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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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Con il tronco e i rami più robusti gli antichi Greci ricavavano le canne sonore del sambike, uno strumento musicale in uso poi anche fra i Romani, ma per loro, in latino, era il sambucus. Oggi in Tirolo, a cavallo delle Alpi, i fiori freschi diventano bevanda dissetante da diluire con l’acqua. In Sardegna, assieme alle mandorle, se ne ottiene il ripieno dei ravioli. Nella Valle di Primiero diventa invece una gustosa marmellata della quale non abusare per le potenti proprietà lassative.
Una squadra nata dal nulla. Soltanto dalla passione per lo sport di alcuni imprenditori locali che hanno dato anima e corpo per maturare e raggiungere nel tempo gli obiettivi che, ormai, tutti sappiamo. Partita dalla Terza categoria, l' Ags Soriano pian piano è riuscita a cavalcare l'onda dell'entusiasmo che sin dall'inizio si respirava in paese e, adesso, può finalmente giocarsi le proprie carte in un campionato di Promozione. Si tratta della prima volta nella storia del calcio sorianese, che una squadra affronta un torneo del genere. Mai fino ad ora nessuno era riuscito a regalare al paese dell' Alto Mesima una categoria così prestigiosa. Eppure gli attuali dirigenti ci sono riusciti. Frutto dell'impegno, della costanza e della caparbietà del presidente Mangiardi e di tutti gli altri dirigenti. Frutto, però, anche dei tifosi, che durante il campionato di Prima categoria hanno seguito costantemente i propri ragazzi. Sia in casa che in trasferta. Basti pensare che nelle partite casalinghe, si contava una media di trecento spettatori a partita. Numeri sicuramente non da Prima categoria. Come dimenticare, poi, il viaggio a Filogaso, nell'incontro decisivo contro i ragazzi di mister Sisi. Il match si concluse in parità, ma sugli spalti si respirava un clima mai visto finora. Il passato, però, ormai è alle spalle. Non è più tempo di pensare a quello che è stato fatto. Il campionato di Promozione, sicuramente, non è come la Prima categoria. Le trasferte sono più lunghe. I sacrifici che bisogna fare, soprattutto economicamente, sono maggiori. Ma il Soriano può farcela. Bisogna rimanere con i piedi per terra però. Anche perchè molte volte l'entusiasmo gioca brutti scherzi. Nella prima di campionato, Nesci e compagni non hanno avuto problemi nel superare la Villese in trasferta. Il bomber Nesci non si smentisce mai e segna una doppietta. Mentre a completare il quadro ci hanno pensato Macrillò e Morelli. Oggi pomeriggio a Soriano arriverà il Bianco per il secondo impegno stagionale. I tre punti sono alla portata dei rossoblu, ma per ottenerli bisogna sudare sul campo e metterci l'impegno, tanto impegno.
SERRA SAN BRUNO - Primo sigillo stagionale per il Real Serra, che nella trasferta di Cortale inaugura col botto l' esordio assoluto nel campionato di Terza categoria. Nonostante il 3 a 1 finale, l'undici di mister Battaglia ha dovuto fare i conti con un avversario duro da contrastare, sia per l' impostazione tattica che per l'ottima tecnica espressa da alcuni giocatori catanzaresi. Dopo pochi secondi dal fischio d'inizio, gli ospiti vanno vicini al gol, con un pallonetto di Salvatore Zaffino che, però, si stampa sulla traversa. Anche il Cortale prova a rendersi pericoloso dalle parti di Carrera. L'estremo difensore serrese, però, salva il risultato in ben due occasioni. A firmare il vantaggio dei vibonesi ci pensa Simone Stingi che non un rapido guizzo lascia sul posto il difensore locale, siglando così il vantaggio, chiudendo la prima frazione di gioco. Nella ripresa, il Real Serra prova in tutti i modi a raddoppiare le marcature. Un incornata di Barreca porta gli ospiti sul momentaneo 2 a 0. Il Cortale, poi, accorcia le distanze con un tiro dagli undici metri ben trasformato da Catalano. A circa quindi minuti dal fischio finale, però, il Real Serra realizza la rete del definitivo 3 a 1 con una magia di Stingi, che insacca sul secondo palo un tiro rasoterra dall’angolino sinistro dell’area di rigore. Successo, alla fine, meritato per gli ospiti - frutto dei sacrifici fatti negli ultimi mesi - bravi e coraggiosi a credere sui giovani locali come Carchidi (’95), Andreacchi (’96), Pisani G. (’93) e Costa (’97). La prima vittoria serrese arriva al termine di una giornata vissuta all’insegna dei veri principi sportivi, di lealtà e rispetto verso gli avversari. Tutti principi scesi in campo grazie anche all’accoglienza che la Folgore Cortale ha riservato ai colleghi del Real serra facendo vivere a tutti i presenti, sia in campo che in tribuna, un pomeriggio di sano e divertente momento di aggregazione sportiva.
SERRA SAN BRUNO – Il mozzo che si arrampica sull’albero maestro per “scrutare i segni del mondo nuovo”. Il monaco, l’uomo, deve essere sempre vigilante, “totalmente teso verso il futuro a cui anela”. Le parole del priore della certosa di Serra, dom Jacques Dupont, che il giornalista del Corriere della Sera Luigi Accattoli ha raccolto nel libro “Solo dinanzi all’Unico” (Rubbettino 2011, pp. 140, 12 euro), presentato ieri sera nella chiesa dell’Assunta di Terravecchia, sono un “balsamo per l’anima”, un lenitivo per la coscienza interiore dell’uomo di oggi che, nell’iperattività vacua della società postmoderna, non riesce a raggiungere ciò a cui invece il certosino dedica la vita: il distacco dal mondo per entrare in comunione con Dio. Un colloquio frutto di tre giorni intensi, di vita certosina per Accattoli, di insolite confidenze per dom Jacques. Il risultato è un libro “che arricchisce e consola – ha commentato don Armando Matteo – un libro che genera quelle lacrime che puliscono l’occhio dell’uomo e gli consentono di vedere meglio”. In vista della visita del Papa in certosa, il priore ha accettato di sottoporsi alle tantissime domande rivoltegli dal decano dei vaticanisti italiani: dall’incontro con Dio nel tempo di internet al silenzio dei certosini nel chiasso del mondo attuale, dalle abitudini dei monaci di clausura alla possibilità che i giovani di oggi ci si possano adattare, dall’interpretazione (per niente tradizionale) del ruolo dell’ascesi al significato di parole come “sessualità”, “peccato”, “misericordia”. Il compito del monaco, o del mozzo che scruta l’orizzonte, secondo dom Jacques è quello di “dire” all’umanità di oggi che “Dio è anche in questo mondo e in questo tempo”.
Ad organizzare l’interessante presentazione del libro è stata l’Arciconfraternita dell’Assunta di Terrvacchia insieme al Museo della Certosa e alla casa editrice Rubbettino. Ad introdurre i lavori del convegno ha pensato il priore pro-tempore dell’Arciconfraternita, Vito Albano, che ha parlato della “vicinanza non solo fisica tra i certosini e i serresi, vicini nei secoli soprattutto attraverso la preghiera”. A coordinare gli interventi è stato invece Antonio Cavallaro, direttore commerciale della Rubbettino, che si è soffermato sull’affascinante rapporto tra monaco e silenzio. Quindi don Armando Matteo, scrittore e docente universitario, ha spiegato che il libro di Accattoli “va vissuto come un viaggio in compagnia di un mozzo eccezionale, visitando luoghi noti e altri ignoti ed entrando nel cuore di chi ha vissuto 41 anni di vita certosina”. L’amore cristiano, secondo dom Jacques, è vero solo se riesce ad “abbeverarsi della compassione, della tenerezza e della misericordia”.
“Mi sono lasciato convincere – ha spiegato il priore della certosa – perché qualche eccezione ogni tanto ci vuole, e perché è giusto, anche se raramente, ascoltare le parole che vengono direttamente dai certosini. Il libro – ha aggiunto – è il frutto di un incontro molto piacevole tra due mondi molto diversi, quello della comunicazione e quello del silenzio. L’isolamento secondo noi è negativo – ha concluso dom Jacques – ma la solitudine, che è ben altra cosa, è la via per la comunione con Dio”.
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