Lunedì, 02 Gennaio 2012 14:41

"Io calcio a 5"

mini LOGO_AICSSenza giovani non esiste futuro. Sembra scontato, ma talvolta serve a sottolinearlo. Il giovane, l'atleta costruito in casa, poi, almeno nei primi anni di vita agonistica è meno pretenzioso di chi proviene da un'altro club. Certo per lavorare con i giovani servono strutture e passione, può essere un sacrificio, ma nella maggior parte dei casi si viene ripagati. Se non nasce un campione, quantoneno si è contribuito a formare un'uomo. 
Il calcio a 5 non può continuare a vivere su acquisti e "conversioni" dal calcio a 11, non può tentare di formare dei talenti solo in età giovanile avanzata, deve costruire l'atleta nel suo momento di più facile apprendimento: la fanciullezza. Cosi, si è sempre pensato di istituire delle scuole calcio specifiche. E visto  che il messaggio faticava a essere recepito, si è passati ad obbligare almeno le società di vertice a lavorare con i più piccoli. 
"Io calcio a 5" è un progetto sperimentale della Divisione che prevede l'obbligatorietà per le società che partecipano al Campionato Nazionale di Serie A di attivare Scuole di Calcio a 5. Una scelta inattaccabile, perchè è il modo di allargare non solo la base dei praticanti, ma anche quella degli appassionati: chi accompagnerà i bimbi alla scuola calcio si fermerà a seguire gli allenamenti, poi inevitabilmente, vorra vedere come è la disciplina ai massimi livelli e, avremo catturato uno spettatore. 
Associazione italiana cultura e sport "Polisportiva delle Serre"
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Giovedì, 29 Dicembre 2011 19:42

Vibonese, domani amichevole con la Reggina

mini MERCURI_FABIOVIBO VALENTIA – Tutto pronto in casa Vibonese per l’ amichevole  di lusso in programma domani in casa della Reggina. Ultimo impegno dell’anno, dunque, per l’undici del duo Ferrante – Viola che  che si ritroverà al “Luigi Razza” lunedì 2 gennaio per riprendere gli allenamenti in vista del match interno con il Neapolis dell’8 gennaio (anche se, come  al solito, lo staff tecnico rossoblù ha stilato uno specifico lavoro per ogni calciatore che dovrà essere svolto giorno 1 gennaio da tutti i giocatori presso le rispettive sedi di residenza). Nel pomeriggio odierno, i ragazzi del presidente Pippo Caffo hanno sostenuto una seduta di allenamento nella quale  ad un lavoro atletico si è aggiunto anche uno specifico lavoro tattico. Il capitano Caridi ha lavorato a parte, mentre Benincasa ha svolto un differenziato, allenandosi dapprima con la squadra e poi da solo, senza poter toccare il pallone. Domani, al S.Agata contro la Reggina (ore 15,00) non prenderà parte all’amichevole. Tra i tanti giovani presenti nel gruppo figura anche Fabio Mercuri (foto), classe ’91, arrivato a Vibo in punta di piedi, voglioso di far bene e di togliersi anche qualche soddisfazione. «Uno cerca sempre di imparare e di migliorarsi – esordisce Mercuri – e questa avventura a Vibo Valentia la considero altamente formativa sotto tutti i punti di vista. Quest’anno il campionato di Seconda Divisione è molto più competitivo e faticoso e per noi giovani costituisce un significativo banco di prova». Finora il centrocampista reggino ha accumulato 7 presenze.  «Credo sia una cosa naturale e normale aspirare a giocare di più. D’altra parte in allenamento do sempre il massimo, così come i miei compagni, del resto, per mettere in difficoltà il tecnico al momento delle scelte. Se sono venuto a Vibo è anche perché sapevo che questa è una società che punta molto sui giovani e finora tanti miei compagni si sono messi in mostra. Spero che lo stesso possa accadere anche a me con una maggiore frequenza. Le volte in cui sono stato chiamato in causa ho puntualmente fatto la mia parte. Mi auguro che nel girone di ritorno possa trovare più spazio. Io come sempre garantisco impegno e massima attenzione. Poi, ovviamente, decide lo staff tecnico, le cui scelte vanno accettate e rispettate». Tanti suoi compagni ravvisano nel gruppo la forza della Vibonese. Fabio Mercuri, che a dispetto della giovane età è un calciatore di grande carattere e determinazione, conferma: «Siamo uniti. C’è grande feeling e ci si aiuta parecchio, nell’interesse comune. Sono felice di far parte di questo spogliatoio e sono convinto che tutti assieme riusciremo a centrare l’obiettivo della salvezza».

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Domenica, 18 Dicembre 2011 23:08

Bruno Rosi e la Luna di carta

mini luna_di_carta_camilleri«Quann'era picciliddro, una volta sò patre, per babbiarlo, gli aveva contato che la luna 'n cielu era fatta di carta. E lui ci aviva criduto». 250 pagine da scorrere tutte d’un fiato. Leggero quanto un racconto, torbido come un romanzo. La luna di carta di Camilleri parte proprio da una surreale rivelazione che da bambino il commissario Montalbano ascoltò dalla bocca di suo padre, che per babbiarlo (prenderlo in giro) gli disse che la luna è fatta di carta. Montalbano naturalmente ci aveva creduto. 

Questo è più o meno quanto accaduto a Serra San Bruno nel corso dell’ultima campagna elettorale, quando per accaparrarsi il consenso degli elettori serresi, i PdL boys fecero venir giù dal pulpito promesse a valanga. Ed allora via con campi da golf, piste di go-kart, ospedali del futuro, diurni in ogni dove, strade asfaltate entro un mese dall’insediamento della nuova giunta, finanziamenti per il sostegno alle giovani coppie e a chi volesse edificare una nuova casa, piscina comunale adeguata alle esigenze dei giovani disabili (con tanto di nome e cognome degli stessi ragazzi sparati in piazza direttamente dai palchi), un nuovo ciclo per la raccolta differenziata dei rifiuti, soluzione del problema acqua (non)potabile ed ultimo, ma non meno importante, l’immancabile cavallo di battaglia dei 100 posti al Parco delle Serre (fra l’altro finanziati tramite il Fondo Sollievo esaurito più di 4 anni fa). Strette di mano, pacche sulle spalle e frottole come se piovesse. I serresi ci credettero. 

Sono passati i primi 6 mesi e Serra San Bruno è ancora dominata dal marciume figlio della poco oculata gestione di una squadra divisa che ci governò fino al novembre 2010. Non tanto, o non solo, per colpa dell’ex sindaco Lo Iacono, trovatosi solitario ad amministrare un intero comune, ma del resto dei componenti di una maggioranza presente a singhiozzo. In comune assessori e consiglieri ci andavano ogni 2-3 mesi per fare sfoggio del vestito della domenica ed alzare ogni tanto la mano durante le votazioni nei consigli comunali. Non esistono ricette assolute per la felicità di un piccolo centro urbano del meridione, soprattutto in un periodo così magro, ma urge per il prossimo futuro avviare la formazione di una classe amministrativa caratterizzata dalla presenza di uomini e donne, non per forza giovani, ma necessariamente capaci e liberi. Affinché finalmente si definisca un’inversione di tendenza che allontani la città dal binario morto che ancora adesso sta percorrendo e che ha visto come protagonisti, non solo oggi, decine di professionisti “navigati” con uffici privati colmi di lavoro e poco tempo da dedicare alla vita amministrativa di Serra, ed una manciata di ragazzi a cui è stata sistemata addosso l’armatura scintillante della gioventù forgiata da tanti voti (perché appartenenti a famiglie numerose) ma da poca, pochissima qualità amministrativa. Solo così si potrà scardinare il meccanismo creato da chi si è permesso il lusso di promettere tutto, anche l’impossibile, e non mantenere nulla. E trascurante della grave crisi che ci attraversa, nell’arco di questi 6 mesi ha ben pensato di far adottare aiuole ai commercianti ed inscenare tragicomiche giostre medievali fra rioni. Ci manca solo, per l’appunto, la luna di carta. 

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