polizia 113 1Domenico Lombardo, di anni 47, insegnante di violino del Liceo musicale "Vito Capialbi" di Vibo Valentia, nella mattinata di oggi, intorno alle ore 11.30, è stato colpito da diversi colpi di arma da fuoco che gli hanno procurato ferite gravi alla testa, al collo e al torace. A sparare, con una pistola calibro 7.65, è stata Caterina Cananzi, di 50 anni, prontamente fermata dagli agenti della squadra mobile vibonese. Il malcapitato insegnante, che versa in condizioni gravi, si trova ora all’ospedale "Jazzolino" in prognosi riservata, ma comunque fuori pericolo di vita.

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mini vdfNotte di fuoco nella frazione Sant'Angelo di Gerocarne dove, intorno a mezzanotte e mezzo, è stata data alle fiamme una Fiat 500 vecchio modello, di proprietà di V.G., 70enne del luogo, parcheggiata in via San Domenico. L'autovettura è andata completamente distrutta. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco ed i Carabinieri della Stazione di Soriano Calabro, guidati dal maresciallo Barbaro Sciacca e diretti dal capitano della Compagnia di Serra, Stefano Esposito Vangone, i quali hanno avviato subito le indagini per cercare di risalire agli autori del gesto. Certa l'origine dolosa del rogo. 

 

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damiano schiafoneUna separazione mai accettata. Sarebbe stato questo il motivo che avrebbe spinto Damiano Schiafone, 47enne di Rivoli ma originario di Serra San Bruno, ad accoltellare l'ex moglie, Barbara Cappello, di 45 anni, e a suicidarsi buttandosi sotto un treno. Un gesto inaspettato, quello del giovane, padre di due figli piccoli, che ormai da tempo aveva deciso di lasciare la nostra cittadina per trasferirsi al Nord, in cerca di un lavoro e di un futuro da dare ai propri figli. Lavoro che, pian piano, Damiano era riuscito a coltivarsi, mettendo in piedi una carrozzeria con il fratello. Lunedì scorso, però, è successo l'irreparabile. 
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mini santonofrioVIBO VALENTIA - Un gesto che, per la sua carica simbolica oltre che per le conseguenze, aveva suscitato l'indignazione della comunità di Sant'Onofrio. In una notte di novembre del 2011, mille piante di ulivo di proprietà della cooperativa Talita kum - che su un terreno confiscato al clan Bonavota aveva avviato da anni un progetto di produzione di olio biologico - furono barbaramente recise. L'episodio ebbe forte impatto sociale, tanto che il vescovo Luigi Renzo intervenne pubblicamente definendolo “un'offesa a Dio e agli uomini”. Ma ancor prima di un oltraggio,  quel gesto costituiva reato. I carabinieri delle compagnie di Vibo Valentia e Tropea, dopo due anni di indagini, sono riusciti a risalire all'identità degli autori del grave atto intimidatorio e hanno preceduto, su provvedimento emesso dalla Dda di Catanzaro, al fermo di quattro persone. Tutte già note sia alle cronache che alle forze dell'ordine. Si tratta di Domenico Bonavota (35anni), Domenico Cugliari (55), Gregorio Giofrè (41) e Giuseppe Barbieri (41). Dovranno rispondere di estorsione e tentatata estorsione con l'aggravante delle modalità mafiose. 

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, gli autori del taglio degli ulivi avrebbero agito in seguito al rifiuto dei membri della cooperativa Talita Kum di consegnare l'olio prodotto sul terreno confiscato ai componenti del gruppo criminale egemone sul territorio di Sant'Onofrio.

Altri due fermi sono stati eseguiti oggi nei confronti di due soggetti ritenuti vicini alla cosca Mancuso di Limbadi, il 23enne Antonio Campisi e il 25enne Nicola Vittorio Drommi. Per loro l'accusa è di tentata estorsione ai danni di un imprenditore attivo nella lavorazione del ferro. 

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mini carabinieriSORIANELLO - Un incendio, intorno alle 4 di stamane, ha interessato una segheria di proprietà di G.M., del luogo, situata in località Savini, nel comune di Sorianello. Il rogo ha distrutto alcune pedane in legno, custodite all'interno della segheria. I danni, al momento non quantificabili con esattezza, sono ingenti. Quasi certa, invece, l'origine dolosa del gesto. Sul posto, inoltre, non sono stati trovati segni o materiali che possano ricondurre l'accaduto ad un fatto accidentale. Immediato l'intervento dei carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, guidati dal capitano Stefano Esposito Vangone, i quali hanno già avviato le indagini per capire l'origine e, soprattutto, i motivi del gesto. 

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mini cani_randagiSERRA SAN BRUNO - Disturbati in pieno sonno dal “continuo abbaiare” di un cane randagio, hanno deciso di ripristinare la quiete notturna a colpi di fucile. Lo hanno zittito sparandogli a brucia pelo. È successo nella notte fra il 23 e 24 agosto. Autori dell’inconsulto gesto, una famiglia serrese: due coniugi (C.Z. e R.C.) ed un figlio (D.Z.). I carabinieri hanno trovato l’animale agonizzante sul manto stradale. Il meticcio, noto in paese come un cane tranquillo ed affettuoso, è stato rinvenuto questa mattina ancora agonizzante, quando ormai era troppi tardi per apportare qualsiasi cura, tanto che l’animale si è spento alcuni minuti dopo. Gli uomini dell’arma dei carabinieri di Serra San Bruno sono riusciti comunque a rintracciare i responsabili del gesto

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mini SSL20420È uno dei tanti atti incendiari che, negli ultimi mesi, hanno interessato la cittadina bruniana. L’ennesimo di una lunga serie. Nella serata di ieri, infatti, intorno alle 22 e 20 è stata data alle fiamme una Fiat Uno della Croce Rossa Italiana, parcheggiata in via Scopelliti, nel centro cittadino. L’ autovettura, nonostante l’intervento dei Vigili del Fuoco, è andata distrutta, anche se i danni maggiori si sono concetrati soprattutto all'interno. Sul posto, sono intervenuti anche gli agenti del locale commissariato di Polizia, diretti dal commissario capo, Antonio De Tommaso, i quali hanno subito avviato le indagini per cercare di capire l’origine del gesto e stabilire se si è trattato o meno di un incendio doloso. A tal proposito, si attende la perizia dei Vigili del Fuoco. Attualmente, però, c’è massimo riserbo da parte degli inquirenti, anche se i dubbi e le perplessità permangono.

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mini geometra_serraSERRA SAN BRUNO - Potrebbe essere una bravata, un'azione sconsiderata compiuta da qualche studente che, evidentemente, è molto più avvezzo ai gesti criminali che ai libri scolastici. Questa, per il momento, pare essere l'unica possibile chiave di lettura del gesto compiuto stanotte, quando ignoti hanno lasciato dei proiettili di pistola di fronte al cancello dell'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri. Il cancello è stato sigillato con della colla, mentre sul posto sono state lasciate alcune scritte con la bomboletta spray ("S.M", "muschi") che a prima vista sembrano dire poco sia sugli autori che sui destinatari dell'intimidazione.

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mini CensoreBrunoRiceviamo e pubblichiamo:

Il vice presidente della Commissione regionale antindrangheta, Bruno Censore esprime vicinanza e solidarietà al Dirigente Scolastico, al corpo docente e non docente ed agli alunni dell’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri di Serra San Bruno che questa mattina sono stati vittime di un esecrabile gesto intimidatorio che per la sua gravità è senza precedenti nella lunga storia di questa istituzione scolastica. 

“L’intimidazione ai danni dell’ITCG  di Serra San Bruno – ha detto in una nota l’esponente regionale della Commissione Antindrangheta – è indicativo del  livello di criminalità che ormai serpeggia nel territorio delle Serre Vibonesi. Nonostante rimanga alta l’attenzione investigativa e la vigilanza delle forze dell’ordine, esistono focolai di malvivenza che in modo arrogante e prepotente continuano a turbare la tranquillità della popolazione. Il fatto che tale atto si sia verificato ai danni di una scuola  che da sempre è riconosciuta come baluardo di legalità e di diffusione del sapere impone una ferma presa di posizione da parte delle istituzioni, della  società civile e di tutti i cittadini che rifiutano qualunque tipo di azione inconsulta e violenta come quella perpetrata ai danni dell’Einaudi. E’ necessario, perciò, fare subito chiarezza – ha continuato Censore. Convinto del fatto che le forze dell’ordine sapranno presto assicurare  alla giustizia i responsabili di questo orribile gesto, esprimo la mia più sincera vicinanza e solidarietà al dirigente  Tonino Ceravolo, a tutto il corpo docente e non docente, agli alunni ed alle loro famiglie  che in questo momento di profondo turbamento non devono sentirsi soli nella lotta per l’affermazione della legalità".

Reggio Calabria, 5 ottobre 2012

Bruno Censore

Vice presidente Commissione Antindrangheta

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mini foto_28Il Coordinamento Provinciale di LIbera-Associazioni Nomi e Numeri Contro le Mafie esprime preoccupazione per il gesto che vede coinvolta una scuola superiore della Città di Serra San Bruno. Il ritrovamento di tre cartucce e il gesto inqualificabile di sigillare il cancello d'ingresso alla scuola nonché la scritta minacciosa, ci preoccupano molto. Ma allo stesso tempo ci danno ulteriore forza per continuare a stare accanto ai ragazzi,agli insegnanti ed agli operatori del mondo della scuola con cui abbiamo intrapreso rapporti di collaborazione per costruire percorsi condivisi di legalità,responsabilità e corresponsabilità. Fiduciosi che il lavoro delle Forze di Polizia e della Magistratura possa fare luce sul grave fatto, siamo vicini all'Istituzione Scolastica e ci attiveremo per reagire con forza a questi gesti di violenza con i ragazzi e con quanti vorranno condividere una reazione decisa e ferma per l’accaduto.

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