giovanni pupoIl cadavere di Nicole Pupo, 29 anni, infermiera, madre di due bambini, è stato rinvenuto, alcuni giorni fa, in un bosco in Germania alla periferia di Nünschweiler, piccolo comune di poco più di 750 abitanti del landkreis della Renania-Palatinato a pochi chilometri dal confine con la Francia. Uccisa e seppellita secondo un piano diabolico su cui ora gli agenti della polizei stanno cercando di fare luce.

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piecuriedhuPrima dell’introduzione del calendario gregoriano, nel giorno della natività di San Giovanni Battista, si celebrava l’arrivo della stagione estiva. La notte del solstizio d’estate (23 e 24 giugno) è la più corta dell’anno e ci introduce di conseguenza al giorno più lungo in termini di luce.

Oltre alla celebrazione di San Giovanni, nella concezione pagana, questa notte viene ricordata anche come la notte del raduno delle streghe intorno all’albero di noci, pianta prediletta per compiere sortilegi. Persino i contadini in passato facevano crescere il noce lontano dalle altre piante pensando che lo stesso avesse una natura quasi velenosa.
Lo strano connubio tra sacro e profano è un mistero per la tradizione ma rappresenta anche il disvelamento di un’antitesi che in passato si traduceva con l’unione di due opposte polarità, ossia quella che in età precristiana si credeva fosse lo sposalizio tra il Sole e la Luna.
A livello astrale, il Sole, che rappresenta il fuoco divino, entra nella costellazione del Cancro, simbolo dell’Acqua, dominato dalla Luna. Non a caso, alcuni degli attributi iconografici del Battista sono il Fuoco e l’Acqua.

Il 24 giugno appunto, giorno in cui si festeggia uno dei più importanti santi della cristianità, i serresi si avviano nella campagna circostante alla ricerca dei malli di noci utili alla preparazione del Nocino di San Giovanni. Questa singolare bevanda, diffusa un po’ su tutto lo Stivale, nella fase preliminare si prepara con le noci non ancora mature, che conservate nell’alcool proprio nel giorno di San Giovanni, vengono lasciate maturare per diversi mesi prima che il Nocino sia pronto per essere gustato. Durante il solstizio d’estate, la guazza presente sulle piante si pensava avesse un potere particolare tanto da preservare dalle malattie. Infatti, in Campania, il Nocino preparato con i malli raccolti durante la notte di San Giovanni viene chiamato “a merecina” (la medicina).

Gli abitanti di Serra San Bruno sono particolarmente legati a questo giorno anche per motivi storici. Il 24 giugno del 1084, San Bruno, alle porte di Grenoble, fondava la Grande Chartreuse, casa madre dell’ordine dei certosini. Nel periodo che va dalla fondazione della Certosa francese fino all’arrivo a Serra, Brunone di Colonia viene chiamato a Roma da Papa Urbano II (suo allievo) del quale diviene guida spirituale. Quando Urbano II è costretto a riparare nel meridione d’Italia a causa dell’invasione dei territori pontifici da parte di Enrico IV, a Brunone di Colonia viene offerta la possibilità di diventare arcivescovo. Lo stesso, non completamente nelle corde del sistema ecclesiastico, rifiuta di indossare la mitra per dedicarsi alla vita eremitica e contemplativa. Così, nel 1091, giunto nei territori della Torre (attuale Serra San Bruno) Brunone dimostra la sua profonda devozione nei confronti del Battista menando vita eremitica come lo stesso fece nel deserto. La data di fondazione della Grande Chartreuse e la vita eremitica di Brunone giustificano dunque il protettorato di San Giovanni nei confronti dell’Ordine Certosino.
La chiesa matrice di Serra (ossia madre di tutte le chiese) è stata la prima eretta dalla popolazione, durante la nascita del centro urbano, che di una costruzione in legno fece il proprio luogo di culto. Ma in realtà, la prima vera chiesa sorta in muratura nella cittadina fu quella di San Giovanni, (divenuta chiesa dell’Assunta in Terravecchia con la nascita dell’omonima Confraternita). Nella stessa, il visitatore non mancherà di imbattersi nelle bellissima tela dedicata al Battista e conservata proprio a sinistra dello splendido altare maggiore e nella statua lignea di manifattura serrese che oggi viene esposta all’adorazione dei fedeli.

Durante questa festività, parenti e amici concordavano il cosiddetto “San Gianni”, ossia l’accordo orale durante il quale avveniva la scelta del padrino e della madrina per i propri figli. Questa forma di unione deriva appunto dal Battesimo che il Battista officiò nei confronti di Gesù nel fiume Giordano. In particolare le donne, per il “San Gianni”, donavano alla prescelta un vaso pieno di fiori e una stoffa dalla quale la futura madrina ne avrebbe ricavato una camicia o altro, abito che sarebbe divenuto simbolo dell’unione delle due famiglie.
Fino al non lontano 1965, era tradizione per il seggio priorale della chiesa dell’Assunta portare in processione per le vie del paese il cosiddetto “piecuriedhu” (agnello), statua lignea anch’essa di manifattura serrese. I confratelli dell’Assunta, con a capo il priore e al seguito degli zampognari, portavano in processione “lu piecuriedhu” nelle case dei serresi in segno di benedizione. Una sorta di prelazione era riservata alle promesse spose, che prima di ogni altro ricevevano l’Agnus Dei. A benedizione avvenuta “allu piecuredhu” veniva lasciata un’offerta. Le famiglie più abbienti ma non solo, davano in dono dei monili piuttosto preziosi, che col tempo vennero applicati alla statua e ancora oggi la decorano seppure molti sono andati perduti.

Nel 1965, durante il mandato del priore pro-tempore Luciano Cordiano, la tradizionale processione “di lu piecuriedhu” viene dallo stesso abolita perché ritenuto di matrice pagana l’atto di adorazione di un animale. In realtà, i fedeli col rito processionale dell’agnello ligneo, non partecipavano affatto ad un rito paganeggiante, tutt’altro, dato che l’Agnello di Dio non è altro che la rappresentazione più prossima a Gesù nonché il principale riconoscimento iconografico del Battista che predisse l’arrivo del Messia.Secondo i fedeli, l’abolizione della processione “di lu piecuriedhu” da parte del priore pro-tempore, deriverebbe da un fattore prettamente sociale. Il priore Cordiano, proveniente da una delle famiglie più abbienti della cittadina, si sarebbe rifiutato di portare in processione l’effige sacra, provando vergogna a partecipare all’atto caritatevole dei fedeli.
Se la seconda ipotesi abbia una matrice di verità non lo sapremo mai… ma, in fondo, come si dice, “Vox populi vox Dei!”.

Foto di Bruno Tripodi, pubblicazione Assumpta est

 

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schiavello donNel salotto di ‘On the news’, sabato 17 maggio a partire dalle ore 10.00, direttamente sulle frequenze di RS98, ospite in studio Don Vincenzo Schiavello, ordinato sacerdote lo scorso 3 maggio.

Don Vincenzo racconterà, ai microfoni della trasmissione condotta da Antonio Zaffino e Francesca Onda, la sua vocazione ed il suo percorso di fede, la grande emozione provata il giorno dell'ordinazione, la gioia e la vicinanza espressa da tutti i serresi.

Segui la puntata anche in streaming all'indirizzo: http://tunein.com/radio/Radio-Serra-RS-980-s3103/

 

 

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bambinello brognaturoBiondo, riccio e paffutello. La statua del Bambin Gesù di Brognaturo e la sua tanto attesa benedizione notturna sono divenuti di nuovo oggetto di discussione nel piccolo borgo dell’entroterra vibonese. Come tradizione vuole, nel cuore della prima notte dell’anno, in barba a qualsiasi intemperie meteorologica – anche sotto la pioggia battente e nel gelo dei più rigidi inverni – dall’altare, la statua del Bambinello, in mano al parroco del paese, faceva puntualmente capolino nelle case dei brognaturesi illuminate a giorno per l’occasione. Una suggestiva processione che, allietata dal suono delle zampogne, vagava fra le porte del paese per portare ovunque la tanto agognata consacrazione divina, utile a redimere e proteggere le abitazione ed i rispettivi abitanti.

Secondo quanto riportato nel Vangelo di Luca, il parroco - una volta varcato l’uscio - al cospetto di tutta la famiglia alloggiata, proferiva il consueto auspicio: «Pace a questa casa», per poi impartire la santa benedizione. Una tradizione che durava forse da secoli, ma che ha ricevuto nel tempo qualche “leggera” variazione. Infatti, tanto scalpore aveva già suscitato all’inizio del 2012, la dura presa di posizione dell’ex parroco di Brognaturo don Alessandro Iannuzzi (poi destinato ad altra sede in seguito alle note e concitate vicissitudini) che si era rifiutato di assecondare le aspettative dei fedeli più avvezzi al rito, decidendo di effettuare la benedizione itinerante - non più durante la notte del primo dell’anno - ma, piuttosto, nella mattinata del giorno successivo. Scelta che naturalmente aveva sollevato un polverone inaudito, non condivisa da molti cittadini pronti a difendere a tutti i costi una storica tradizione di Brognaturo. Un rito che da anni si tramandava di generazione in generazione, fino a radicarsi non solo nell’animo dei più fedeli, diventando quindi patrimonio di tutta la collettività.

Anche quest’anno la statua di Gesù Bambino non ha fatto visita alle case dei brognaturesi durante la notte dell’1 gennaio, ciò nonostante di recente don Alessandro fosse stato sostituito con il serrese don Gerardo Letizia (inviato in missione pastorale proprio a Brognaturo dall’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone). Allora, come di consueto, il paese si è rapidamente spaccato in due: da una parte i fedeli addolorati dal mancato rispetto della tradizione e che anche quest’anno avrebbero tanto desiderato inchinarsi a baciare la scarpetta bianca del Bambinello in piena notte, dall’altra i “progressisti” – tacciati di blasfemia – che invece parlano di un rito ormai obsoleto di cui non se ne sente più la ragione. Secondo quest’ultimi, infatti, la visita di Gesù Bambino alle prime luci dell’alba dell’1 di gennaio era dovuta al fatto che in passato gran parte dei soggetti appartenenti alla comunità locale - peculiarmente dedita all’agricoltura e alla pastorizia - proprio a causa dell'attvità svolta, erano costretti a recarsi nei campi di buon’ora, sfruttando le primissime luci dell’alba per iniziare la dura e lunga giornata di lavoro che si consumava presto tra semina e raccolto, pascolo e mungitura del bestiame, fino alla produzione dei formaggi. Nessuno di conseguenza poteva permettersi di iniziare a lavorare tardi. Spesso a riversarsi nelle campagne, anche prima dell’alba – sostengono i più informati - erano interi nuclei familiari, ecco perché diventava una comodità ricevere la statua del Bambinello nelle ore notturne. Una decisione utile anche per il parroco che preservava così la possibilità di trovare tutti in casa, non rinunciando ai lauti doni e alle cospicue offerte che la generosa cittadinanza di Brognaturo offriva in cambio della benedizione domestica. Secondo, quindi, i meno feticisti della tradizione, oggi non ci sarebbe alcuna necessità di mantenere il rituale della visita notturna.

La controparte - quella che vorrebbe ricevere parroco e Bambinello alle ore piccole - però non desiste. Infatti, al di là della funzionalità o meno delle tradizioni, soffermandosi sull’accaduto, in molti sentenziano: «Quest’anno è stato un triste risveglio, soprattutto per i giovani che avrebbero tanto bisogno di avvicinarsi a Dio e che dopo il tradizionale cenone di fine anno, consumato con i propri cari, hanno preferito divertirsi in luoghi di perdizione e di spregiudicata trasgressione».

Insomma una diatriba assai difficile da sbrogliare, per quella che senza ombra di dubbio – a torto o a ragione – rimane la comunità più passionale di tutto il Vibonese.

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Venerdì, 08 Novembre 2013 13:27

Rosarno sola andata. Un'emergenza 'normale'

mini rosarno_Cdc_7Nella Piana di Gioia Tauro sembra tutto normale. Tutto tranquillo, all'apparenza. Come ogni anno, l'estate si dilata e le temperature rimangono più che gradevoli fino ad autunno inoltrato. Come ogni anno, gli alberi che si riempiono di frutti colorano di verde e di arancio le pianure vaste e fertili che circondano i centri abitati. E come ogni anno, ci si prepara alla stagione del raccolto. Fin da settembre, però, è chiaro che c'è qualcosa di diverso rispetto al passato. Si è detto e scritto tante volte che qui, dopo la rivolta e gli scontri del gennaio 2010, non è cambiato nulla, che tutto è rimasto come prima, ma ciò è vero solo in parte. È cambiato molto negli atteggiamenti dei cittadini del posto e dei migranti. Il precedente fa paura, induce tutti alla prudenza. 
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Lunedì, 28 Ottobre 2013 13:55

Serra, celebrati i funerali di Silvana Ricca

 

mini silvanariccaSERRA SAN BRUNO – Commozione e tanti fiori. I funerali di Silvana Ricca, la 55enne deceduta all’alba di lunedì scorso a causa di un presunto caso di malasanità per il quale indaga la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, si sono celebrati ieri pomeriggio nella Chiesa Matrice. Quella “madre di tutte le chiese” che ha accolto in grembo una figlia sfortunata, dal destino beffardo e crudele e che, nella penombra dell’Eucaristia, ha soffocato il singhiozzo dei pochi che di Silvana Ricca ne hanno conosciuto la storia e la profonda umanità. La signora Silvana era catanzarese e per quell’equivoco della ragione che si chiama amore, si era trasferita nella cittadina della Certosa, dando alla luce due figli. Ma la sua vita, sin dalla giovinezza, fu segnata dall’insulto di quella malattia che, prende compagne di giochi e restituisce incubi e fantasmi. Così, per un fragile vascello come lei, affrontare la burrasca della vita fu terribile, ogni giorno il peso dell’anima, ogni giorno un nuovo giorno da buttare nella pattumiera. Poi la svolta ed un bagliore di luce. 

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mini 1001362_419164148201238_702664345_nRiceviamo e pubblichiamo
 
 
Sono arrivati in Italia per la prima volta, destinazione Calabria; sono giornalisti, scrittori, fotografi, blogger e imprenditori norvegesi in vacanza qui, nel basso jonio cosentino, alcuni con intere famiglie, accompagnati in questa esperienza da Lise Loset e dai fratelli Diletto di Scala Coeli.
Grazie ad internet hanno potuto apprezzare le bellezze dei nostri luoghi e la natura incontaminata, ma anche conoscere le nostre attività in difesa e per la valorizzazione del territorio, come ad esempio la vicenda della discarica di Scala Coeli.
Bisogna sapere, anche per intendere meglio la nostra arretratezza, che il nord Europa è, in questi tempi, "a caccia di rifiuti", mentre il Sud Italia è in una crisi sistemica che dura da decenni...
Anche per questo motivo, il nostro lieto incontro rappresenta una duplice opportunità:
da una parte il confronto con una cultura maestra per quanto riguarda la tutela e la salvaguardia dell'ambiente, dall'altra un'occasione per far percepire concretamente, ai fratelli Norvegesi, quello che finora hanno potuto ammirare solo tramite il tam tam su web.
Ci sentiamo quindi felici e onorati di guidarli, con l'aiuto della Coop. Le Nove torri, nei luoghi che furono dei Greci, dei Brettii, dei Romani e, nel Medioevo, anche delle truppe Normanne, con a capo Roberto il Guiscardo, il quale, nominato Duca delle Calabrie, proprio a Cariati il 1100 d.c, rinnovò il sistema amministrativo, dando vita alle autonomie locali. Dopo quasi mille anni, dunque, ritornano i Normanni......
Di Roberto il Guiscardo, grazie al lavoro del Prof. Armando Taliano Grasso (Il Parco Archeologico di Cariati e Terravecchia , Storia e Archeologia di un territorio, edizioni TS) apprendiamo che "si diresse verso Cariati assediata dove la maggior parte della cavalleria a lui fedele, precedentemente lì lasciata, era rimasta. La popolazione di Cariati, spaventata dal ritorno del condottiero, non essendo in grado di opporglisi, si arrese e gli consegnò la città. Questa gente per prima lo acclama Duca e lo saluta come Duca delle Calabrie. Di qui egli muove verso altri luoghi. Allora la potente Rossano, Cosenza forte in armi, e ancora la pulente Gerace gli si sottomettono. E si rende a lui soggetta tutta la Calabria".
I nostri ospiti hanno preannunciato che questi giorni in Calabria serviranno per creare un reportage che verrà prodotto da una tv norvegese, e non solo: c'è chi ha intenzione di scrivere dei nostri luoghi, chi ha intenzione di comprare nei nostri centri storici abbandonati, chi ha intenzione di promuovere e commercializzare i nostri prodotti tipici.Nel mese di Dicembre ritorneranno ancora più numerosi.
 
Ecco il programma stilato.
 
Scala Coeli I NORVEGESI IN CALABRIA
Sui Passi del Guiscardo
Programma. 
Giorno 25 Luglio
Accoglienza al locale "La Liquirizia" con tutti i vichinghi norvegesi.
 
Giorno 26 Luglio
GIORNATA IN SILA: appuntamento con il nostro Zu Iennaru Iemboli, il guardiano della Valle del Niká, che ci dimostrerà come si produce il formaggio scalese, la "sciuncata", la ricotta e la mozzarella. In seguito pic-nic a base di carne alla griglia e vino biologico. Ore 16, visita al Parco Nazionale della Sila.
 
Giorno 27 Luglio
dalle 16:30 in poi
VISITA GUIDATA
Visita al "Bastione degli Spinelli", alla città fortificata di Prujia e al sito della tomba Brettia dove tra gli ulivi secolari ammireremo il tramonto. Si proseguirà in loc. Santa Maria, presso l'azienda agrituristica biologica "Il Maresciallo". La serata si concluderà nel borgo medievale di Cariati. 
 
Giorno 28 Luglio
Cibo, vino e musica dal vivo e lezioni di tarantelle col Maestro Francesco Nicastro.
 
Giorno 29 Luglio
Scala Coeli: il benvenuto I Vichinghi della pluripremiata banda musicale Giuseppe Verdi
 
Giorno 30 Luglio
Ore 10:00
Visita Guidata al museo della"Liquirizia".
Ore 12:00 Acquapark Odissea 2000
Ore 20:00 Cariati.
Località San Cataldo, in prossimità del Ristorante "Il Veliero", sulla riva del mare con ospiti d'eccezione come il maestro della chitarra battente Cataldo Perri.
 
Giorno 31 Luglio
Giornata al mare presso il lido " Il Valentino" . Rientro a Scala Coeli in serata con cena tipica.
 
 
Lelampare bjc
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mini rifiuti400 mila euro al giorno per liberare parte della nostra regione dai rifiuti. È questo quanto stabilito dal decreto di urgenza sottoscritto dal governato Giuseppe Scopelliti sulla base di uno schema di accordo fra Calabria e Toscana. Un provvedimento tardivo che arriva dopo ben quaranta giorni di trattativa e sette mesi di stallo legati in particolar modo all’inefficienza della discarica di Pianopoli, ormai completamente satura (oltre 30mila tonnellate di spazzatura). 
Secondo lo stesso decreto, ogni giorno, 400 tonnellate di rifiuti non triturati partiranno dalla nostra regione verso le discariche degli Ato toscani Costa e Sud. Una cura palliativa per il disastro ambientale che assilla la Calabria ormai da tempo e che servirebbe a rendere la regione presentabile agli occhi dei turisti, non è infatti una coincidenza che questo provvedimento arrivi proprio alla vigilia della bella stagione.
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mini massimo_lampasiSERRA SAN BRUNO - Sembra essersi volatilizzato. Svanito nel nulla. Sono trascorsi più di tre mesi. Ancora oggi, però, di Massimo Lampasi, il giovane scomparso la sera del 24 febbraio scorso, non ci sono tracce. E le voci incessanti sulla sorte del 25enne si susseguono giorno dopo giorno. C’è chi parla di un caso di lupara bianca. Così come c’è chi non esclude del tutto l’allontanamento volontario. La famiglia di Massimo, però, è in angoscia. Non si da pace. La tensione è palpabile. Il padre, le sorelle, il fratello e la compagna attendono con trepidazione l’evolversi della vicenda. Ovviamente, non si esclude che a Massimo possa essere accaduto qualcosa di grave. Come si ricorderà, del giovane padre di una bimba di pochi mesi, si sono perse le tracce domenica 24 febbraio, quando Massimo si sarebbe allontanato da casa, senza portare con sé però il telefono cellulare, dicendo alla convivente che sarebbe andato a comprare le sigarette.
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mini ospedale serraSERRA SAN BRUNO – Che il presidio ospedaliero 'San Bruno', dopo il pesante ridimensionamento del piano sanitario di rientro, sia ridotto all’osso è chiaro a tutti. Cosi com’è abbastanza chiaro che la colpa della scure sanitaria sull’ospedale serrese è da rinvenire nella malapolitica dei comportamenti antisociali del centrosinistra calabrese prima e successivamente del centrodestra. Ma ora, alle carenze di strutture e di mezzi - ne è esempio l’unica ambulanza a disposizione per un bacino di utenza di circa trentamila persone che è puntualmente assente per altri interventi quanto capita una urgenza - sono da aggiungersi anche i turni piuttosto pesanti a cui vengono sottoposti molti lavoratori a causa della carenza di personale.

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