mini alessandro_bozzoHa deciso di porre fine alla sua esistenza con un colpo di pistola. È morto così Alessandro Bozzo, 40enne giornalista calabrese e redattore del quotidiano regionale ‘Calabria Ora’. Un suicidio, quello di Bozzo, che ha scosso tutto il giornalismo calabrese ma, in particolar modo, gli amici di sempre. ‘Non andava più d’accordo con la vita’, questo il commento dei colleghi che, per anni, hanno lavorato fianco a fianco con Alessandro, i quali hanno parlato di un giovane ‘intelligente, informatissimo’. Uno dei migliori giornalisti calabresi, insomma. Bozzo viveva a Marano Marchesato, in provincia di Cosenza. Lascia una moglie ed una figlia piccola. Prima di suicidarsi nella sua abitazione, Alessandro ha scritto una lettera ai colleghi di Calabria Ora, scrivendo che ‘non c’era una ragione precisa per quella scelta: non ce la faceva più a vivere.
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mini nondatecelaabere'Non datecela a bere'. Sarà questo lo slogan dell' incontro - dibattito sull' invaso dell'Alaco, organizzato dal movimento 'Facciamo rumore', che si terrà nel pomeriggio di oggi, alle 17 e 30, nella sede della Fondazione Federica per la Vita Onlus in via del Pescatore a Bivona. Nonostante sia stato posto sotto sequestro, infatti, 'ancora oggi l' Alaco rifornisce le abitazioni del territorio del Vibonese'. Tra 'disinformazione' e 'leggende', dunque, verrà trattato - con chi ha fatto luce ed ha aperto la strada dell' inchiesta - il tema del bacino situato a cavallo tra le provincie di Vibo Valentia e Catanzaro. Interverranno il giornalista de 'Il Vizzarro', Sergio Pelaia, il componente dell' associazione culturale 'Il Brigante', Sergio Gambino, la giornalista e curatrice dell' inchiesta andata in onda su 'Crash', Giulia Zanfino, il presidente del Comitato civico Pro - Serre, Salvatore Albanese ed il presidente provinciale del Codacons, Claudio Cricenti.

 

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mini scoIl giornalista Bruno Vespa, per una volta tanto si decide a fare il giornalista. Indossa i panni del finto tonto e chiede imperterrito al suo ospite, il governatore Scopelliti: “Il consiglio regionale della Calabria lavora solo 14 giorni all’anno?” Lo studio di ‘Porta a Porta’, pochi minuti dopo la mezzanotte, sprofonda in un gelido silenzio. 3 secondi di scena muta. Poi Peppe Scopelliti, visibilmente in difficoltà, stringe le spalle e, da buon ‘sottoprodotto’ degli anni d’oro del Berlusconismo che fu, attacca con i soliti proseliti: “Se non possiamo finanziare le leggi, è inutile riunire il Consiglio regionale. Tuttavia, stiamo avviando una stagione di grandi riforme che ci permetterà di abbattere molti sprechi”, eccetera, eccetera. Bruno Vespa, volpone del tubo catodico, interrompe bruscamente il tortuoso giro di parole del politico reggino e non appagato affonda ancora il coltello nella piaga

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Martedì, 21 Agosto 2012 12:24

Il Pd pensa al dialogo con l' Udc

 

festa pdSERRA SAN BRUNO - Ne ha dette di cose Peppe Baldessarro, autore assieme a Gianluca Ursini, del libro sul caso Fallara, la dirigente del settore Finanze e Tributi del Comune di Reggio, morta dopo aver ingerito dell'acido muriatico. La festa del circolo locale del Pd si è aperta proprio con la presentazione del volume su quello che ha rappresentato il "modello Reggio" durante l'era Scopelliti, già sindaco della città dello Stretto e, attualmente, presidente della Regione Calabria. E nel raccontare le vicende che hanno visto come principali artefici l'attuale leader del Pdl calabrese e tanti altri dirigenti di palazzo San Giorgio, Baldessarro non ha risparmiato nessuno. Neppure il centrosinistra. E soprattutto il Partito democratico. A denunciare con forza le presunte irregolarità nella gestione economica delle case comunali, infatti, sono stati proprio due consiglieri del Pd. Il partito, però, come del resto ha affermato il giornalista de "La Repubblica", è rimasto in silenzio. Non ha "mosso un dito". Anzi, i due "coraggiosi" consiglieri, sono stati "lasciati da soli", nonostante abbiano "cercato di fare luce su una situazione senza precedenti". Oltre a Baldessarro, però, ad intervenire nel corso dell'incontro - dibattito c'era anche Gianluca Ursini, corrispondente calabrese del quotidiano "l' Unità", il quale si è soffermato sia sulle  problematiche presenti a Reggio, ma anche sulle tante opere incompiute. Presente anche Mario Valente, segretario regionale dei Giovani Democratici. "Durante l'era da sindaco - ha affermato - Scopelliti tutto ha fatto tranne che amministrare in maniera trasparente. Il modello Reggio, purtroppo, non riguarda soltanto la città dello Stretto. In questi anni si è diffuso anche nelle altre province, come Catanzaro ad esempio". L'esponente dei Gd, durante il suo intervento, ha elencato anche gli errori commessi dal centrosinistra. Errori che "non bisogna ripetere" se "vogliamo far riavvicinare la gente alla politica". Secondo Antonio Castorina, componente della segreteria nazionale dei Giovani Democratici, invece, in Calabria "c'è bisogno di una rottura rispetto al passato", considerando che il centrodestra, soprattutto a Reggio, "ha utilizzato i soldi dei contribuenti esclusivamente per fini propagandistici". A giudizio di Luigi Tassone, segretario provinciale dei Gd, l'operato di Scopelliti "si è ispirato ad un modus operandi di dubbia moralità. Ritengo, inoltre, - ha proseguito il giovane esponente politico - che nei partiti, attualmente, c'è bisogno di un codice etico, anche perchè è impensabile che tutt'oggi ci sia qualcuno che ha stretti contatti con la criminalità organizzata". Raffaele Pisani, componente del direttivo locale del Pd, ha ritenuto che il modello Reggio, ormai, è "tristemente noto alla cronaca giudiziaria ma ancora fortemente nebuloso nel sentire collettivo". Critiche alla gestione di Scopelliti sono arrivate anche da Rosanna Federico, consigliere comunale del Pd. A moderare il tutto, invece, ci ha pensato il coordinatore locale dei democrat, Paolo Reitano. Sabato, invece, si è tenuto un altro dibattito, dal titolo: “L’appennino calabrese: risorsa per lo sviluppo della Regione”. Ha introdotto i lavori il giornalista Gregorio Corigliano. Presenti, inoltre, il consigliere regionale del Pd, Bruno Censore, il capogruppo dell’Udc a palazzo Campanella, Alfonso Dattolo ed il dirigente del Partito democratico, Domenico Dominelli. La presenza del centrista al convegno promosso dal Pd non è stata una pura casualità. In Calabria, infatti, si è già riscontrato un certo feeling tra il Pd e l’ Udc. Feeling confermato tra l’altro dallo stesso Censore che, nel corso del suo intervento, pur precisando che ad oggi "è difficile tracciare una linea di demarcazione tra centrodestra e centrosinistra", ha però dichiarato che, con l’Udc, "vogliamo aprire un confronto su tematiche che interessano a tutta la collettività".

(articolo pubblicato su Calabria Ora)

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iniziativa pdSERRA SAN BRUNO - Sarà Peppe Baldessarro, giornalista del «Quotidiano» e collaboratore de «La Repubblica», ad aprire la due giorni di festa che il circolo locale del Pd ha organizzato per il 17 ed il 18 agosto, in piazza Monumento. Venerdì prossimo, in particolare, Baldessarro presenterà il suo libro sul Caso Fallara, la dirigente del Comune di Reggio morta due anni fa dopo aver ingerito dell'acido muriatico. Oltre al noto giornalista, interverranno anche Luigi Tassone, segretario provinciale dei Giovani Democratici, Raffaele Pisani, componente del direttivo locale del Pd, Rosanna Federico, consigliere comunale, Mario Valente, segretario regionale Gd e Antonino Castorina, della segreteria nazionale Gd. Modererà il dibattito Paolo Reitano, coordinatore locale dei democrat. Ci sarà, inoltre, la partecipazione di dirigenti e iscritti del Pd e dei Gd. Il 18 agosto, invece, alle ore 19 e 30 è previsto un altro dibattito, dal titolo: «L' appennino calabrese: risorsa per lo sviluppo della regione». Introdurrà il tutto Domenico Dominelli, dirigente locale del Partito democratico, già assessore provinciale. Interverranno: Ferdinando Aiello, consigliere regionale di Sel, Bruno Censore, consigliere regionale del Partito democratico e Alfonso Dattolo, capogruppo dell'Udc a palazzo Campanella. Modera il giornalista Gregorio Corigliano. Nella mattinata di sabato, intanto, i vertici locali del Pd hanno incontrato la stampa, spiegando in sintesi qual è il senso dell'iniziativa. Secondo Paolo Reitano «è necessario diffondere la cultura della legalità, dell'etica e della morale, soprattutto tra i giovani». Dominelli, invece, si è soffermato in particolare sulle tante difficoltà che sta attraversando il nostro territorio e sul ruolo che la politica dovrebbe assumere per «riacquistare quella credibilità persa negli ultimi anni». Maria Rosaria Franzè, dal canto suo, è convinta che il Pd serrese sia un «circolo attivo» che sta «lavorando per il rilancio dell'intero del territorio». A giudizio di Rosanna Federico, rappresentante democrat nell'assise cittadina, in questo momento è quanto mai «doveroso» occuparsi di temi quali la «legalità» e tutti quei principi sui quali il Pd intende «investire» e «portare avanti».  Luigi Tassone, infine, ha evidenziato il ruolo dei Giovani Democratici, soprattutto a livello locale, annunciando altresì che in autunno si terrà il congresso della giovanile del Pd, che avrà il compito di individuare i quadri dirigenti.

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mini mautausenPer la ricorrenza della “giornata della memoria”, nell’Aula magna dell’Istituto d’Istruzione superiore “Luigi Einaudi” di Serra San Bruno, è stato presentato il film-documentario “Mio padre nel lager”, diretto da Enzo Carone, con immagini a colori di straordinario valore sui lager nazisti girate dagli americani a 5 giorni dalla liberazione, tratto dal libro “1943-1945, Mio padre nel lager”, scritto da Antonio Pugliese, che ricostruisce la terribile e indescrivibile esperienza di Giuseppe Pugliese (padre dell’autore), sopravvissuto allo sterminio nazista e originario di Drapia. La testimonianza è integrata da un documento inedito di grandissimo valore storico oltre che umano, scritto da un giornalista russo, Costantino Simonov, ufficiale dell’esercito russo e corrispondente della testata “Stella Rossa”. Erano presenti alla proiezione, oltre al Dirigente scolastico Tonino Ceravolo, l’autore del libro, il prof. Antonio Pugliese (Università degli Studi di Messina) e il regista Enzo Carone.

Dal settembre 1943 (quando viene firmato l’armistizio con gli alleati) all’aprile 1945: un tempo infinito, un viaggio nell’inferno dei lager nazisti. A raccontarlo Giuseppe Pugliese, sopravvissuto a quella terribile prova, a oltre sessant’anni, che il figlio Antonio (Università degli Studi di Messina) ha raccolto in un libro “1943-1945, Mio padre nel lager” (Armando Siciliano Editore) con prefazione di Saverio Di Bella (docente di Storia Moderna, Università di Messina). Dopo essersi arruolato volontariamente il 5 ottobre 1941 nell’arma dei Carabinieri, mandato poi in Grecia, il protagonista, il 24 agosto, insieme ai suoi compagni, riceve l’ordine di rientrare in Italia. Ma il viaggio di ritorno (dopo l’armistizio, 8 settembre) subisce una drammatica deviazione, e si ritrova, insieme ad altri 200 carabinieri, in Germania a Strauberg, famosa città per le fabbriche di munizioni e aerei da caccia. A rendere ancora più infernale questo racconto, un documento inedito dattiloscritto in versione originale di un giornalista russo, Costantino Simonov, della testata “Stella Rossa”, che Pugliese ha incontrato quando la guerra era conclusa, nel campo di Luckenwalde.    

“Il campo dello sterminio” di Costantino Simonov è una testimonianza che fa rabbrividire per il resoconto dettagliato della fabbrica della morte organizzata dai nazisti con spietatezza inaudita. Simonov così esordisce: “Ciò che mi accingo a scrivere è troppo enorme e terribile perché mente umana possa abbracciarlo per intero”. Insieme al documento del giornalista russo il Pugliese ha custodito, sempre in versione originale, un supplemento all’Ordine del giorno fatto dal Comando italiano nell’agosto del ’45, avuto prima di rientrare in Italia, effettuato dal generale Magliaro, sulla base del racconto di due italiani sopravvissuti al massacro che i tedeschi hanno compiuto a Treubrientzen, che avvenne la sera del 21 aprile in esecuzione degli ordini del fuhrer.

Nicola Rombolà

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mini mastro_bruno_pelaggiAndrà in onda stasera alle 21 su Telejonio, e domani in replica alle 14,30, uno speciale interamente dedicato al poeta serrese Mastro Bruno Pelaggi, di cui quest'anno ricorre il Centenario della morte. La trasmissione, condotta dal giornalista Bruno Vellone, vedrà la partecipazione dello studioso e scrittore Tonino Ceravolo, del giornalista Sergio Pelaia, di Salvatore Albanese (attivista dell'associazione culturale Il Brigante, sodalizio che ha organizzato una due giorni di spettacoli e dibattiti proprio il 6 gennaio, data del Centenario, in collaborazione con Il Vizzarro.it), di Salvatore Costa (attore, attivista del Brigante), e del musicista Michele Vinci, che ha eseguito un brano del suo disco con cui ha messo in musica i versi di Mastro Bruno. Nel corso del programma, oltre a discutere e ad approfondire la figura del poeta dal punto di vista personale, storico e letterario, sono state recitate alcune tra le sue più note liriche, si è discusso della disarmante attualità della poesia di protesta di Mastro Bruno e della necessità di arrivare alla pubblicazione di un'edizione critica delle sue opere attraverso un'attenta analisi delle fonti.

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