mini giornata_biodiversitRiceviamo e pubblichiamo

Dopo il successo dell’anno scorso, che ha visto i volontari del WWF impegnati nell’opera di sensibilizzazione alla conservazione del nostro patrimonio naturalistico nella suggestiva cornice del vivaio forestale “Rosarella” di Serra San Bruno, l’associazione ambientalista invita tutti ad un nuovo appuntamento con la biodiversità e il contrasto alle minacce che incombono su di essa. Attivisti, soci, simpatizzanti e cittadini, domenica prossima, dalle 10,30, saranno ospiti delle splendide strutture di Villa Vittoria a Mongiana, messe a disposizione dal Comando Provinciale del Corpo Forestale che ha risposto con entusiasmo alla proposta del WWF Calabria.

La tradizionale manifestazione del WWF assume quest’anno un carattere particolare, essendo legata alla campagna del WWF Italia denominata “Stop ai crimini di Natura”, una iniziativa finalizzata a far conoscere all’opinione pubblica i pericoli gravissimi che minacciano la biodiversità in tutto il mondo, senza sottovalutare gli attacchi continui che subisce la Natura d’Italia e della nostra regione. Il programma prevede, oltre alla presentazione della campagna nella sala conferenze, l’allestimento di tavoli per raccogliere adesioni, percorsi di interesse botanico e faunistico (a cura del CFS) e una visita al museo delle Ferriere.

Distruzione, alterazione e frammentazione degli habitat naturali, caccia eccessiva, bracconaggio, commercio illegale e introduzione di specie “aliene”, oltre alla minaccia globale rappresentata dal riscaldamento del pianeta determinato dall’effetto serra, sono le sfide quotidiane che il WWF è impegnato a contrastare , con la sola forza dei suoi volontari, degli scienziati e dei milioni di persone, che, in tutto il mondo, sostengono concretamente questa autentica guerra per salvare il pianeta e le irripetibili e meravigliose creature che lo popolano e lo rendono straordinario.

Un impegno di civiltà e di amore che il WWF combatte dal 1961 in ogni regione della Terra per salvare dall’estinzione le ultime Tigri in Asia (ne sopravvivono in tutto 3200) o gli ultimi Rinoceronti sterminati per l’utilizzo del corno nei paesi orientali (della specie che vive a Giava, ne sono rimasti appena una cinquantina!); per non parlare delle poche centinaia di Gorilla di montagna rimasti, che vengono ancora braccati e massacrati per la carne o minacciati dalla distruzione delle loro foreste. Gli stessi elefanti africani, il simbolo stesso della savana, vengono crudelmente abbattuti dai bracconieri al ritmo impressionante di 22.000-25.000 all’anno . Ma l’elenco delle specie animali e vegetali che la terra rischia di perdere in breve tempo è sconvolgente e si allunga ogni giorno che passa, tanto da aver indotto gli scienziati a parlare di una “sesta estinzione di massa ”, dopo le cinque che hanno sconvolto la vita sul pianeta nelle passate ere geologiche. Con la differenza che stavolta, ad essere responsabile della fine di migliaia di specie, è un’altra specie: la nostra.

Del resto gli Italiani e i Calabresi sanno benissimo che l’assalto alla natura e agli animali ha assunto anche da noi il livello di allarme rosso, considerato il continuo massacro del territorio e le minacce che gravano sulla nostra fauna. Un assalto contro cui agiscono, spesso a rischio della vita, i Ranger del WWF in tutto il mondo e, in Italia, 300 eroiche Guardie Venatorie Volontarie che , dalle Alpi alla Sicilia, sacrificano il loro tempo e i loro soldi per salvare orsi e lupi, uccelli migratori o per denunciare gli innumerevoli “Crimini di natura” che vengono commessi quotidianamente in ogni parte dell’ex “Bel Paese”, mettendo a repentaglio la salute dell’ambiente e, con essa, quella degli stessi abitanti. Un drappello di queste autentiche sentinelle dell’ambiente, sotto le insegne del Panda, opera da tempo in Calabria ed è anche al loro impegno quotidiano, così come all’insostituibile ruolo svolto tradizionalmente dal Corpo Forestale dello Stato, che l’appuntamento di Mongiana è dedicato.

Per arrestare la folle corsa verso la distruzione del pianeta (l’unico che abbiamo!), il WWF chiede il sostegno di tutti: sul sito www.wwf/criminidinatura chiunque può informarsi maggiormente sul fenomeno e sostenere la campagna del WWF con una donazione, oltre a diffondere le informazioni e sottoscrivere la petizione per chiedere sanzioni più severe contro chi uccide specie selvatiche.


WWF Calabria


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incendi boschiviPer l’ennesima estate la Calabria si ritrova letteralmente devastata dall'emergenza incendi. La nostra regione, infatti, è quella dove si sarebbe registrato, fino ad ora, il numero maggiori di roghi.

Solo nella giornata di ieri, in tutta Italia, sono stati 49 gli incendi boschivi che hanno dato non poco filo da torcere ad uomini e mezzi del Corpo forestale dello Stato. Di questi, ben 19 si sono registrati proprio in Calabria. Altra regione gravemente colpita la Campania, con 14 incendi, seguita dalla Sicilia con 7 incendi e da Puglia e Basilicata a quota 4. Le province che hanno registrato il maggior numero di roghi sono state Cosenza con 10, Salerno con 5, Napoli e Potenza con 4 roghi.

Notevole l’impiego di mezzi e personale mobilitato dalla flotta aerea di Stato, oltreché quello messo a disposizione per le emergenze da parte del Corpo forestale, che è intervenuto con due elicotteri: un Erickson S64 proveniente dalla base dell'Aquila e un AB 412 partito da Falconara Marittima. Inoltre, solo nell'arco della giornata di ieri, il Corpo forestale è stato impegnato con 420 pattuglie operative antincendio e ha effettuato 172 controlli sul territorio.

In tutti i casi i roghi sono stati domati, ma l'accensione di piccoli focolai ha richiesto ancora oggi l'intervento aereo della Forestale, tanto che proprio in questo momento altri squadroni sono in servizio per domare nuovi roghi. Al numero di emergenza ambientale 1515 (gratuito e attivo tutti i giorni, 24 ore su 24, al quale si può segnalare la presenza di incendi) sono arrivate oltre una trentina di segnalazioni.

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mini corpo-forestaleGEROCARNE - Gli agenti del Corpo Forestale della stazione di Soriano Calabro hanno denunciato due persone per il reato di taglio e furto di diverse piante di alto fusto di leccio all'interno di un'area protetta, ricadente nel Parco delle Serre, in località Morano: si tratta di A.F., 26enne proprietario di una ditta boschiva ed un operario 21enne, V.R., entrambi di Gerocarne. I due venivano intercettati dalla pattuglia della Forestale mentre percorrevano a bordo di un camion carico di tronchi una strada sterrata. Al momento del fermo, il titolare della ditta ha ammesso che il materiale legnoso proveniva da un taglio di bosco privato regolarmente autorizzato.

Dagli accertamenti effettuati nell’area indicata inizialmente da A.F.., gli agenti operanti riscontravano, invece, che non vi era corrispondenza tra le ceppaie presenti, che mostravano segni di taglio non recente, con il materiale legnoso a bordo del camion, dal quale, invece, si palesava il recente abbattimento.

Di conseguenza, ormai alle strette, il titolare della ditta boschiva ammetteva quindi la propria responsabilità sull’accaduto e conduceva i Forestali nella zona esatta dove era stata perpetrato il taglio.

Gli agenti, dopo aver effettuato gli accertamenti del caso, hanno posto sotto sequestro il camion e tutto il materiale legnoso e deferivano a piede libero i responsabili presso la competente autorità giudiziaria. Questi ultimi dovranno rispondere del taglio, del danneggiamento e del furto delle piante, nonché della violazione alla normativa sulle aree protette ed alla normativa sul vincolo paesaggistico.


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mini incidente_camionErano da poco passate le 5 e 30 di stamane quando un camion si è ribaltato in prossimità di una curva sulla strada che collega Vallelonga a Monte Cucco. A causare l'accaduto sarebbe stata, secondo le notizie in nostro possesso, l'alta velocità dell'autista che, fortunatamente, non ha riportato alcuna conseguenza.

Sul posto sono intervenuti, oltre ai carabinieri della stazione di San Nicola da Crissa e gli agenti del Corpo Forestale dello Stato di Vallelonga, anche i Vigili del Fuoco, i quali hanno dovuto ricorrere ad una gru per cercare di mettere in sesto il mezzo.

Si è reso necessario anche l'intervento del veterinario dell'Ufficio Ispezione Alimentare dell'Asp, che ha provveduto al controllo della carne che il mezzo stava trasportando.

 

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legambiente-20131228-103757«La notizia del taglio di alcuni alberi nel bosco Archiforo delle Serre, tra cui alcuni di particolare pregio, desta inquietudine e pone interrogativi sulla gestione del patrimonio boschivo che, soprattutto in Calabria, rappresenta una risorsa unica sia dal punto di vista ambientale che di potenziale sviluppo turistico, e Legambiente si attiverà in ogni sede, nazionale e comunitaria, per impedire che questo scempio venga compiuto» È quanto affermano, in una nota diramata nel pomeriggio di ieri, il presidente di Legambiente Calabria, Francesco Falcone e il componente della segreteria regionale Franco Saragò.

«La vicenda - continuano Falcone e Saragò - ha giustamente creato clamore in tutto il Paese poiché rappresenta una risposta sbagliata alla reale esigenza di valorizzare economicamente il patrimonio forestale di una regione che, nonostante sia tra le più forestate d'Italia, manca dei più elementari strumenti di programmazione forestale e di pianificazione dell'uso del bosco che in altri contesti territoriali hanno garantito un reale sviluppo socio-economico. La Calabria, infatti, non ha una legge forestale regionale e si affida alle prescrizioni minime di polizia forestale per gestire e programmare gli interventi forestali che rappresenta un'assurdità se si pensa agli interessi economici, legali e non, che ruotano attorno al settore forestale regionale. Le difficoltà economiche che vive il paese e in particolar modo i piccoli comuni, spingono questi ultimi a fare cassa e la vendita di legname spesso diventa una concreta occasione per fare fronte alle esigenze di bilancio. Un rischio che non possiamo e non dobbiamo correre. Siamo convinti che i territori montani, dalla tutela del loro patrimonio ambientale, possano ricevere guadagni, anche in termini concreti ed immediati, imparagonabili a quanto incassato dalla vendita del legname. È necessario, soprattutto in Calabria - concludono - rivedere i confini delle aree di pregio destinandole a riserve ma è altrettanto necessario che i Comuni, diano attuazione alla legge numero 10 del 14 gennaio 2013 che li obbliga a censire gli alberi monumentali e di particolare interesse naturalistico adottando tutte le misure necessarie alla loro salvaguardia».
«È inconcepibile, poi – concludono i due - che la Regione Calabria, nonostante sia stato adottato nel lontano 2008, non abbia ancora approvato il Piano del Parco regionale delle Serre, strumento indispensabile per l'attuazione piena della tutela del territorio».

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wwf-1Riceviamo e pubblichiamo

Serra San Bruno, centro montano famoso per la presenza nel suo territorio dell’antica Abbazia certosina dei SS. Stefano e Bruno, fondata da San Bruno da Colonia, non vorrà passare alla storia per aver distrutto una parte di quel patrimonio forestale che aveva suscitato l’ammirazione dei monaci certosini e che, nonostante il trascorrere dei secoli, rappresenta tutt’ora la caratteristica più importante del paesaggio serrese e il principale richiamo per turisti e visitatori.

Succede infatti che l’amministrazione comunale di Serra, che negli ultimi anni aveva consentito il taglio di migliaia di alberi nel suo territorio, abbia organizzato per il prossimo 25 marzo un’asta pubblica per la vendita di materiale legnoso proveniente dal taglio di tre lotti boschivi, di proprietà del demanio comunale, nel cuore del Parco Naturale Regionale delle Serre, il “Bosco Archiforo”, area SIC- Sito di Importanza Comunitaria - zona di riserva generale orientata.

Tra le 2.603 piante delle quali è previsto il taglio, ben 1.090 sono esemplari del raro Abete bianco, tra cui maestosi alberi secolari, tra i più antichi d’Europa, meritevoli di custodia e di tutela assoluta, come testimoniato dalle immagini del naturalista Pino Pisani. Tra gli altri, lo studioso ha individuato un esemplare di abete bianco che presenta delle misure eccezionali: una base di 5,5 metri di circonferenza e un’altezza superiore ai 50 metri. Dimensioni che identificano lo stesso albero come un vero patriarca vegetale, forse il più grande in Europa di questa specie.

Secondo diversi autori l’Abete bianco di Serra costituisce un’entità a sé, tanto da essere descritta come una sottospecie (“apennina”) , con una capacità di resistere all’inquinamento che è di gran lunga superiore a quella degli abeti bianchi di latitudini più settentrionali. Inoltre le abetine di Serra sono considerate come centri di grande variabilità genetica.

Ci si chiede come sia possibile che questi boschi vengano ancora trattati come una qualsiasi merce, volutamente ignorando che il rilevante patrimonio forestale dei parchi e delle aree protette dell’Appennino meridionale costituisce un “unicum” straordinario nel nostro Paese per la ricchezza della biodiversità e la bellezza del paesaggio.

Il caso del comune di Serra San Bruno non è l’unico, purtroppo; fatti analoghi sono avvenuti in questi ultimi anni anche in alcuni parchi nazionali . Per salvare migliaia di alberi dall’abbattimento si sono mobilitati comitati civici ed alcune associazioni.

Le associazioni chiedono alla Regione Calabria di impedire il taglio degli alberi del Bosco Archiforo e di fare rispettare i vincoli previsti dal decreto di attuazione della Direttiva Habitat.

 (Wwf Calabria; Italia Nostra; CNP; LIPU – Rende; Altura; MAN – Associazione Mediterranea per la Natura)

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forestale-camionAnche il Corpo Forestale dello Stato e il Wwf Calabria, si sono attivati per avere maggiori delucidazioni in merito al taglio dei 2.603 alberi, tra cui l’Abete bianco più grande d’Europa, bandito dal Comune di Serra San Bruno.

«Ci auguriamo che coloro i quali hanno deciso il taglio di questa pianta ritornino sulla decisione presa e, spinti da una sensibilità naturalistica, facciano un passo indietro» ha dichiarato il comandante regionale del Corpo forestale dello Stato della Calabria, Giuseppe Graziano, proprio in merito alla vicenda legata all’Abete bianco del bosco “Archiforo”. «Attualmente stiamo verificando le caratteristiche di questa pianta e il suo stato vegetativo affinché venga censita. I “Patriarchi”, capostipiti dei nostri boschi, rappresentano un patrimonio per la biodiversità e per le generazioni future che devono essere individuati e tutelati, e che rappresentano per la Calabria un patrimonio da rispettare, salvaguardare e godere».

Tutt’altra strada quella intrapresa invece dal Wwf Calabria che questa mattina ha presentato, proprio presso gli uffici comunali di Serra San Bruno, un’istanza di accesso agli atti per avere maggiori delucidazioni sul caso.

Da ricordare che negli ultimi 13 mesi l'amministrazione comunale di Serra San Bruno, ha già disposto il taglio di ben 9.291 alberi, in pratica una media di 25 al giorno.

 

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mini 1_1Riceviamo e pubblichiamo
 
Nel corso dei servizi di controllo del territorio mirati alla repressione e alla prevenzione di coltivazione di canapa indiana, predisposti dal Comando Provinciale di Vibo Valentia, in data 12 c.m., gli uomini del Corpo Forestale dello Stato dei Comandi Stazione di Fabrizia, del Posto Fisso di Mongiana e dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Mongiana, hanno individuato una piantagione di canapa indiana. I Forestali, grazie alla conoscenza del territorio, hanno avvistato la piantagione, che ignoti avevano realizzato in località “Occhio” in agro del comune di Mongiana. Da rilievi effettuati mediante strumentazione GPS, è stato accertato che le piante in questione, erano state coltivate su un terreno di proprietà privata in corso di accertamento, in un vasto comprensorio boscato con ceduo di castagno e altre essenze. La piantagione si trovava in una radura tra le piante di castagno, ben occultata tra felci, rovi e piante infestanti, in un terreno paludoso, in una una zona molto impervia e poco accessibile. Su disposizione della competente Autorità Giudiziaria si è proceduto al sequestro di quanto ritenuto utile ai fini investigativi ed a distruggere le piante di canapa, preservandone un campione per le analisi chimico-fisiche di rito. Sono state poste sotto sequestro e distrutte, complessivamente, 262 piante di varia altezza, che sul mercato clandestino avrebbero fruttato diverse migliaia di euro. Gli elementi raccolti sono al vaglio degli investigatori del Corpo forestale al fine di poter risalire agli autori.
 
 
F.to
IL COMANDANTE PROVINCIALE
Lorenzo Lopez
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mini corpo-forestaleRiceviamo e pubblichiamo:

Mongiana (VV) – Sono state denunciate a piede libero le sei persone trovate ad esercitare abusivamente l’attività di pesca all’interno del Lago Angitola, nei comuni di Maierato e Monterosso Calabro, dichiarato Oasi di protezione dell’avifauna acquatica, inserito nell’elenco delle zone umide riconosciute dalla Convenzione di Ramsar, ascritto nell’elenco dei Siti d’Importanza Comunitaria, nonché rientrante all’interno del Parco Naturale Regionale delle Serre.

L’attività è stata posta in essere in tre distinte operazioni dagli Agenti dei Comandi Stazione di Polia, di Vallelonga e di Vibo Valentia grazie ai controlli opportunamente messi in atto. Difatti, nonostante le operazioni analoghe svolte in passato, anche recente, questa della pesca all’interno del Lago Angitola sembra essere pratica diffusa tra cittadini stranieri provenienti da paesi dell’est europeo e residenti nelle zone limitrofe.
In occasione di tutte e tre le operazioni, gli operatori hanno sorpreso i colpevoli intenti ad esercitare la pesca con l’ausilio di canne telescopiche fornite di mulinello.

Considerato, pertanto, che tutti i soggetti stavano esercitando la pesca in zona interdetta, tra l’altro senza essere neanche in possesso della licenza di pesca, i Forestali procedevano a porre sotto sequestro le canne da pesca ed il relativo pescato, segnalando gli stessi all’Autorità Giudiziaria competente per violazione alle normative in materia di aree protette.

Il pescato, rinvenuto tutto vivo, veniva rimesso in libertà all’interno delle acque dello stesso Lago Angitola.
Considerata la rilevanza del sito in questione, resta costante l’opera di vigilanza e monitoraggio da parte del Corpo Forestale dello Stato.

CORPO FORESTALE DELLO STATO
COMANDO PROVINCIALE
VIBO VALENTIA 

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mini Mezzi_sequestrati_1Riceviamo e pubblichiamo:

Sono stati deferiti in stato di libertà i due soggetti, tale C.N., 56enne imprenditore edile, in concorso con C.S. di anni 28, entrambi originari di San Calogero (VV), autori dello sfruttamento abusivo di un’area di circa 7.000 mq in località Fondo Rotondello di Filandari (VV), dalla quale veniva estratto abusivamente materiale calcareo.

L’attività investigativa è stata originata da una segnalazione pervenuta presso la Sala Operativa Regionale del CFS, tramite il numero di emergenza ambientale 1515.

Nel corso delle operazioni, gli agenti del Comando Stazione Forestale di Spilinga (VV) hanno monitorato per circa dieci giorni quanto stava accadendo nella località in esame, documentando un sistematico via vai di mezzi meccanici intenti nelle opere di escavazione.

Dopo una serie di riscontri documentali che hanno evidenziato l’illegittimità delle opere, il personale operante ha deciso di intervenire, sancendo l’epilogo dell’ ennesimo scempio ambientale consumato ai danni del territorio.

Sono così finiti sotto sequestro un grosso autocarro ed un escavatore cingolato, adoperati per la commissione del reato, nonché il fondo di natura agricola di circa 7000 metri quadrati dal quale veniva sottratto indebitamente l’ingente quantitativo di materiale inerte, impiegato per la produzione di miscele cementizie.

I successivi rilievi del Corpo Forestale, eseguiti con l’ausilio di strumentazione GPS e la consultazione di aerofotogrammetrie del luogo, hanno sottolineato come l’ attività delittuosa, posta in essere dagli indagati, abbia comportato una significativa e permanente modificazione dello stato dei luoghi, creando una vistosa depressione del suolo con alterazione della morfologia e dell’assetto territoriale.

L’estrazione abusiva, nello specifico, ha interessato una parete rocciosa, creando un fronte di lunghezza pari a 40 metri lineari per una larghezza di 25 metri lineari ed altezza media di circa 5 metri. Le prime stime, basate anche sul raffronto tra le ortofoto degli anni trascorsi e la situazione di fatto, parlano di oltre 5000 metri cubi di materiale calcareo trafugato illecitamente, con profitti per svariate migliaia di euro.

I destinatari del provvedimento di sequestro, a cui è stata peraltro affidata la custodia giudiziaria dei beni, sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia in ordine al reato di abusivismo edilizio in concorso.

Il fascicolo relativo agli atti d’indagine è ora in mano alla Magistratura di Vibo Valentia che ha già convalidato il sequestro eseguito dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato, iscrivendo i due soggetti nel registro degli indagati.

Intanto le indagini proseguono a ritmo serrato e mirano ad accertare l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti nella vicenda.

Corpo Forestale dello Stato
Comando Provinciale Vibo Valentia

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