mini fotoSERRA SAN BRUNO - Inizia male e si conclude peggio il sedicesimo Consiglio comunale della poco prosperosa era Rosi, con lo stesso Sindaco in evidente difficoltà, incollato al cellulare per chiedere “l’aiuto da casa” ed una maggioranza che alla fine sarà anche incapace di mantenere il numero legale determinando così il rinvio degli ultimi 2 punti all’ordine del giorno: una manovra voluta e pilotata che causerà le ire di qualcuno fra il pubblico.

Ma andiamo per gradi. Col primo punto all’ordine del giorno si approvano i verbali del Consiglio precedente. Si passa poi al vero nodo della seduta: il Rendiconto di Gestione dell’esercizio Finanziario 2012. Nello schema emergono diverse incongruenze fra quanto approvato dalla Giunta e quanto invece riportato nella relazione firmata dal Revisore dei Conti

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mini egizianiRiceviamo e pubblichiamo: Ieri è stata domenica. Apparentemente una domenica come le altre, ma non per noi dell’Agriturismo Fondo dei Baroni. Siamo un gruppo di lavoro molto affiatato, amici veri. Personalmente ho impiegato anni a creare questo ambiente di lavoro sereno e professionale, mirato ad arricchire quella parte di Calabria che sa di potercela fare al di fuori degli schemi convenzionali di corruttela e sottogoverno. Ho coltivato, giorno dopo giorno, in chi mi sta accanto la passione per il lavoro, l’etica, il rispetto delle persone e dell’ambiente.
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mini cundariDaniel Cundari è nato nel 1983 a Rogliano (Cuti), in Calabria. Scrive la sua opera in italiano, spagnolo e dialetto calabrese. Ha studiato Lettere a Siena e Relazioni Internazionali a Granada, in Andalusia,  dove si è formato artisticamente. Ha partecipato a vari eventi in Spagna, Germania, Italia, Polonia, Francia, Principato di Monaco. È autore di Cacagliùsi/Balbuzienti (Roma, 2006, edizione bilingue a cura di Pasquino Crupi e Dante Maffìa), Il dolore dell’acqua (Roma, 2007, a cura di Mario Specchio), Geografía feroz (Granada, 2011, a cura di Alejandro Pedregosa e Trinidad Gan). Per quest’ultimo libro gli è stato assegnato da Antonio Carvajal il ‘Premio Genil de Literatura’ solitamente destinato ad artisti iberici. Sempre in spagnolo, ha pubblicato i Quaderni Prótesis del alma (Granada, 2008, a cura di Marta Badia e Ángel Talián) e  Poemas para delinquir (Granada, 2011, a cura di Daniel Vázquez Barros). Nel 2009 è stato il poeta straniero più giovane ospite della Cátedra Federico García Lorca. Ha tradotto dall’italiano allo spagnolo tutte le poesie di Gesualdo Bufalino e in dialetto calabrese molti autori, da Kavafis ad Aleixandre, da Alberti a Mandelstam, da Mi?osz a Cirlot. Dirige Lupi sul balcone, un blog di recensioni paesaggistiche sui classici della letteratura contemporanea. Nel 2013 è uscita la sua prima opera di narrativa, Istruzioni per distruggere il vento (Rubbettino). 
 
Quando arrivò per la prima volta nella sede dell’Associazione Il Brigante, a presentare il suo ultimo lavoro, tra le mani teneva un grosso scatolo di cartone, di quegli scatoli che si usano quando si viaggia, legati con quel nastro marrone, o come si faceva nei treni per le valigie con lo spago, quello dei salami. Pensai naturalmente a copie del volume, portate per dare la possibilità a chi volesse di acquistarne una copia. Lui, corvino, sorridente, mediterraneo coi suoi modi gioviali diventa subito il centro dell’attenzione di tutti, me per primo. Mi ricordava quei giovani visti nelle stazioni, sugli espressi Palermo Torino che passavano, scortando la famiglia a seguito, nei corridoi dei treni, con quelle valigie che profumavano di mortadella. “Piacere Daniel”-“Piacere mio…” la cosa che un po’ mi lasciò perplesso fu l’effettivo odore di “mortadella” provenire dal suo fagotto. Aperto lo scatolo, infatti, invece dei libri, c’erano salami e formaggi, vino del Savuto e “vino tinto”. La presentazione del volume diventa una festa, tra le sue poesie in  dialetto roglianese e i suoi versi in spagnolo, suoni vocali che ricordano e fondono assieme tarantella e flamenco. “Istruzioni per distruggere il vento è una narrazione autobiografica che spazia tra la Calabia e la Spagna, che descrive in particolari minimali ma molto indicativi nell’identificazione culturale delle due regioni. Due Sud d’Europa confrontati e vissuti contemporaneamente, esaltati nella loro bellezza e nelle loro contraddizioni nei suoi versi d’amore e di protesta. 
“Che brucino tra le vampe del dimenticatoio Plotino, Stazio, Filostrato e Pausania. Se ne avessi il coraggio, arderei assieme alla folta barba di Cassiodoro, alle ballerine ostrogote di Teodorico e alla Biblioteca del Vivarium. Forse i Bronzi di Riace sono soltanto una coppia di statue bronzee raffiorate per caso da un mare ellenico, i capitelle dorici un qualsiasi souvenir da incollare al primo turista venuto da un eldorado fatato e Pitagora un povero ubriaco che sbarcò fortuitamente sulle agentate spiagge di Crotone. Davoli, Zungri, Botricello, i vigneti indaco di Cirò. Sa, anch’io ho creduto nello strenuo coraggio di Tommaso Campanella, “Io nacqui a debellar tre mali estremi, tirannide, sofismi, ipocrisia”, anch’io ho occhi capaci di guardare in quelli dei miei conterranei che si fanno il mazzo grande quanto il Colosseo ogni giorno nei campi, nelle pompe di benzina, nei macelli, fra i ventilatori delle ricevitorie, dietro le specchiere delle anagrafi dei municipi, nelle cliniche per i malati terminali, sui telefoni dei call-center”.
Punzecchiare Daniel, con un’intervista fattagli via mail dopo aver letto il suo libro, che consiglio, è stato un piacere, è stato un piacere ascoltarlo recitare, e sia il suo vino e sia i salami di Rogliano, che come un mago ha estratto dal suo cilindro di cartone, erano davvero buoni. 
Un Brigante che scrive in spagnolo. Neo brigantaggio filo borbonico?
Contadino della penna. Scrivo per arare il mio cuore. Non faccio altro che salvare qualche germoglio da una terra infestata dai parassiti. Ma il vero contadino è sempre un brigante, un poeta.
Pesa più la zappa o la penna?
La zappa non pesa al contadino, così come la penna non dovrebbe pesare a chi scrive. Il mestiere di scrivere è una cosa seria, ma con l’informazione indifferenziata che domina la nostra società ormai non riusciamo a distinguere nemmeno uno scribacchino da uno scrittore. Ahi! Forse mi sono tirato la penna sui piedi…
Allora, in questa metafora, dove la zappa è la penna, la Terra come la rappresenteresti?
La terra è rappresentata dalla lingua e da molte cose che ho vissuto e che si trovano nei miei libri. Una terra cangiante, fatta di attimi, conquiste, sconfitte. Terra reale e mitica. La civiltà contadina, in ogni modo, è sempre presente nei miei scritti in senso nostalgico e allucinato.
Neruda o Costabile?
Neruda e Costabile, naturalmente. Io salvo sempre i poeti. Ho un debole per Residenza sulla terra di Neruda e per il Cile in generale: Roberto Bolaño, Nicanor Parra, Raúl Zurita. Franco Costabile, nonostante la sordità dei suoi conterranei, è il vero cantore del Meridione, ancor più di Rocco Scotellaro. Di quel nostro sud, "mezzogiorno potente di cicale..."
Tarantella
Y es que yo no sè.
Y s que yo no puedo.
Y es que yo no quiero
Y es que hay que morir
                   un poco
para seguir viviendo.
......mi parli di questa tarantella?
È una poesia di Geografía feroz, un libro che pubblicai a Granada grazie all’interesse di Antonio Carvajal, il “miglior fabbro” della poesia spagnola. La Tarantella di quel periodo sfidava il Flamenco che ormai aveva invaso il mio immaginario poetico. La mia poesia si nutre molto del sottobosco artistico. Spesso lasciavo la città per salire tra le cuevas e rapinare gli accenti ai cantaores. Per nostalgia, volevo trasportare un po’ della mia infanzia sui declivi del Sacromonte. Penso che il risultato sia affascinante.  
Perchè distruggere il vento?
Perché distruggere il vento è impossibile quanto realizzare un sogno.
E il tuo sogno impossibile?
Che qualcuno un giorno possa comprendere ciò che ho scritto. Non necessariamente nel futuro.
E quello possibile?
Ti rispondo con Bufalino, che sosteneva che ognuno sogna i sogni che si merita
Io penso che tu ti meriti vedere realizzare i tuoi sogni, intanto stai lavorando a qualcosa? Aspettiamo una tua prossima pubblicazione?
 
Grazie per l’augurio. Lavoro sempre a qualcosa: articoli, romanzi, poesie. Ho diversi manoscritti nel cassetto che in questo periodo sto limando con dedizione. Inoltre, sto curando un saggio su Cesare Pavese per un’importante rivista spagnola. La letteratura costituisce un impegno costante e doloroso. Bisogna star seduti a leggere e rileggere per più di nove ore al giorno. È triste, comunque, notare l’enorme disinteresse della casse politica per i suoi scrittori. L’abbandono, l’insensibilità. Sono sicuro che se chiedessimo a un onorevole di fare i nomi di cinque scrittori calabresi farebbe scena muta. Eppure stiamo attraversando la primavera delle nostre lettere. Vergognoso.
 
 
(intervista pubblicata su 'Il Corriere della Calabria')

 

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mini menchov caduta romaIl Giro è una giostra felice imbottita di sudore e passione. Una guerra di strategia contro l’asfalto ed il tempo. E’ un circo. Una città nomade fatta di giornalisti, biciclette e starlet che accarezzano in lungo ed in largo il Bel Paese. E noi lì - tutti in rosa - ad aspettarlo col cuore oltre le transenne e gli occhi incollati su un traguardo che poi, alla fine, ci racconterà che è stato il giorno di Enrico Battaglin. Ventitreenne di Marostica che dopo 6 ore ed un quarto di falsopiani e tornanti, con una volata veloce 50 chilometri orari, sbanca Serra San Bruno: la quarta città di tappa del 96° Giro d’Italia.

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mini filippo_ceravoloSORIANO CALABRO - È uno dei tanti giovani morti ammazzati. Un figlio strappato dall’affetto dei suoi cari. Filippo Ceravolo era un giovane innocente. Il destino, però, ha voluto che quella sera si trovasse nel posto sbagliato, con la persona sbagliata. Perchè l’obiettivo dei sicari non era Filippo, bensì il 27enne Domenico Tassone. Non si può morire a 19 anni. Soprattutto quando ancora hai una vita davanti. Una vita che, però, si interrompe tutta d’un tratto. Quando meno te l’aspetti. È una mattanza di innocenti quella che, negli ultimi anni, sta interessando il Vibonese. Vittime innocenti come Filippo Ceravolo. O, ancora, come Pasquale Andreacchi. Vittime della barbarie umana, che non conosce ostacoli e non si ferma di fronte a niente ed a nessuno. La Calabria, però, continua a pianger i propri figli. In molti casi poco più che maggiorenni. Soriano, però, non ha mai dimenticato Filippo. Non l’ha fatto il giorno delle esequie. E neppure la settimana dopo, quando il Movimento spontaneo sorianese scese in piazza in una silenziosa fiaccolata.
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mini municipio_protesta_pdlSERRA SAN BRUNO - C’è un filo di rabbia negli occhi e nel cuore di ogni serrese che passa avvilito ai piedi di quel Municipio sempre più cupo e sempre più nero, di fronte al quale - come un’accozzaglia di turisti per caso - il Sindaco e company, fingono di stare accampati, in attesa di cosa, non è dato sapersi. Il Pdl locale protesta. Forse contro il Prefetto di Vibo Valentia, evidentemente colpevole di aver girato al Viminale la relazione della Commissione d’Accesso insediatasi al Comune di Serra San Bruno dopo l’arresto dell’ex Assessore Zaffino (attualmente in libertà). Allora il Sindaco s’indigna. Raduna la maggioranza, i giornalisti e qualche fedele sostenitore e in una conferenza stampa shock, al crepuscolo di una calda giornata d’aprile, si dice pronto all’automutilazione

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Domenica, 07 Aprile 2013 14:20

Tante, troppe vittime innocenti

mini giornata_della_resp_civSERRA SAN BRUNO - Un’occasione mancata. L’ennesima per i serresi che, ancora una volta, hanno preferito voltarsi dall’altra parte, preferendo l’apatia e la rassegnazione al riscatto. Quello di una comunità che ha perso il proprio figlio. Pasquale Andreacchi, dunque, è morto un'altra volta a causa dell’indifferenza di coloro i quali, al contrario, si sarebbero dovuti ribellare, esternando tutta la propria condanna, per l’atroce uccisione di un ragazzo nel pieno della maturità. Pasquale, però, non è l’unico ad essere stato dimenticato dai serresi. Perchè ieri, nel corso della prima delle due giornate in memoria delle vittime di mafia, sono state ricordate anche le figure di Gianluca Congiusta, Massimiliano Carbone e Giuseppe Russo. Vittime innocenti. Vittime sì della protervia della criminalità organizzata. Ma, soprattutto, vittime di quella politica che in questi anni ha fatto poco per cercare di arginare questo fenomeno.

L’iniziativa, organizzata dall’ associazione Incastri presieduta da Donatella Cristiano, con la collaborazione di Libera, si è aperta con una messa presso la chiesa dell’ Assunta di Spinetto celebrata dal parroco, don Ferdinando Fodaro che, nel corso della sua omelia, ha evidenziato come «per costruire un mondo miglior è necessario il contributo di tutti, a partire dai cittadini per poi arrivare alla classe politica». Al termine delle celebrazione, la giornata è proseguita con un dibattito tenutosi nei locali di palazzo Chimirri, al quale hanno preso parte, oltre a Donatella Cristiano, anche l’onorevole Bruno Censore, il giudice Romano De Grazia, il papà di Pasquale, Salvatore Andreacchi, il giornalista Angelo De Luca, l’ex sindaco Raffaele Lo Iacono, Mario Congiusta, papà della giovane vittima Gianluca ed il testimone di giustizia Rocco Mangiardi. Ad aprire l’incontro, è stato il neo parlamentare Bruno Censore: «Se si lavora e si crede veramente in ciò che si fa - ha affermato il vicepresidente della commissione regionale Antimafia - saremo sempre di più a combattere contro questo male. Famiglie come quella di Pasquale non devono essere lasciate sole dalle istituzioni. Al contrario, bisogna coinvolgere un numero sempre maggiore di cittadini affinché questi episodi diminuiscano e che si ponga dunque un freno a questa situazione». Angelo De Luca, invece, ha incentrato il suo breve intervento sul caso dell’ Alaco e sui problemi relativi alla presunta non potabilità dell’acqua, elogiando il lavoro svolto in questi mesi dall’associazione culturale ‘Il Brigante’ e dal Comitato civico Pro - Serre, oltre a rimarcare l’impegno dello stesso Censore, che si è reso promotore di una interpellanza parlamentare. Salvatore Andreacchi, dal canto suo, ha ripercorso la vicenda di Pasquale, dal giorno della scomparsa, fino al ritrovamento dei resti. Per l’ ex sindaco Lo Iacono «è necessario stare vicino a queste persone che, giorno dopo giorno, vivono tragedie del genere». Presente al dibattito anche l’avvocato Giovanna Fronte, legale della famiglia Andreacchi: «Quando si parla di Pasquale - ha evidenziato - è come se si parlasse di tutti noi, perchè purtroppo, quello che è successo nel 2009 potrebbe accadere a chiunque». Secondo Rocco Magiardi «la legalità non bisogna insegnarla, come qualcuno fa pensando di sconfiggere la ‘ndrangheta. Al contrario, bisogna praticarla con i fatti, anche con piccoli gesti». Critiche alla classe politica sono giunte dal papà di Gianluca Congiusta, Mario, mentre il giudice Romano De Grazia ha posto l’accento sulla Legge Lazzati, approvata di recente e che lo ha visto come uno dei principali promotori. 

(articolo pubblicato su Il Quotidiano della Calabria)

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mini massimo_lampasi

SERRA SAN BRUNO - Man mano che i giorni passano, cresce anche la tensione. Il timore che possa essere accaduto qualcosa di serio è concreto. Tanto da far cadere nello sconforto un'intera famiglia, che non riesce a darsi pace. Sono trascorsi dodici giorni da quando di Massimo Lampasi, 25enne serrese, si sono perse le tracce. Ed il sospetto che quello del giovane già noto alle forze dell'ordine possa ricondursi ad un caso di lupara bianca è concreto. Ad avvalorare tale ipotesi, infatti, non c'è soltanto il fatto che del venticinquenne non si sa più nulla dalla sera del 24 febbraio, ma anche quella che riconduce ad un presunto avvistamento di Lampasi nei pressi del campetto sintetico di via Matteotti. In pratica, subito dopo la scomparsa pare che Massimo aspettasse qualcuno. Chi, però, ad oggi non è dato saperlo. 

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consiglio comunale_serraSERRA SAN BRUNO - “Una seduta tecnica”. Così definisce, il primo cittadino Bruno Rosi, il Consiglio Comunale andato in scena questa mattina a Palazzo Chimirri. Forse eccessivamente tecnica, tanto da divenire, ancora una volta, una seduta del tutto sorda rispetto a quanto accade a pochi metri dall’ombelico del palazzo comunale. Un’amministrazione che non perde occasione per dimostrarsi sempre più insensibile rispetto al degrado civile e culturale in cui la cittadina è sprofondata ormai da troppo tempo.

È stato Mirko Tassone, unico presente oggi in minoranza assieme a Giuseppe Raffele, a porre in rilievo l’allarme ordine pubblico: “Viviamo in un’emergenza evidente caratterizzata da autovetture incendiate (lo stesso Tassone ne fu vittima qualche giorno fa, ndr), furti nelle abitazioni e sparizioni di giovani. È strano che il Consiglio non senta l’esigenza di affrontare questi temi”. Tassone fa quindi esplicitamente riferimento al “caso Massimo Lampasi”, giovane 25enne serrese con qualche precedente penale, misteriosamente scomparso e di cui, da quasi una settimana, non si hanno più notizie. La legittima veemenza con cui Mirko Tassone affronta la questione è determinata anche e soprattutto dal fatto che, lo stesso Consigliere di minoranza, nel maggio scorso, aveva indirizzato al Sindaco un’interrogazione in cui si chiedeva l’elaborazione di un piano per migliorare l’illuminazione del centro-storico e sfavorire quindi l’azione notturna di criminali e “topi d’appartamento”, con l’istituzione dell’Assessorato per la Pubblica Sicurezza e la richiesta al Prefetto di un apposito Comitato d’Ordine e Sicurezza Pubblica. Ma la richiesta era stata totalmente ignorata dalla maggioranza serrese, tanto che alla stessa istanza non  aveva fatto seguito alcuna risposta, né negativa né positiva. Un atteggiamento di indifferenza, dunque, che continua a protrarsi anche in questi giorni “difficili” vissuti, purtroppo, dalla cittadina serrese.

A ribattere è il Sindaco: “Non c’è stato il tempo per inserire la discussione nel Consiglio, abbiamo delle scadenze importanti da rispettare”. Peccato però che la seduta sia stata convocata già dal 25 febbraio e si sia trovato il tempo, piuttosto, per integrare tre giorni dopo un argomento aggiuntivo a quelli già previsti all’ordine del giorno (l’affidamento del servizio di Tesoreria). Integrazione effettuata quindi il 28 febbraio, ben due giorni dopo la scomparsa di Lampasi. Sullo stesso tema Salerno rassicura: “Quello di Lampasi potrebbe essere un allontanamento volontario, che non c’entra nulla con la criminalità organizzata. C’è una linea di confine oltre la quale la politica non può andare. Della questione sicurezza se ne riparlerà nel prossimo Consiglio”. Speriamo non sia troppo tardi.

Tornando ai tecnicismi, con il primo punto si decide di approvare il verbale della seduta precedente (quella in cui il Comune acquistò un immobile nel centro storico, nonostante la Spending Review gli impedisse di farlo). Al secondo e terzo punto si trattano due accordi di programmazione negoziata dei fondi PISL per, rispettivamente, la ristrutturazione di un complesso edilizio (ospizio di località “Guido” mai completato) da destinare a “Casa del Pellegrino” (1.800.000 euro) e per la ristrutturazione della vecchia casa mandamentale da adibire a museo/pinacoteca (560.000 euro).

Si passa così al Protocollo di intesa sulla SUA (Stazione Unica Appaltante). Ancora il Consigliere Mirko Tassone propone di approvare un protocollo aggiuntivo per dimezzare la quota minima per le forniture dei beni e servizi (da 100mila a 50mila euro) e per garantire quindi maggiore trasparenza nell’aggiudicazione delle forniture a soggetti privati. La maggioranza rigetta la proposta. La discussione slitta quindi, a dire il vero impropriamente, sulla Commissione d’Accesso agli Atti, insediatasi dal novembre scorso al Comune di Serra San Bruno per presunta infiltrazione mafiosa. Ancora Nazzareno Salerno, capitano coraggioso, mentre gli altri esponenti della maggioranza giocano con il cellulare o sfogliano il giornale, in maniera del tutto fuori contesto rispetto alla discussione, rassicura a voce alta: “Non abbiamo paura e non abbiamo niente da nascondere, il fatto che ci sia una Commissione d’Accesso al Comune non ci intimorisce”. Si salvi chi può.

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Martedì, 01 Gennaio 2013 22:21

Serra. L’anno che verrà

mini Corso_UmbertoE’ finito un altro anno, anzi, meglio, per non vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto, ne è iniziato un altro. Uno nuovo. Superata la frontiera dei bilanci di fine 2012, è il momento della festa. Dei propositi, quelli buoni. Delle promesse. Dei farò. E come sempre ci si augura addosso quintali di armonia, pace e serenità. Di giorni felici, allegri e spensierati.

Il primo giorno dell’anno è sempre un giorno un po’ speciale, dove ci si illude di cambiare o quanto meno di migliorare. Tutti allegri e sorridenti. Ammaestrati, regolari, affettuosi. Satolli di cibo e colmi di speranza. Ordinati in fila come polli d’allevamento, con la dannata voglia di stare bene, sempre e comunque, in un mondo che va veloce come il tempo. Annegati da riferimenti cronologici artificiosi: “E' il nuovo anno!”.

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