il dott. Lo Feudo ha precisato che il tutto sarà subordinato alla liquidità disponibile, ma che nell'arco di tre mesi verranno liquidati tutti.
La delegazione ha ribadito che se non verranno mantenuti gli impegni, continueranno con la protesta coinvolgendo le Istituzioni Regionali e Governative.
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il ferro_di_calabriaMONGIANA - Domani, a partire dalle ore 18, presso la sede della Pro Loco di Mongiana, si terrà l'incontro - dibattito dal titolo: "Il Ferro di Calabria". Previsti i saluti dei componenti della commissione straordinaria del Comune (Maria Carmela Ippolito, Silvana Merenda e Gianfranco Ielo), del dottor Bruno Iorfida, dell'ing. Francesco De Nisi, presidente della Provincia e dell'ing. Vincenzo Crupi, presidente dell'Ordine degli Ingegneri della provincia di Vibo Valentia. Presenterà il tutto l'ing. Domenico Sodaro, mentre l'apertura dei lavori è stata affidata alla dottoressa Maria Teresa Iannelli, direttore archeologo. Relazioneranno, invece, il prof. Francesco Cuteri, archeologo e direttore del museo territoriale della ceramica di Soriano Calabro, il prof. Danilo Franco e l'ing. Giuseppe Panucci. 

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mini intitolazione_v._gambinoSERRA SAN BRUNO – E’ stata intitolata a Vinicio Gambino, storico  Direttore Didattico, nonchè scrittore, scomparso nel 2010, l’Aula Magna della Direzione Didattica Statale della scuola "Azaria Tedeschi" di Serra San Bruno. L'incontro è stato moderato dal dirigente scolastico Tonino Ceravolo e ha visto la partecipazione del sindaco di Serra Bruno Rosi, di Giuseppe De Raffele (Presidente del consiglio di circolo e presidente del consiglio comunale), di Giuseppe Mirarchi (Dirigente Vicario Uff. Scolastico Regionale della Calabria), di Giacomo Cartella (Dirigente Ambito Territoriale Provinciale di Vibo Valentia), di Francesco Scopacasa (Presidente Regionale ANP), di Francesco Gambino (D.s.g.a.) e fratello del compianto ex direttore. Vinicio Gambino, oltre ad essere stato un valido direttore didattico della scuola elementare serrese è stato ricordato anche per essere fratello del celebre scrittore Sharo Gambino da cui ha acquisito l’interesse per la letteratura e la storia locale. Poco prima della sua morte, infatti, Vinicio Gambino ha pubblicato una serie di racconti grazie ai quali ha dato voce a quei personaggi che hanno vissuto l’interezza della loro vita all’ombra dei vicoli serresi, una vita passata ad imbrunire sull’uscio di una povera stanza che ha trovato la sua  trasposizione una bella pagina di letteratura calabrese. «Una figura poliedrica dal lavoro meticoloso», cosi lo ha ricordato il dirigente scolastico Tonino Ceravolo che ha aggiunto «le cose che conosco e quelle che non conosco le devo a lui, il ricordo di Vinicio Gambino è tutt’ora vivo e sedimenta nel profondo del cuore». Il sindaco di Serra, dal canto suo ha sottolineato come dopo lo scrittore Sharo la famiglia Gambino «ha fatto dono anche di Vinicio che è stato un pilastro della scuola e per questo un ringraziamento particolare va a questa famiglia che ha dato lustro alla nostra cittadina». Il Dirigente Ambito Territoriale Provinciale di Vibo Valentia, Giacomo Cartella, ha definito Vinicio Gambino «uomo di grande spessore» mentre il Presidente del consiglio di circolo e presidente del consiglio comunale Giuseppe De Raffele ha sottolineato come l’intitolazione a Vinicio Gambino dell’aula magna della scuola “Azaria Tedeschi” sia stato «un atto doveroso frutto di senso della responsabilità nei confronti di chi è stato uno storico direttore didattico e nel contempo un simbolo di cultura e profonda umanità». Nel corso della cerimonia un percorso fotografico ha mostrato, attraverso delle proiezioni, le tappe fondamentali della vicenda umana, culturale e professionale del compianto Vinicio Gambino.

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mini schiuma-acqua_alacoSERRA SAN BRUNO - Mentre presso la Procura vibonese è in corso la conferenza stampa sul clamoroso sequestro dell'invaso dell'Alaco, si cominciano ad apprendere i primi particolari sull'operazione che stamattina ha portato i carabinieri dei Nas e gli uomini del comando provinciale del Cfs a sequestrare, oltre all'invaso, l'impianto di potabilizzazione e diversi serbatoi dislocati nei comuni che si riforniscono di acqua dall'Alaco. I 26 indagati sono: Sergio Abramo

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mini rdt_no_tavCaro direttore, nel bel mezzo di una nostra riunione, leggiamo il suo editoriale “Una strana gioventù che odia la velocità” comparso su Repubblica del 4 marzo. Ci colpiscono, in particolare, le sue affermazioni riguardo gli studenti dell’Università della Calabria che si sono mobilitati per esprimere la loro solidarietà alla battaglia del popolo della Val Susa. Lei si chiede come mai, con tanti problemi chevive la Calabria, gli studenti scelgano di urlare nelle piazze e nelle strade della loro terra: "No Tav!". Leggendo le sue parole tutti noi ci siamo guardati negli occhi, incrociando anche gli sguardi di tanti giovani studenti universitari presenti all’assemblea della Rete difesa del Territorio intitolata alla memoria di Franco Nisticò, un militante deceduto, nel dicembre 2009, durante una manifestazione No Ponte.

Caro direttore lei si chiede che senso ha la mobilitazione degli studenti dell’Uni.Cal. rispetto alla apparentemente lontana lotta No Tav, e per quel motivo gli stessi non si attivino, invece, rispetto a questioni molto più vicine ai loro territori. Ebbene, siamo molto felici di poterle rispondere che se oggi gli studenti calabresi, negli scorsi giorni scesi in piazza a Cosenza come a Reggio Calabria, al fianco di tanti ambientalisti, esponenti di diverse realtà, collettivi e centri sociali, per dire no al treno ad alta velocità, lo hanno fatto consapevoli di numerose questioni.In tutta la Calabria, pur non balzando quasi mai agli onori della cronaca, c’è gente che quotidianamente lotta per la difesa dei propri territori, cerca di creare dal basso forme di tutela della propria terra per evitare che interessi privati, legati al profitto e non alla difesa e alla valorizzazione dell’ecosistema, erodano terreni, costruiscano o amplino inceneritori o centrali a carbone, non sfruttino risorse energetiche veramente alternative, continuino a invadere di cemento le città dove, di contro, aumentano i numeri dei senza casa. Ogni giorno ci sono cittadini che operano contro le mafie non nascondendosi dietro una generica bandiera dell’antimafia bensì costruendo, nel silenzio, alternative reali anche se piccole per sottrarre manovalanza mafiosa, soprattutto composta da giovani inoccupati, attraverso una socialità altra e soprattutto cercando di incidere sulla cultura della delega e della raccomandazione che dalle nostre parti chiamiamo, significativamente, “pastetta”. Le mafie a nostro avviso, sono tutte quelle forme di sopraffazione, sfruttamento, imbarbarimento e disumanizzazione legate al dio denaro e al potere: ebbene noi, ogni giorno, lottiamo per operare un significativo cambio di rotta di questa mentalità che poi non è affatto tipicamente calabrese ma, possiamo dirlo concertezza, investe tutta la Penisola.

Lei forse non sa, che sulla Valle c'è anche l'ombra dei servizi segreti e delle 'ndrine calabresi, quel grumo, questo si nero della non democrazia, che operò ai tempi delle 397 pistole della Brown and Bess, l'armeria di Susa coinvolta in una vicenda di pistole sparite che era di proprietà di una donna e disuo figlio. Il marito e padre era un noto neofascista latitante. I due ottennero la licenza per l'armeria,

nonostante le imbarazzanti parentele. Silvano Pellissero aveva il "fisico per il ruolo": ancora oggi, in Val Susa, ben pochi sono disponibili a parlarne. Gli attentati di quell'epoca erano legati ai grandi interessi per la costruzione della A32, all'epoca il Tav era solo un'idea di carta, contrastata persino da settori delle FS. Bardonecchia è fra i Comuni commissariati per mafia. Alcune delle pistole "sparite" alla Brown and Bess ricomparvero in mano alle 'ndrine calabresi. Sempre in odore di legami poco legali sembrano anche alcune delle ditte valsusine implicate oggi nei (non) cantieri di Chiomonte (Italcoge e Martina).

Ma, tornando a noi, di tutte queste piccole ma significative lotte calabresi, spesso non si trova traccia sui giornali mainstream, fa notizia però che giovani studenti universitari calabresi blocchino dei treni insieme a realtà di movimento, ambientalisti, cittadini. Questo, forse, dimostra che ci sono dei problemi di comunicazione e di informazione.Quello che realmente ha spinto alla solidarietà verso il popolo No Tav è la consapevolezza che grandi infrastrutture come questa o anche il ponte sullo stretto non faranno altro che gravare sulle tasche di tutti i cittadini italiani e dei figli che ancora, magari devono venire senza determinare però dei significativi benefici alla cittadinanza tutta.Effettivamente  i discorsi che sentiamo fare sullo sviluppo legato alla Tav ci ricordano tanto quei beceri comizi sullo sviluppo che avrebbe portato in Calabria tanti e tanti posti di lavoro ma che invece, oggi ha di fatto determinato l’avvelenamento di intere città: valga Crotone come esempio per tutti.Lottare oggi al fianco del popolo No Tav significa, non solo in Calabria, lottare per il principio di autodeterminazione dei popoli che dovrebbero aver garantita la possibilità di scelta, rispetto ai territori che vivono. L’imposizione del tunnel della TAV, attraverso l’attuazione di forme repressive dicontenimento delle volontà popolare, rappresenta una palese negazione di tale principio.Lottare oggi al fianco del popolo No Tav significa ribadire e sottolineare che mentre si investono ingenti quantitativi di denaro per infrastrutture simili, in zone come la Calabria non è possibile spostarsi agevolmente. Gli ambientalisti, gli studenti i cittadini calabresi intendono collegare la lotta No Tav a quella per la difesa del territorio che comprende, senza dubbio, la mobilità territoriale, vero e proprio diritto oggi sempre più negato alle popolazioni calabresi.Vogliamo ricordarle, direttore, che noi calabresi abbiamo assistito ad un pauroso ridimensionamento della mobilità su rotaie, proprio in questi ultimi anni. Tale ridimensionamento ha determinato perdita di posti di lavoro, chiusura di numerose stazioni, isolamento di piccoli e medi centri. Oggi, per spostarsi in Calabria si è costretti ad utilizzare mezzi propri su strade sempre più disastrate e malmesse.Se dunque a Reggio Calabria come nel più internato dei paesi della Sila si può sentire l’urlo che risuona all’unisono No Tav, caro direttore non si deve sorprendere. Se anche nella lontana Calabria anche noi urliamo No Tav lo facciamo convinti del fatto che ci stiamo battendo per un futuro sostenibile, per una reale democrazia, per una informazione non univoca, per dare una speranza a questo Paese alla nostra terra alle nostre vite e a quelle dei nostri figli.Abbiamo letto il suo pezzo e concluso la nostra assemblea dove, guarda caso, parlavamo di quello che significa la lotta No Tav: una metafora dell’Italia che resiste, ci spiace constare che lei e il suo giornale non abbiate per niente colto o sottovalutato il senso di questa battaglia.Ci auguriamo che almeno ci venga garantito il diritto di replica, proprio per dare spazio a quellapluralità delle voci che è la linfa vitale di una democrazia.

Rete per la Difesa del Territorio "Franco Nisticò"

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www.difendiamolacalabria.org

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mini Federica_MonteleoneIl gup di Vibo Valentia ha rinviato a giudizio quattro persone per omicidio colposo in relazione alla morte di Federica Monteleone, la studentessa morta dopo un intervento di appendicectomia. Il 18 giugno prossimo, davanti ai giudici del Tribunale dovranno comparire Filomena Panno, direttore amministrativo pro-tempore dell'Asl; i medici Benito Gradia e Giovanbattista De Iorgi e l'infermiere Mario Silvestri. Per la morte di Federica sono stati gia' condannate altre 8 persone.

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mini loieroL'ex governatore della Calabria, Agazio Loiero, attuale coordinatore politico nazionale della federazione tra MPA ed Autonomia e Diritti, punta il dito su alcune presunte nuove assunzioni nel comparto della sanità Calabrese. Loiero afferma "Non so se è vera la notizia di nuove assunzioni di personale presso alcune aziende sanitarie o ospedaliere calabresi. Se fosse vera sarebbe grave, considerate le dichiarazioni di Scopelliti a Porta a Porta subito dopo la vittoria, secondo il quale io avrei fatto un numero scellerato di assunzioni, laddove invece mi sono limitato a stabilizzare dei precari, soprattutto a Reggio Calabria. Precari che, in mancanza di stabilizzazione, avrebbero comportato il rischio di chiusura di strutture di prima necessità, a partire dal Pronto soccorso. Detto questo, da quello che mi risulta – continua l'ex presidente - non capisco come è possibile che in questa grave situazione economico-finanziaria siano state assunte in maniera stabile ed in pieno piano di rientro 200 persone circa, col pretesto di coprire un limitatissimo turnover (ferie, malattie…), sulla base di un invito del Direttore del Dipartimento rivolto alle aziende. Ovviamente, se questa notizia venisse confermata, Massicci chiederà la testa del Direttore Generale. Quello che oggi mi chiedo - ha chiuso LOIERO - è: Che succederà? E soprattutto: quale politico aveva il potere di avallare questa situazione? Perché è davvero singolare che siano sempre i dirigenti, in momenti così delicati, ad assumere iniziative senza il plauso della politica. Ed è davvero incredibile che ogni volta si scarichi tutto sulle spalle dei dirigenti”.

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