Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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SERRA SAN BRUNO - Dopo un periodo di assenza dal panorama calcistico regionale, dal prossimo anno la cittadina della Certosa avrà nuovamente una squadra di calcio a 5. È nata, infatti, l' Associazione sportiva dilettantistica Futsal Serra, squadra costituita grazie all'impegno ed al sacrificio di alcuni imprenditori della zona, che hanno dunque deciso di mettere in piedi questo nuovo progetto, portando ovviamente alto il nome di Serra nelle altre province calabresi. La dirigenza, con a capo il presidente Domenico Mangiardi, ha già lavorato sul mercato, concludendo qualche trattativa e mettendo, dunque, nelle mani di mister Gerardo Pisani una squadra competitiva. Sugli obiettivi della stagione, però, il patron biancoverde non si sbilancia: «È ancora presto per fare considerazioni di questo tipo. Non conosciamo le squadre che affronteremo in questo campionato, quindi bisogna rimanere con i piedi per terra e affrontare partita dopo partita. Poi, soltanto il tempo ci dirà se abbiamo operato bene e, soprattutto, se saremo pronti per il salto di categoria». Mangiardi, inoltre, si sofferma anche sulla campagna acquisti: «Dalle trattative portate a termine - sostiene il patron biancoverde - si evince chiaramente quale sia l'obiettivo che la società si è prefissata per questa stagione, vale a dire la valorizzazione dei giovani del comprensorio. È chiaro, però, che oltre ai nuovi acquisti, in squadra ci sono anche elementi di spessore, che in passato hanno militato nel Serra calcio a 5, in C1». Gli innesti ufficializzati dalla società riguardano Vincenzo Carchidi, giovane proveniente dal Real Serra (squadra di Seconda categoria); Lucio Zaffino, elemento di spessore, proveniente dal Davoli, in Promozione; Michele Zaffino, anche lui lo scorso anno al Real Serra; Domenico Zaffino, prelevato dal Vallelonga, giocatore che vanta qualche presenza con il Serra calcio a 5, sia in serie C2 che in serie C1; Angelo Carrera (foto), lo scorso anno in Prima categoria a Soriano Calabro, punto di riferimento in passato del Serra calcio a 5 tra i pali. A questi si aggiunge anche Giuseppe Costa, giovane portiere che sta già effettuando la preparazione con il resto della squadra.
(articolo pubblicato su "Il Quotidiano della Calabria")
VIBO VALENTIA - Accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Michele Sirgiovanni, il gup di Vibo Valentia ha rinviato a giudizio cinque persone ritenute responsabili, a vario titolo, dell'intossicazione alimentare subita dai bambini delle scuole dell'infanzia ed elementari di Vibo Valentia. Le persone indagate - Michelina Luberto (36 anni), Domenico Cosentino (35), Adriana Maria Stella Teti (56), Emanuela Rizzuti (63) e Fortunato Carnovale (60) - sono accusate di abuso d'ufficio, omissione di atti d'ufficio e detenzione e distribuzione per il consumo di sostanze alimentari con cariche microbiche superiori ai minimi stabiliti dalla legge. Il rinvio a giudizio riguarda
I fatti risalgono al 5 novembre 2009, quando diversi bambini rimasero intossicati dai pasti somministrati a scuola. A seguito delle segnalazioni dei genitori fu aperta un'inchiesta, coordinata dal pm Sirgiovanni, nella quale furono indagati Michelina Luberto e Domenico Cosentino in veste di legale rappresentante della ditta Osma. Ad entrambi viene contestato di avere, in concorso tra loro, detenuto e distribuito sostanze alimentari con cariche microbiche superiori ai minimi stabiliti dalla legge e comunque in stato di alterazione e nocive. Adriana Teti deve invece rispondere di abuso di ufficio, nella sua qualità di responsabile del Servizio attività scolastiche del Comune di Vibo, per aver liquidato illegalmente somme di denaro in favore della Osma. Emanuela Rizzuti è accusata di omissione di atti di ufficio in qualità di titolare di posizione organizzativa nella Commissione di vigilanza del servizio di refezione avrebbe impedito i relativi controlli. Il medico Fortunato Carnovale, nella sua qualità di dirigente del Dipartimento di prevenzione dell'Asp e responsabile del procedimento, è accusato di avere omesso di effettuare le ulteriori verifiche in ordine al rispetto delle prescrizioni adottate in data 7 novembre 2008. Il processo è stato fissato per il 23 aprile prossimo davanti al tribunale di Vibo Valentia.
SORIANO CALABRO – “San Francesco ha insegnato a pregare con i nostri fratelli ladroni”. Dev’essere quello che ha pensato un uomo di 53 anni che si è introdotto furtivamente nel convento dedicato a San Domenico approfittando del buio serale per mettere a segno un colpo ai danni dei frati domenicani, che però ha prodotto un magro bottino e che si è concluso con il suo arresto. E’ stato, infatti, tratto in arresto in flagranza di reato, con l’accusa di furto aggravato in abitazione, F. P. classe 1961, di Cosenza ma domiciliato a Squillace, già noto alle forze dell’ordine. Erano passate da poco le 18,00 di giovedì sera quando i militari dell’Arma della locale Stazione, appartenenti alla Compagnia dei Carabinieri di Serra San Bruno al comando del Capitano Stefano Esposito Vangone, nel corso di un normale servizio di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione dei reati, sono intervenuti presso il locale Convento di San Domenico dei Frati Domenicani, sorprendendo e arrestando in flagranza di reato il 53enne con l’accusa di furto aggravato. Secondo la ricostruzione dei fatti operata dai carabinieri, F. P. dando presumibilmente per scontato che l’orario fosse propizio per un furto senza impedimenti, si sarebbe introdotto nelle stanze private dei monaci a cui avrebbe sottratto una somma contante di 145,00 euro. Successivamente, i carabinieri, dopo aver tratto in arresto il 53enne hanno provveduto informate l’Autorità Giudiziaria competente che ha disposto la traduzione dell’uomo presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.
Quando i nostri nipoti studieranno Storia, sui loro libri di testo, subito dopo le guerre mondiali, il fascismo, la Resistenza ed il Sessantotto, troveranno le pagine della seconda repubblica. E scopriranno che nel Parlamento italiano, anche nel 2013, è esistito un tale Domenico (per gli amici Mimmo) Scilipoti, “uomo di rottura” con una spiccata tendenza al trasformismo, maturata negli anni, per una triste questione di poltrone e vitalizi. Tralasciando il parlare sconquassato ed i congiuntivi devastati, i toni pessimi e rivoltanti o l'antipatia che, indipendentemente dalla posizione politica (non ci azzardiamo a parlare di ideologia), suscita un siffatto personaggio retorico e vuoto, intriso di un ultranazionalismo pecoreccio, massone e xenofobo, il punto è: come ha fatto Scilipoti a risultare candidato in Calabria? Un semi-sconosciuto agopuntore di Barcellona Pozzo di Gotto?
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